GRANITO PIGNATELLI, Gennaro

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 58 (2002)

GRANITO PIGNATELLI, Gennaro

Stefano Trinchese

Nacque a Napoli il 10 apr. 1851 da Angelo e Paolina Pignatelli Aymerich principessa di Belmonte.

Il padre, che aveva fama di erudito e raffinato letterato, gli comunicò l'amore per gli studi; la madre, molto religiosa, ne incoraggiò la disposizione alla pietà, assecondandone l'espressione col soccorso del cospicuo patrimonio familiare, e accompagnandone fino a tarda età le manifestazioni caritative. La prima educazione del G., rivolta agli studi classici, avvenne in famiglia e rivelò in lui una decisa propensione per la musica e la pittura; in alcuni viaggi all'estero ebbe inoltre occasione di ampliare il proprio orizzonte culturale.

Proseguita la sua formazione umanistica e letteraria sotto la direzione dei padri gesuiti, conseguì a diciotto anni il baccelierato in filosofia, presso il collegio di Mondragone, dove maturò la propria vocazione religiosa dopo aver assistito, nel settembre 1877, al transito funebre delle spoglie dell'arcivescovo di Napoli, cardinale S. Riario Sforza, in fama di santità.

Incoraggiato nel suo proposito da don G. Sanfelice, monaco di Cava de' Tirreni, successore di Riario Sforza sulla cattedra arcivescovile di Napoli, il G. fu ordinato sacerdote il 5 giugno 1879; subito fu nominato dal Sanfelice suo segretario personale e amministratore della curia arcivescovile. Il giovane G. aveva intanto completato gli studi ecclesiastici con la laurea in teologia e si era seriamente applicato al sacerdozio e a molteplici opere di misericordia e di cura d'anime.

In particolare il G. si distinse in occasione del terremoto dell'isola d'Ischia nel 1883, prodigandosi in favore dei rifugiati, procurando loro conforto e soccorso, e nel grave caso di epidemia colerosa a Napoli nel 1884, assistendo i malati in isolamento e assicurando loro i sacramenti con speciale delega vescovile.

Nel 1884 fu nominato prelato domestico di Sua Santità, quindi amministratore straordinario dell'archidiocesi. Nel 1886 ricevette l'incarico ufficioso di preparare il movimento cattolico napoletano alle elezioni dell'amministrazione municipale, importante sede di sperimentazione del voto cattolico.

Egli svolse tale mansione con sagacia e prudente impegno, anche attraverso l'utilizzazione della stampa cattolica locale, specialmente dalle colonne del giornale La Libertà cattolica, di cui fu a lungo ispiratore ed editore. Si era allora alla immediata vigilia dei nuovi tentativi conciliatoristi, culminati nel discorso di pacificazione tenuto da Leone XIII nel maggio 1887.

Nel 1893 il G. fu chiamato a Roma, dove si trasferì nel 1894, quale minutante presso la congregazione degli Affari ecclesiastici straordinari; nel 1896 prese parte alla missione pontificia a San Pietroburgo in occasione dell'incoronazione dello zar Nicola II, svolgendo un'altra missione nel 1897, presso la corte britannica, in occasione del sessantesimo anno di regno della regina Vittoria.

Avviato alla carriera diplomatica, nell'aprile 1897 ricevette la prima nomina permanente presso la nunziatura di Parigi, dove rimase fino al luglio 1899 col ruolo di consigliere. Nominato da Leone XIII, nel novembre 1899, arcivescovo titolare di Edessa, il G. fu poco dopo designato nunzio apostolico in Belgio, dove i cattolici erano succeduti ai liberali nella guida del paese; egli rappresentò, poi, la S. Sede ai funerali della regina Vittoria nel 1901; quindi venne trasferito alla sede di Vienna nel 1904.

Durante questa fase della sua attività diplomatica il G. partecipò a numerose missioni pontificie, recandosi a Londra nel 1911 alla testa della delegazione papale presente all'incoronazione di Giorgio V, accompagnato dal giovane E. Pacelli, ai suoi primi passi nella carriera diplomatica ecclesiastica.

Creato cardinale nel concistoro del 27 nov. 1911, con assegnazione del titolo presbiterale di S. Maria degli Angeli, dismesso nel 1914 per quello vescovile suburbicario di Albano, egli fu legato pontificio al Congresso eucaristico internazionale di Londra nel 1914, alla celebrazione della canonizzazione di Giovanna d'Arco a Orléans nel 1921 e, infine, al Congresso eucaristico nazionale di Palermo nel 1924.

Divenuto decano del S. Collegio cardinalizio nel 1930, dopo la morte del cardinale S. Vannutelli, al quale succedette anche nella sede vescovile suburbicaria di Ostia (collegata col decanato del S. Collegio) nonché nell'ufficio di prefetto della congregazione Concistoriale, ne esercitò le funzioni legali al conclave seguito alla morte di Pio XI, nel 1939, entrando in conclave come elettore, dopo aver preso parte ai due precedenti in qualità di segretario officiante.

Appartenne anche alle congregazioni pontificie del Cerimoniale e degli Affari ecclesiastici straordinari. Particolarmente incisivo fu il suo impegno presso la congregazione dei Riti come postulatore di svariate cause di beatificazione e canonizzazione (per esempio in quelle riguardanti Maria Goretti e il suo antico maestro, il cardinale Riario Sforza).

Il G. morì a Roma il 16 febbr. 1948.

La salma fu tumulata al Verano, nella cripta dei cappuccini, di cui era stato protettore, come lo era stato degli eremitani di S. Agostino, e inoltre degli agostiniani scalzi e dei frati minimi, e di diverse altre congregazioni religiose e istituti di culto.

Fonti e Bibl.: Le carte del G. sono conservate nella Città del Vaticano presso l'Archivio della congregazione del Cerimoniale e in Roma, presso la famiglia. Si vedano, inoltre i necr. in L'Osservatore romano, 16-17 febbr. 1948, e in La Civiltà cattolica, 1948, t. 1, pp. 536 s. Vedi ancora: I. Da Teano, Il cardinale G. G., Isernia 1966; P. Borzomati, Chiesa e società meridionale dalla Restaurazione al secondo dopoguerra, Roma 1982, p. 34; Dict. d'histoire et de géographie ecclésiastiques, XXI, s.v. (con ulteriore bibliografia); R. Ritzler - P. Sefrin, Hierarchia catholica, VIII, Patavii 1978, sub voce.

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