gallicanesimo Insieme di tendenze dottrinali e di atteggiamenti politici, propri della
Sebbene già sotto i Carolingi si osservi una tendenza all’indipendenza della Chiesa di Francia, il g. vero e proprio cominciò a delinearsi sotto Filippo IV il Bello e si svolse sotto i papi d’Avignone e durante lo scisma d’Occidente. Il concilio di
La monarchia, da parte sua, pur mantenendosi estranea alle polemiche teologiche, difese con fermezza le sue prerogative sovrane e ottenne che, dopo varie altre manifestazioni, un’assemblea del clero/">clero approvasse (1682) la Déclaration redatta da J.-B. Bossuet, con l’implicita, ma chiara, affermazione della superiorità del concilio sul papa, il diniego della potestà indiretta del pontefice romano in materia anche temporale, nonché l’altro diniego dell’infallibilità del papa (fatta dipendere dal consenso della Chiesa). La dichiarazione, resa obbligatoria da Luigi XIV e ritirata poi nel 1693 dopo la condanna di Alessandro VIII (1690), continuò a ispirare il clero francese durante tutto il 18° sec., mentre in tutta
Successivamente, le disposizioni del Concordato napoleonico (1801) sembrarono eliminare del tutto l’antico g.; ma qualcosa ne sopravvisse, per opera dei giuristi, quando la dichiarazione del 1682 fu reintrodotta nei cosiddetti Articoli organici pubblicati da Napoleone nel 1802, nonché dello stesso clero dell’ancien régime, con lo scisma della cosiddetta Petite église e ancora durante la Restaurazione e il Secondo Impero, fino al concilio Vaticano I, che condannò minutamente i singoli punti del gallicanesimo.