GARONNA

Enciclopedia Italiana (1932)

GARONNA (A. T., 35-36)

Maurice Pardé

Fiume della Francia sud-occidentale; convoglia le acque del Bacino di Aquitania, compreso fra il Massiccio Centrale, i Pirenei e l'Oceano. Ha una lunghezza di 650 chilometri e il suo bacino imbrifero è vasto 55.840 kmq. Ha le sorgenti in Spagna nei Pirenei, scorre quindi nella valle d'Aran ed entra in Francia al Pont du Roi; ricevute a sinistra la Pique e, a Montréieau, la Neste, si dirige a NE. e si accresce, a destra, del Salat e, un po' prima di Tolosa, dell'Ariège. Tutti questi corsi d'acqua pirenaici hanno una forte pendenza che si attenua verso Tolosa. Anche le precipitazioni si fanno minori dalla zona montuosa verso valle: i 30-50 litri al 1″ per kmq. forniti dalla zona delle montagne si riducono a 20 a Tolosa; la portata è qui di 200 mc. (minimo di 30), dei quali 80 sono dovuti all'Ariège. Il regime, influenzato dalla fusione delle nevi, presenta un massimo in giugno verso le sorgenti e in maggio a valle; magre in invemo e verso Tolosa, alla fine dell'estate; leggiere recrudescenze in novembre e dicembre. Dopo Tolosa la Garonna, larga da 150 a 200 m., prende la direzione definitiva di NO. e scorre in una valle sommergibile, attraverso Agen, Tonneins, La Réole, Bordeaux, dove misura 500 m. Il pendio è ancora sensibile: m. 0,52 il km. da Tolosa a Castets (234 km.).

Qui la Garonna riceve, a sinistra, gli affluenti del Lannemezan, di piccolo bacino e di poca portata: Save, Gers, Baïse, ecc. Molto più importanti sono, a destra, il Tarn e il Lot, provenienti dal Massiccio Centrale.

Il Tarn, lungo 374 km., con un bacino di 15.569 kmq., nasce alla Lozère nel cristallino, traversa in un cañón le Causses calcaree, quindi in una valle ancora profonda il penepiano cristallino di Rouergue e dei terreni rossi primarî: in questa sezione si trova il celebre gomito di Ambialet; scorre poi nella pianura aquitana attraverso Albi e Montauban, fra rive profonde da 12 a 20 m., con una larghezza da 100 a 150 m. Il pendio, che è di molti metri per km. dalle sorgenti allo sbocco dalle Causses, si riduce a 0,30-0,40 m. fra Saint-Sulpice e la Garonna. Il Tarn riceve a sinistra l'Agout (proveniente dalla Montagna Nera) e a destra l'Aveyron, alimentati da piogge copiose e perciò ricchi d'acqua. La portata del Tarn è di 95 mc. ad Albi, 170 a Montauban (Agout 75 mc.), da 240 a 250 a Moissac (Aveyron da 75 a 80), con minimi ancora abbastanza notevoli (da 0 a 25 mc.) grazie alle risorgenze delle Causses. Il regime, pluviale, presenta i massimi in marzo-aprile, quando si aggiunge alle acque di pioggia anche la fusione nivale.

Il Lot (chilometri 481 di lunghezza, il bacino di kmq. 11.574), notevole per i suoi meandri, ha origine a N. della Lozère, attraversa delle Causses, quindi delle regioni cristalline dalle quali riceve, a destra, la Truyère; a sinistra vi è una zona termica di argille rosse. A Valle il Lot, accresciuto del Célé, affluente di destra, scorre fra le Causses calcaree poco elevate del Quercy (sorgenti valclusiane, di cui una a Cahors); infine con una larghezza da 90 a 120 metri traversa la Pianura Aquitana e passa a Villeneuve. ll pendio, molto forte nell'alta valle, è ancora sensibile dopo Cahors; la vallata media e superiore è sommergibile durante piene molto forti; la portata è di 45 mc. a Entraygues (65 per la Truyère), di 180 alla confluenza con la Garonna; minimi di 3-4 mc. a Cahors. Il regime, pluviale, è molto simile a quello del Tarn.

Ad Agen la Garonna ha una portata da 450 a 500 mc. (minimi di 60); dopo la confluenza del Lot ne ha 650-700 (minimi da 70 a 75). Il regime, composito, presenta acque alte da novembre a giugno con un massimo aprile-maggio, e acque basse in agosto-settembre. Le piene si presentano ovunque molto rapide e potenti, qualche volta terribili. Ve ne sono di tre tipi principali: 1. Le piene oceaniche aquitane, causate in maggio e giugno soprattutto da grossi temporali con venti da NO. contro i Pirenei e la Montagna Nera: producono notevoli rigonfiamenti dei corsi d'acqua pirenaici e di quelli del Lannemezan, forti accrescimenti dell'Agout e del Tarn inferiore. Nel giugno 1875 si ebbe una massima di m. 9,47 e 6000-7000 mc. a Tolosa (disastro del sobborgo di Saint-Cyprien), di m. 11,70 (8000-9000 mc.) ad Agen: vi furono 500 vittime. 2. Le piene mediterranee, causate da uragani provenienti da SE. e trombe d'acqua nelle Cevenne. Hanno gravità estrema sul Lot superiore e soprattutto sull'alto Tarn (nel settembre 1900, 30 ponti furono strappati dalle acque e si raggiunsero 17 metri a Sainte-Énimie); a valle si vanno attenuando, ma possono produrre massime da 6 a 9 m. a partire da Agen. Nel caso di piena mediterranea estensiva il Tarn può oltrepassare 10-11 m. ad Albi e a Montauban e raggiungere una portata di 8500 mc. a Moissac (marzo 1930: in questa occasione il Tarn fece 200 vittime e la Garonna salì di m. 10,86 ad Agen; il Lot raggiunse m. 10,50 a Entraygues, mentre in un'altra piena, nel 1868, aveva raggiunto i 3800 mc.). 3. Le piene oceaniche d'inverno con venti da O. a SO.: gonfiano l'Agout, l'Aveyron, il Tarn inferiore (6-8 m. a Montauban) e soprattutto il Lot, che raggiunse una portata di 4000 mc. nel marzo 1783, con 10,3 m. a Cahors, 14,95 m. a Villeneuve. Le piene di questo tipo, mediocri a Tolosa, sono assai forti ad Agen (da 7 a 9 m.) ed eguagliano quasi quelle del primo tipo dopo la confluenza del Lot: si raggiunsero m. 10,90 e 6000-7000 mc. a Manmande nel marzo 1927.

La Dordogna (lunga 490 km., con un bacino di 23.870 kmq.) si può considerare, più che un affluente della Garonna, un fiume a sé (v. dordogna). Al Bec d'Ambès la Garonna e la Dordogna riunite formano l'estuario della Gironda, vero braccio di mare, lungo 60 km., largo fino a 12. La marea risale a 75 km. a monte del Bec fino a Casseuil sulla Garonna e a Pessac de Gensac sulla Dordogna. La navigabilità è pressoché nulla sia sulla Garonna sia sulla Dordogna, per il basso livello delle acque al culmine delle magre. Nella seconda metà del secolo XVII il Lot e il Tarn nella parte mediana e inferiore furono preparati per sbarramenti sommergibili, ma queste vie sono abbandonate. Il Canale del Mezzogiorno che segue la Garonna ha traffico debolissimo per la concorrenza ferrovaria. Il Canale della Gironda si migliora continuamente in vantaggio di Bordeaux (v.); Pauillac (riva sinistra) ne è l'avamporto.

Lo sviluppo idroelettrico è abbastanza progredito nei Pirenei: officine principali a Orly (Ariège), Auzat (Vicdessos), Luchon (Pique), Eget, Saint-Lary, Bordères, Beyrède (Neste), qualche officina si trova sul Tarn prima di Albi e sull'Agout (Luzières); importanti installazioni si trovano a Mauzac e Tuillières sulla media Dordogna, a Coindre sulla Rhue. Sono stati fatti grandiosi progetti per l'alta Dordogna (sfruttamento integrale con riserve) e per la Cère. Dal 1933 al 1935 si calcola che saranno terminati gli enormi lavori progettati per la Truyère (200.000 kw.).

Bibl.: Manca un lavoro sistematico d'insieme sull'argomento. V.: G. Lemoine e M. Babinet, Études et données sur l'hydrologie de la France, Parigi 1902; G. Lemoine, Étude sur l'hydrologie du bassin de la Dordogne, in Ann. de la Soc. metéor. de France, febbraio 1902; M. Pardé, Le régime du Lot, in Ann. de géographie, gennaio 1930; M. Pardé, La crue désastreuse de Mars 1930, in Revue géogr. du Sud-Ouest (1931).