Musonio Rufo, Gaio

Dizionario di filosofia (2009)

Musonio Rufo, Gaio


Filosofo originario di Volsini (1° sec. d.C.). Rappresentante del tardo stoicismo, acquistò fama per la rettitudine e l’austerità con cui praticava e predicava le dottrine stoiche. Verso il 60 seguì Rubellio Plauto in esilio, in Asia Minore; rientrato a Roma dopo la morte di quello, fu a sua volta esiliato da Nerone (65), nel corso dell’azione repressiva seguita alla congiura di Pisone; richiamato da Galba, fu escluso dal bando di espulsione di Vespasiano contro i filosofi residenti a Roma, ma solo temporaneamente, e si giovò poi, per il nuovo ritorno, dell’amicizia di Tito. Fu maestro di Epitteto. Il suo pensiero è conosciuto attraverso le trascrizioni che un certo Lucio fece delle sue conferenze. Parte di esse sono comprese nell’antologia di Stobeo. Rappresentò la tipica figura di cittadino romano di vecchio stampo, che nella filosofia cinico-stoica cerca i motivi più atti a confermare la sua condotta morale.

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