Negri, Gaetano

Enciclopedia Dantesca (1970)

Negri, Gaetano

Ernesto Travi

Letterato (Milano 1838 - Varazze 1902). Compiuti gli studi classici, interruppe quelli legali per frequentare la scuola militare d'Ivrea. La campagna contro il brigantaggio (1861-62) lo vide partecipare come luogotenente, meritevole di due medaglie d'argento.

Ma ritornato alla vita normale si dedicò all'attività pubblica, prima come assessore all'istruzione, dal 1873, e poi come sindaco (1884-89) della sua Milano, per finire deputato della XII legislazione e senatore nel 1890. Morì per un tragico incidente sulla riviera ligure.

Tale operosità pubblica fu da lui integrata con una continua attività di pubblicista, se non proprio interamente di studioso: scrisse prima saggi di biologia sotto la guida dello Stoppani; si dedicò poi a studi storico-religiosi, come testimoniano il volume sui romanzi di G. J Elliot e la monografia su Giuliano l'Apostata, che risultano le sue opere più significative in quanto rispondenti ai più autentici problemi del suo animo sostanzialmente razionalista ma intento ai più impegnativi problemi della vita.

Per suo interessamento il tentativo di Attilio ed Emilio De Marchi, proponitori di un centro di studi danteschi nella metropoli lombarda fin dal 1880, divenne una realtà con la fondazione del comitato milanese della Società Dantesca Italiana, di cui il N. divenne presidente fino alla morte. Tale comitato si raccoglieva nei locali dell'Accademia scientifico-letteraria, l'università milanese del secondo Ottocento, e l'attività si svolse sia operando lo spoglio dei codici danteschi conservati a Milano (in collaborazione con il comitato fiorentino), sia con la pubblicazione del primo testo critico del De vulg. Eloq. a c. di P. Raina, sia ancora con cicli di conferenze su argomenti specifici. Nelle prolusioni ai corsi il N. tracciò dapprima la storia del comitato milanese (in Con D. e per D., Milano 1898); e delineò a grandi tratti lo spirito dantesco, muovendo dall'ambiente politico e religioso oggetto del ciclo di conferenze, nella seconda (Arte, Scienza e Fede ai giorni di D., ibid. 1901). Recensendo poi sul " Fanfulla della domenica " del 16 giugno 1901 il volume Gli " Studi sulla D.C. " di F. d'Ovidio, invitò il critico a precisare se D. fosse " veramente religioso ": la risposta fu il saggio Il Purgatorio e il suo preludio dedicato alla memoria del Negri. La sua interpretazione di D., costituita più da felici spunti intuitivi che da una trattazione organica, sottolinea come la cultura dantesca sia sempre ravvivata dalla poesia e continuamente sommossa da una partecipazione vivamente umana al punto di affermare che la Commedia può quasi dirsi una " autobiografia ".

Bibl. - G. Barzellotti, G.N., in " Rendic. Accad. Lincei " s. 5, XI (1902) 602-607; B. Croce, G.N., in Letteratura della Nuova Italia, III, Bari 1929, 285-296; A. Del Vecchio Veneziani, G.N., Roma 1934; C.A. Jemolo, G.N. e R. Bonghi, in " Il Diritto Ecclesiastico " LV (1944) 93-97.

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