Genti e paesi

Enciclopedia dei ragazzi (2004)

Genti e paesi

Vinicio Ongini

Quanti siamo?

Il mondo è un posto molto affollato. Ci sono 6 miliardi di persone. Soltanto i bambini sono quasi un miliardo! Il paese con più abitanti al mondo è la Cina. Ma come si fa a contare tutti gli abitanti di un paese?

Sei miliardi di persone

Quante persone vivono nella via in cui abitiamo? E in tutta la città? E quante persone viaggiano sui treni o sugli autobus? Se proviamo a contarle tutte, in ogni paese del mondo, arriviamo a un numero strabiliante: 6 miliardi di persone! E se si contano i bambini di tutto il mondo si arriva quasi a un miliardo. Si chiamano Giulio, Lucia, Giovanna, Thomas, Nadine, Lilì e abitano in Italia, in Francia, in Cina, in Australia. Parlano lingue diverse e anche il colore della loro pelle è diverso, anche se tutti hanno fame, voglia di giocare e di studiare. Insomma, il mondo è un posto molto affollato e se il numero di abitanti continuerà ad aumentare non ci saranno sedie per tutti e neanche posti sull'autobus. Molte cose devono cambiare perché tutti abbiano acqua e cibo a sufficienza.

Paesi e popolazione

Il paese più popolato del mondo è la Cina. I suoi abitanti sono quasi 1,3 miliardi. In gran parte vivono nelle pianure attraversate dai grandi fiumi oppure lungo le coste. La città cinese con più abitanti è Shanghai, dove vivono 15 milioni di persone. Proprio per frenare la preoccupante crescita della popolazione, il governo cinese ha chiesto alle famiglie di avere un solo bambino. Un altro paese molto affollato è l'India, con più di un miliardo di persone.

Il paese dove c'è la minore densità di abitanti è la Mongolia, un grande Stato dell'Asia Centrale. Bisogna camminare un bel po' su e giù per le montagne prima di incontrare qualcuno. Un altro paese con tanti spazi vuoti e pochi abitanti è l'Australia, paese con grandi aree desertiche.

Lo Stato più piccolo del mondo è la Città del Vaticano, dove abita il papa: ci sono meno di 1.000 abitanti.

I demografi e il censimento

Ci sono scienziati che studiano gli abitanti: quanti sono, dove vivono, quanti sono i vecchi e quanti i bambini, quante le donne e quanti gli uomini, quanti hanno cambiato casa e quanti si sono trasferiti in un'altra città. Ma sanno anche altre cose: quanti maestri ci sono al mondo, quanti fornai, quanti dottori e quanti calciatori, quanti poveri e quanti ricchi. Questi scienziati si chiamano demografi e il loro lavoro è quello di studiare i dati sulla popolazione raccolti attraverso indagini chiamate censimenti. Ai nostri giorni i censimenti si fanno in moltissimi paesi. In Italia, se ne fa uno ogni dieci anni. A ogni famiglia viene consegnata una scheda con molte domande: quante persone ci sono in famiglia, chi va a scuola, chi ha un lavoro e così via. Poi, i demografi mettono insieme tutte le risposte e stabiliscono quanti abitanti ci sono in Italia, come sono distribuiti per età e quali lavori fanno. In altre parole tracciano il profilo dell'Italia attraverso le caratteristiche dei suoi abitanti.

I censimenti si fanno da moltissimi anni. Quasi seimila anni fa i Sumeri, un popolo della Mesopotamia, ebbero per primi l'idea di contare gli abitanti.

Come mai Gesù è nato a Betlemme?

Racconta il Vangelo di Giovanni che al tempo degli antichi Romani l'imperatore Augusto ordinò il censimento degli abitanti. Tutti andarono allora a far scrivere il proprio nome nei registri, ognuno nella propria città.

Anche Giuseppe, insieme a Maria che era incinta, andò a Betlemme, la città dove era nato. Molte persone erano tornate per il censimento e così nella confusione Giuseppe e Maria non trovarono altro posto per dormire che una grotta, di quelle dove i pastori ricoverano gli animali: ed è proprio lì che nacque Gesù.

Un mondo tutto colorato

Il nostro mondo è un po' come il vestito di Arlecchino. È fatto di tanti colori e tanti popoli, tante facce e tante stoffe. Ma il vestito è unico. È quello della specie umana. Per comunicare tra loro tutti gli esseri umani usano la parola, ma le lingue che si parlano al mondo sono diverse migliaia

Tutti uguali, tutti diversi

Tutti gli uomini sono diversi. Due persone, anche se hanno lo stesso nome (Giuseppe o Serena, per esempio), sono comunque diverse l'una dall'altra: possono avere facce, opinioni, gusti diversi. C'è chi ha la pelle nera, come gli Africani, e c'è chi ha gli occhi a mandorla, come i Cinesi o i Filippini. Per esempio, c'è chi usa abiti lunghi e chi il vestito corto, c'è chi mangia con i bastoncini e chi con la forchetta, chi dice le preghiere in un modo e chi in un altro. È proprio vero: gli uomini sono tutti diversi. Eppure in tante cose sono uguali: tutti hanno un cuore, un fegato, una cistifellea e un naso in mezzo al viso. Tutti mangiano, pensano e sognano. Insomma, gli uomini sono tutti diversi, ma allo stesso tempo tutti uguali.

Tanti popoli, tanti stati

Ognuno di noi è nato in un posto preciso: in una casa o in un ospedale, in un paese o in una città che a loro volta si trovano in uno Stato. In uno Stato si riuniscono le persone che hanno in comune una storia, delle tradizioni, delle leggi e anche una bandiera. Un'altra cosa in comune, per la verità meno importante anche se molto popolare, è la squadra di calcio di tutta la nazione, che per questo si chiama nazionale di calcio o, più semplicemente, la 'nazionale'. Nel mondo ci sono 193 nazioni, alcune molto grandi, altre molto piccole. Anche l'Italia è uno Stato: i suoi abitanti sono circa 58 milioni e si chiamano Italiani.

A volte gli uomini, le donne e i bambini fuggono dalla loro terra per colpa delle guerre o della povertà, rifugiandosi in paesi che hanno tradizioni e usi nazionali molto diversi dai loro e dove in molti casi finiscono per vivere come veri e propri intrusi. Il problema dei rifugiati è di portata mondiale e sarebbe bene che tutti i paesi si assumessero la responsabilità di accogliere coloro che fuggono da guerre, da persecuzioni e dalla fame.

Le Nazioni Unite

Nel 1945, a San Francisco, negli Stati Uniti, si riunirono i capi di 50 Stati e scrissero la Carta delle Nazioni Unite. La loro idea era di mettersi insieme per difendere la pace nel mondo ed evitare che ci fossero altre guerre dopo la spaventosa Seconda guerra mondiale. Così nacque l'ONU, sigla che sta per Organizzazione delle Nazioni Unite.

Oggi gli Stati che aderiscono all'ONU sono diventati 191. Il compito principale dell'ONU è quello di preservare la pace nei paesi dove si sono raggiunti accordi tra gruppi che prima si combattevano, e quello di intervenire con aiuti economici e umanitari. Molti Stati che fanno parte dell'ONU mettono a disposizione un certo numero dei propri soldati con il compito di portare la pace quando ci sono conflitti tra le nazioni in cui l'ONU decide di intervenire. Questi soldati sono chiamati Caschi Blu perché indossano un casco o un berretto blu. I Caschi Blu possono venire dal Pakistan, dal Messico, dall'Italia e da moltissimi altri paesi.

Le lingue parlate nel mondo

Nel mondo si parlano diverse migliaia di lingue. Molte sono parlate da poche persone e per noi sono lingue misteriose e sconosciute. Altre, invece, sono parlate da moltissime persone. L'inglese e il cinese mandarino sono le lingue più parlate al mondo: l'inglese perché è la lingua che viene usata, tra l'altro, nei rapporti internazionali, dagli scienziati di paesi diversi per comunicare tra loro, nei paesi come l'India che hanno avuto la dominazione inglese, e da tanti bambini e ragazzi che lo studiano a scuola; il cinese, perché i Cinesi sono il popolo più numeroso del mondo. La terza lingua è l'hindi, parlata nell'area indiana. Altre lingue molto diffuse sono lo spagnolo, il russo, l'arabo, il portoghese, il francese. In certi paesi si parla più di una lingua. In Sudafrica, per esempio, ci sono 11 lingue ufficiali: sono l'inglese, l'afrikaans, l'isizula e altre, per noi ancora più difficili da pronunciare!

I luoghi del mondo: Asia

L'Asia è il continente più grande e più popolato del mondo. Per questo in Asia si trovano molti paesi diversi con tante lingue e religioni diverse. Anzi, le religioni più diffuse nel mondo sono nate in Asia. I suoi confini vanno dal Mar Glaciale Artico all'Oceano Indiano, cioè dal gelo della Siberia alle isole tropicali.

Il continente dei primati

La Siberia è un territorio vastissimo e quasi disabitato che fa parte della Russia. Lo attraversa la ferrovia più lunga del mondo, chiamata Transiberiana. È lunga quasi 10.000 km, più o meno dieci volte la lunghezza dell'Italia. Per percorrerla ci vogliono otto giorni di viaggio, con partenza da Mosca, capitale della Russia, e arrivo a Vladivostok, sull'Oceano Pacifico. L'Asia è il continente dei primati. Qui si trova anche la montagna più alta del mondo: è il Monte Everest, che fa parte della catena montuosa dell'Himalaya. L'Everest è al confine fra il Tibet e il Nepal ed è alto 8.848 metri. Prende il nome dal colonnello inglese George Everest che lavorava come geografo in India. La vetta dell'Everest fu raggiunta per la prima volta nel 1953 da una spedizione britannica.

L'elefante indiano

L'India è uno dei grandi paesi dell'Asia, il secondo Stato più popolato del mondo dopo la Cina. Le lingue regionali e locali parlate in questo paese sono molto numerose: più di 600! Le città sono affollatissime e molti Indiani vivono in condizioni di estrema povertà, anche se negli ultimi decenni questo paese ha fatto grandi progressi economici. Le religioni in India sono numerose: quella principale è l'induismo. L'animale simbolo del paese è l'elefante: è lui che, secondo gli Indiani, regge il peso del mondo, e si dice che sia stato un elefante a dare l'annuncio della nascita di Buddha, fondatore della religione buddista. Poiché gli Indiani credono in tante divinità diverse, venerano anche un dio che ha la testa di elefante: si chiama Ganesh, e ai piedi della sua statua si portano doni e anche dolci e noci di cocco.

Il gigante dell'Asia: la Cina

L'altro gigante dell'Asia, anzi il gigante per eccellenza, è la Cina. La Cina è il paese più popolato del mondo (1,3 miliardi di abitanti) ed è anche uno dei più grandi. La Cina ha una storia antichissima: duemila anni prima della nascita di Gesù era già un grande impero. Per difendere i confini del paese, gli imperatori costruirono la Grande Muraglia, lunga più di 6.000 km. In Cina ci sono grandi città, come la capitale Pechino, ma la maggioranza della popolazione vive nelle campagne. Il mezzo di trasporto più diffuso è ancora la bicicletta.

La Cina è un paese contadino che si sta rapidamente industrializzando, soprattutto grazie al grande sviluppo del commercio con l'estero. In Cina, la 'festa di Primavera' è importantissima e coincide con il Capodanno. Si costruiscono e si espongono lanterne di tante forme e colori e si fanno scoppiare i petardi (proprio come da noi a Capodanno!).

L'Asia delle isole

Tra i più importanti paesi dell'Asia ci sono il Giappone e le Filippine. Questi due paesi sono formati da un insieme di isole. Il Giappone è costituito da 4.000 isole, ma i Giapponesi vivono soprattutto su quattro di esse. Le Filippine comprendono più di 7.000 isole, la maggioranza delle quali molto piccole e disabitate. Sono isole di origine vulcanica e un po' misteriose: ogni tanto emerge dall'oceano un nuovo isolotto che poi dopo qualche tempo scompare sommerso dalle acque. La lingua ufficiale delle Filippine è il pilipino.

Il cibo più diffuso tra i Giapponesi, i Filippini e tutte le popolazioni del Sud dell'Asia è il riso; la bevanda è il tè.

Perché la pallacanestro?

Il gioco della pallacanestro (basket  in inglese) nella lingua dei Filippini si chiama elan. I Filippini sono piccoli di statura eppure il loro sport preferito è quello dei giganti: la pallacanestro! Nelle Filippine, in tutte le città, nelle piazze e nei cortili delle scuole, c'è un campetto di pallacanestro e a volte sono le palme che fanno da sostegno al cesto.

I luoghi del mondo: Africa

In Africa sono apparsi i primi uomini. Qui è nato probabilmente l'antenato di tutta la nostra specie: sono stati trovati fossili che documentano questa antica origine. Ai nostri giorni l'Africa è un continente poverissimo dove molte persone muoiono per la fame e per la mancanza di medicine

Bianchi e neri

I popoli dell'Africa hanno vissuto in modo indipendente fino a quando, nel corso del 15° secolo, arrivarono gli Europei con le loro armi e le loro navi. Prima di allora erano organizzati in tribù, ma avevano costruito anche grandi e complessi imperi, come quello del Mali. Oggi la popolazione dell'Africa è di oltre 800 milioni di persone ed è in aumento: il ritmo delle nascite è molto alto e supera di gran lunga la mortalità, anche se essa è grande a causa della fame, delle guerre e delle malattie.

L'Africa si può dividere in due grandi aree. L'Africa del Nord, che si affaccia sul Mar Mediterraneo, è detta anche Africa bianca: le popolazioni dei paesi che la costituiscono hanno la pelle olivastra e parlano l'arabo. Le popolazioni dell'Africa nera, costituita da tutti gli Stati situati a sud del deserto del Sahara, hanno generalmente la pelle più scura.

L'Africa bianca e gli uomini blu

La religione più diffusa nell'Africa Settentrionale è l'Islam. Il deserto del Sahara, il più grande deserto del mondo, fa da ponte tra l'Africa bianca e l'Africa nera. Nel deserto abita, tra le altre, una popolazione di circa 3 milioni di pastori nomadi, che si spostano continuamente con le loro tende e i loro animali. Si chiamano Tuareg e sono di origine berbera, appartengono cioè a popolazioni che abitavano originariamente queste terre.

La parte dell'Africa del Nord a ovest dell'Egitto è chiamata con la parola araba Maghreb, che significa "Occidente". Infatti per gli Arabi questi luoghi erano, per l'appunto, l'Occidente. Prima degli Arabi ad abitare questa regione erano i Berberi. Ancora oggi in Marocco sono Berberi 40 abitanti su 100. I paesi del Maghreb sono: Tunisia, Algeria e Marocco.

L'Africa nera

Nella grande area posta al centro e al sud dell'Africa ci sono le popolazioni con la pelle più scura, una difesa congenita contro l'irradiazione solare che è qui più intensa e prolungata. Nei paesi dell'Africa centrale si trovano grandi foreste e la savana, dove vivono animali molto conosciuti: la zebra, l'elefante, la giraffa, il leone, il leopardo e lo sciacallo. Tra i paesi più importanti dell'Africa nera c'è la Repubblica democratica del Congo, grande circa un quinto dell'Europa. La guerra caratterizza ancora la vita di molti paesi dell'Africa nera. Per colpa della guerra spesso la popolazione è costretta a fuggire dalle proprie case e dalle proprie città. Le malattie e le epidemie, come l'AIDS, poi, provocano moltissimi morti. Nei paesi più poveri dell'Africa, infatti, mancano ancora le medicine anche per curare le infezioni più banali.

La tratta degli schiavi

Dopo la scoperta delle Americhe (1492), molti Europei decisero di andare in quei lontani paesi per cercare fortuna e lavorare la terra. Nelle Americhe c'era bisogno di molte persone che lavorassero nelle piantagioni e nelle miniere. Per trovare questa manodopera gli Stati europei organizzarono il commercio degli schiavi neri. Milioni di persone, uomini, donne e bambini, furono catturati sulle coste africane e caricati sulle navi negriere. Gli schiavi venivano incatenati, marchiati a fuoco con l'iniziale del loro padrone e venduti nelle Americhe. Molti di loro morivano durante il viaggio. Negli Stati Uniti la schiavitù è stata abolita nel 1865.

Chi sono i griot?

Il griot è un 'raccontastorie'. Anzi, un cantastorie, perché accompagna i suoi racconti suonando uno strano strumento (strano per noi!), che in alcuni luoghi si chiama kora: si tratta di una grande zucca vuota, tagliata a metà e coperta di pelli di animali. Il griot deve avere una grande memoria per conoscere la storia del suo villaggio e tutti i nomi delle famiglie, dei nonni, dei bisnonni e degli antenati. In Africa fare il griot è un lavoro che si tramanda di padre in figlio. Alcuni griot sono arrivati anche in Italia e a volte raccontano le loro storie nelle scuole.

I luoghi del mondo: Europa

L'Europa è una grande penisola con più di 700 milioni di abitanti suddivisi in 43 stati. Comprende anche parecchie isole, più o meno grandi, ed è divisa in tre parti: una a nord con clima freddo (è vicina al Polo Nord) e tante foreste; una parte centrale, a clima continentale, e una parte più a sud, detta anche regione mediterranea, con clima caldo (è vicina all'Africa). Durante l'antichità la popolazione era concentrata nella zona mediterranea: soprattutto in Italia, Francia, Spagna, Grecia

I popoli del Mare del Nord

I popoli che vivono nelle zone più a nord dell'Europa si chiamano Scandinavi. Sono popoli poco numerosi e abitano in territori molto vasti, ricchi di boschi e foreste. I loro paesi sono la Norvegia, la Svezia, la Danimarca. Oltre ai paesi scandinavi, nel Nord Europa c'è la Finlandia, dove abitano popolazioni di altra lingua e origine. In questi Stati vivono anche molte persone emigrate da paesi più poveri o fuggite a causa di guerre o persecuzioni, che in Scandinavia hanno trovato migliori condizioni di vita. Dell'Europa del Nord fanno parte anche stati 'nuovi' come la Lettonia, l'Estonia, la Lituania. Fino agli anni Novanta questi paesi appartenevano all'Unione Sovietica, ora sono invece Stati indipendenti.

Il centro e le isole d'Europa

L'isola più grande d'Europa è la Gran Bretagna. Vicino alla Gran Bretagna c'è l'Irlanda. La parte meridionale della Gran Bretagna è formata dell'Inghilterra e dal Galles, quella settentrionale dalla Scozia. Lo Stato che comprende questi luoghi è il Regno Unito di Gran Bretagna e d'Irlanda del Nord. Il clima è freddo e piovoso. La gente vive soprattutto nelle città. La capitale del Regno Unito è Londra, che ha più di 7 milioni di abitanti. Molti di questi abitanti provengono da paesi lontanissimi, come l'India e il Pakistan, che un tempo furono colonie inglesi.

Al centro dell'Europa ci sono alcuni dei paesi più popolati e industrializzati: uno in particolare, la Germania, è anche il paese europeo con il maggior numero di abitanti, più di 83 milioni. Fino al 1990 le Germanie erano due: a ovest e a sud la Repubblica Federale Tedesca (RFT), a est la Repubblica Democratica Tedesca (RDT). La RFT era uno stato democratico, la RDT uno stato socialista. Berlino, la città tedesca più importante, era divisa in due da un muro, ed era impossibile per gli abitanti che abitavano nella parte est, appartenente alla RDT, andare a ovest. Il muro di Berlino è stato abbattuto nel novembre del 1989, tra l'entusiasmo e la gioia di tutti gli abitanti della città.

L'Europa latina e l'Europa dell'Est

I paesi europei che si affacciano sul Mediterraneo hanno molti elementi di somiglianza; il Portogallo, la Spagna, la Francia e l'Italia sono chiamati paesi latini perché le loro attuali lingue hanno fortissimi legami con il latino. La religione della maggior parte degli abitanti è quella cattolica. Rispetto al Nord dell'Europa il clima è caldo.

I paesi che vengono definiti dell'Europa dell'Est sono formati da grandi pianure dove l'agricoltura è molto importante e molta gente vive nelle campagne. In questi paesi, come, per esempio, in Polonia e Slovacchia (ma non in Ungheria) la popolazione parla lingue di origine slava.

Una parte dell'Europa dell'Est prende il nome dalla catena montuosa dei Balcani. La parola "Balcani" è di origine turca e significa "montagne". Tra i paesi balcanici ci sono l'Albania, la Bosnia, la Croazia, la Serbia e la Romania. In Italia vivono molti immigrati che provengono dai Balcani. Dei paesi balcanici fa parte anche la Grecia, paese distribuito tra una zona peninsulare, con la costa molto frastagliata, e numerosissime isole che si estendono in tutto il mare Egeo.

Un solo mare, quanti nomi?

Sulle sponde del Mediterraneo sono fiorite diverse e importanti civiltà e sono vissuti tanti popoli. Ogni popolo ha dato al Mediterraneo un nome particolare. Gli Egiziani e i Sumeri lo chiamavano Mare Superiore, i Romani Mare Nostrum, i Fenici Mare Grande. Nella Bibbia, invece, al Mediterraneo vengono dati addirittura tre nomi: Mare Grande, Mare Ultimo, Mare dei Filistei. Una delle piante tipiche del Mediterraneo è l'ulivo. Lungo le sponde del Mediterraneo si affacciano i cinque paesi che sono ai primi posti nella produzione dell'olio d'oliva: Italia, Spagna, Grecia, Tunisia, Turchia.

I luoghi del mondo: Americhe

Le Americhe prendono il loro nome dal navigatore italiano Amerigo Vespucci. Sono formate da America del Nord, America Centrale e America del Sud. L'incontro tra le popolazioni europee, americane e africane avvenuto in queste terre è stato molto importante per la storia dell'umanità.

Cercando l'India trovò l'America

Nell'ottobre 1492 un marinaio gridava a squarciagola: "Terra, terra!". Dopo settimane di navigazione la caravella guidata da Cristoforo Colombo, seguita da altre due caravelle, finalmente toccava terra. Cristoforo Colombo credeva che quella terra fosse l'Oriente (che allora veniva genericamente chiamato India) dove lui effettivamente era diretto e chiamò Indiani i suoi abitanti. Amerigo Vespucci, un altro navigatore italiano, capì che Cristoforo Colombo si era sbagliato e chiamò quelle terre America.

I primi abitanti dell'America non erano molto numerosi, avevano a disposizione un territorio immenso; fino ad allora non avevano avuto contatti con altri paesi del mondo. Ma, dopo Cristoforo Colombo, altri navigatori arrivarono su queste terre. Iniziò così la grande migrazione dall'Europa verso l'America: i primi conquistatori europei che sbarcarono nelle Americhe conquistarono con la violenza le terre delle popolazioni americane indigene.

Un paese di tanti colori

La popolazione dell'America di oggi ha 'tanti colori', perché i suoi abitanti hanno origini diverse: una parte molto piccola discende dai primi abitanti dell'America, una parte discende dai popoli europei e un'altra parte dagli schiavi portati dall'Africa.

Gli Stati Uniti sono il paese più ricco del mondo, con grandi città e grattacieli. E sono sicuramente uno degli stati americani più 'colorati'. Su 280 milioni di abitanti 25 milioni sono di origine italiana. Molti Statunitensi sono anche di origine irlandese o tedesca. È rilevante anche l'emigrazione ebraica, iniziata nel Seicento, mentre recentemente è aumentata l'emigrazione dai paesi del Sud-Est asiatico, per esempio dal Vietnam, e quella di cittadini di origine ispanica, provenienti soprattutto dal Portorico e dal Messico. Gli stessi Americani dicono che la loro terra è una Salad bowl, espressione che significa "insalatiera", per indicare le origini diverse degli abitanti degli Stati Uniti.

Oggi i Pellirosse, i discendenti del popolo che abitava l'America prima che fosse scoperta, sono solo 2 milioni e una parte di loro vive confinata nelle riserve, aree chiuse, create dal governo degli Stati Uniti nella seconda metà dell'Ottocento, che rappresentano gli unici lembi di terra oggi concessi agli antichi abitanti delle Americhe.

Le tre Americhe

Siamo abituati a dire America, ma in realtà le Americhe sono almeno tre.

L'America Settentrionale comprende tre grandi Stati: il Canada, gli Stati Uniti e il Messico. Il Canada è uno dei primissimi paesi al mondo per grandezza. Una parte del suo territorio è ghiacciata: e lì gli abitanti vivono nelle case di ghiaccio, gli iglù. Questi abitanti si chiamano Eschimesi, parola che nella loro lingua significa "mangiatori di carne cruda".

Poi c'è l'America Centrale, una stretta striscia di terra dove si trovano paesi come il Guatemala, l'Honduras, il Nicaragua e tante isole famose come mete turistiche. L'isola più grande dell'America Centrale è Cuba.

Infine c'è l'America Meridionale, altra terra dei primati: c'è la più grande foresta del mondo, la foresta amazzonica, una delle più lunghe catene montuose del mondo, le Ande, e ci sono anche estesissime praterie dove si coltiva il grano e dove pascolano grandi mandrie di bovini.

New York

La prima immagine che si presentava agli occhi degli emigrati europei che arrivavano in America con la nave era quella di una statua: la statua della Libertà, ancora oggi considerata, in tutto il mondo, il simbolo di New York e degli Stati Uniti. Gli abitanti di New York sono un miscuglio di popolazioni. Molti quartieri si formarono inizialmente raggruppando individui che venivano dagli stessi paesi: nacquero così Little Italy, Chinatown o Harlem, il quartiere dei Neri. A New York ci sono grattacieli altissimi. Due di questi, le Twin Towers ("Torri Gemelle"), crollarono nell'attentato terroristico dell'11 settembre 2001.

I luoghi del mondo: Oceania

L'Oceania è uno strano continente, composto da migliaia di isole sparse nell'oceano. è proprio l'Oceano, quello Pacifico, a dare il nome a questo continente. Quasi tutte le isole dell'Oceania sono piccole o piccolissime, ma c'è anche un'isola di enormi dimensioni, l'Australia, la più grande dell'Oceania e di tutto il mondo

Un continente fatto di isole

L'Oceania è il continente meno popolato: solo 31 milioni di abitanti, poco più della metà degli Italiani, distribuiti in tante isole, alcune piccolissime, sparse nell'Oceano Pacifico. Le due isole maggiori sono l'Australia e la Nuova Zelanda, dove vivono popolazioni di origine europea: soprattutto Inglesi, ma anche Tedeschi, Olandesi e Italiani. Negli ultimi decenni sono arrivati molti immigrati dall'Asia. Sono invece pochissimi gli antichi abitanti delle isole: sono chiamati Aborigeni quelli australiani e Maori quelli neozelandesi. In alcune altre isole prevalgono invece le popolazioni indigene, organizzate in tribù, come i Papua della Nuova Guinea. L'esplorazione europea dell'Oceania iniziò nel Cinquecento. Nella seconda metà del Settecento l'esploratore e navigatore inglese James Cook compì in Oceania spedizioni molto importanti che fecero scoprire agli Europei i grandi territori e le immense ricchezze naturali di questi posti.

L'Australia e la Nuova Zelanda

L'Australia è l'isola più grande del mondo, sempre che un territorio così vasto (è 25 volte più grande dell'Italia) possa essere considerato un'isola. È in gran parte desertica e i pochi milioni di abitanti vivono nelle grandi città della costa. La capitale è Canberra. Altre città importanti sono Sydney e Melbourne. La maggior parte degli abitanti è di origine inglese. La Nuova Zelanda è formata da due isole: l'isola del Nord e l'isola del Sud. Anche in Nuova Zelanda la lingua ufficiale è l'inglese. Le tradizioni, le feste, la religione e la lingua sono inglesi. Si potrebbe definire la Nuova Zelanda "il paese più inglese fuori dall'Inghilterra". I primi Europei cominciarono ad approdare sulle coste della Nuova Zelanda tra la fine del Settecento e l'inizio dell'Ottocento.

Le altre ventimila isole

Sono più di 20.000 le altre isole e isolette sparse nell'Oceano Pacifico. Le più note e le più amate dai turisti sono le isole Samoa, Figi, Nuova Guinea, Salomone, Tonga. Il clima è molto caldo e secco. In alcune di queste isole, che in passato erano difficilmente raggiungibili e quindi escluse dal contatto con altri popoli, si vive ancora seguendo antiche tradizioni. Le famiglie sono molto numerose e allargate: i singoli nuclei familiari arrivano a comprendere anche i cugini e i parenti meno prossimi. Più famiglie costituiscono un clan. In molti casi la discendenza non si trasmette di padre in figlio, come da noi, ma di madre in figlio.

Attenti al boomerang

Il boomerang è un oggetto simbolo dell'Australia, un'immagine conosciuta in tutto il mondo. È un bastone da lancio con caratteristiche speciali, che ubbidisce a principi fisici utilizzati anche nella progettazione delle ali degli aerei. Il boomerang più noto è quello che ritorna nelle mani del lanciatore dopo il volo. Viene usato molto spesso ancora oggi dagli aborigeni australiani per la caccia agli uccelli. Ci sono altre tipologie di questo strumento: per la caccia grossa e per i combattimenti veniva usato un tipo di boomerang più grande e pesante che però non ritornava indietro. Il boomerang era l'arma ideale nel leggero bagaglio del cacciatore nomade. Può servire come bastone da scavo o trasformarsi in strumento musicale. A volte, decorato con immagini ispirate alla mitologia e agli antenati, diventa un oggetto sacro.

Cosa danzano i rugbisti della Nuova Zelanda?

Lo sport nazionale della Nuova Zelanda è il rugby. La divisa della squadra è completamente nera e quando i giocatori scendono in campo eseguono una danza degli antichi abitanti dell'isola, i Maori. Anticamente la danza veniva eseguita prima dell'attacco in battaglia, come facevano anche molte altre tribù del mondo. Oggi invece la danza precede la battaglia sul campo sportivo.

Con la valigia in mano

Gli uomini hanno sempre camminato molto e cercato luoghi migliori per vivere. Anche oggi si spostano, emigrano, viaggiano, in gruppo o da soli. E a volte devono anche scappare. Ancora ai nostri giorni le guerre, la fame e la persecuzione etnica, politica o religiosa costringono alla fuga milioni.

di persone.

In continuo movimento

Gli uomini non sono mai stati fermi. Fin dai tempi più antichi si sono spostati lasciando il luogo nel quale erano nati. Quando decisero di fermarsi cominciarono a costruirsi capanne o case di pietra e ad allevare gli animali. Nacquero così i primi accampamenti e i primi villaggi. Ma anche da questi luoghi spesso prima o poi bisognava spostarsi. Anzi, certe volte, bisognava proprio scappare. Perché non c'era più cibo, perché l'inverno era particolarmente freddo o perché erano arrivati altri gruppi di uomini più forti e prepotenti. E allora bisognava cercarsi un altro luogo dove vivere. Bisognava 'far le valigie'! Si mettevano i propri oggetti dentro sacchi fatti con le pelli degli animali che venivano trasportati sopra bastoni intrecciati, oppure si caricavano le 'valigie' sul dorso degli animali: asini, cavalli, cammelli e qualche volta anche elefanti.

Migrano gli animali e gli esseri umani

Anche oggi gli uomini si spostano, emigrano in altri luoghi per andare a stare meglio. Il verbo 'emigrare' si usa anche per gli animali che si spostano da un luogo all'altro in cerca di cibo, o da un paese più freddo a un paese più caldo. Le cicogne e le rondini, per esempio, sono uccelli migratori (v. migrazioni e orientamento). La differenza tra oggi e i tempi più antichi è che oggi gli emigranti si spostano individualmente. Vanno in un altro paese per cercare un lavoro. Nell'antichità non era possibile, i pericoli erano troppi, e quindi le migrazioni, cioè gli spostamenti, erano sempre di gruppi numerosi, interi villaggi o addirittura popoli.

A volte le popolazioni si spostavano perché inseguite o aggredite dai nemici. Questo succede anche oggi: i rifugiati sono le persone che cercano aiuto o protezione in un altro paese.

Siamo tutti emigranti

All'inizio del Novecento molti Italiani partivano per andare in cerca di lavoro e di una vita migliore. Avevano valigie di cartone e viaggiavano sui treni per arrivare in Belgio, in Francia, in Svizzera e in Germania. Oppure viaggiavano sulle navi se partivano per paesi lontanissimi, al di là dell'Oceano, come il Brasile, l'Argentina, gli Stati Uniti, il Canada.

Oggi invece c'è una forte emigrazione anche verso l'Italia: per esempio, ci sono molte donne venute da paesi lontani a lavorare nelle nostre case. Aiutano gli anziani e accudiscono i bambini. Vengono dalle Filippine, dal Perù, dalla Romania e da tanti altri paesi. In Italia sono quasi 400.000. Qualcuno le chiama colf oppure domestiche o badanti, ma sarebbe meglio conoscerle un po' di più e … chiamarle per nome.

Nuovi compagni di scuola

Nella scuola italiana ci sono tanti bambini filippini, peruviani, rumeni, albanesi, cinesi. I bambini stranieri nella scuola italiana sono un bel numero. Per esempio, nell'anno 2004 i bambini immigrati sono arrivati a oltre 300.000: essi provengono da 190 paesi del mondo. Ai primi posti tra i paesi di provenienza ci sono l'Albania e il Marocco. Molti di questi bambini sono nati in Italia e parlano l'italiano come noi. Altri bambini sono arrivati in Italia che già sapevano leggere e scrivere nella loro lingua e adesso stanno imparando a leggere e scrivere anche in italiano.

Dagli Appennini alle Ande

Ora tante donne straniere vengono a lavorare nelle nostre case. Ma ecco cosa scriveva Edmondo De Amicis nel lontano1886, in un racconto mensile del libro Cuore:

"Molti anni fa un ragazzo genovese di 13 anni, figliuolo di un operaio, andò da Genova in America, solo, per cercare sua madre. Sua madre era andata due anni prima a Buenos Aires, città capitale della Repubblica Argentina, per mettersi a servizio di qualche casa ricca, e guadagnare così in poco tempo tanto da rialzare la famiglia caduta nella povertà e nei debiti. Non sono poche le donne coraggiose che fanno un così lungo viaggio… ".

Biblioteca fantastica

""Con le ultime forze che mi restano voglio deporre un uovo. Amico gatto si vede che sei un animale buono e di nobili sentimenti. Per questo ti chiedo di farmi tre promesse. Mi accontenterai?"… Zorba pensò che la povera gabbiana stava delirando e che con un uccello in uno stato così pietoso si poteva solo essere generosi.

"Ti prometto tutto quello che vuoi, ma ora riposa" miagolò impietosito". Se, come si dice, un incontro può cambiare la vita, quello del gatto con una gabbiana sicuramente ha l'effetto di un ciclone. È piombata un bel mattino sul suo balcone, con le piume ricoperte da una patina nera, spessa e oleosa. Una macchia di petrolio l'ha investita mentre andava al grande convegno dei gabbiani del Mar Baltico, del Mare del Nord e dell'Atlantico.

Un rapporto breve il loro, giusto il tempo necessario per una promessa. Poi la gabbiana chiude gli occhi per sempre e il gatto cova l'uovo fino al giorno in cui si schiude. Da quel momento la sua vita ha una svolta. "Mamma! Mamma!" urla l'uccellino. Che shock per il povero Zorba!

E per giunta il pennuto ha fame! Il felino non sa proprio che pesci prendere. Prova a saziarlo con una patata, qualche croccantino … Ma il becco è ancora morbido e poi i volatili mangiano insetti: meglio una mosca! Decisamente appartengono a due mondi diversi. Col tempo, però, il gatto si abitua a quella presenza e fa di tutto perché la gabbianella diventi un uccello e impari a volare. "…ci lusinga che tu voglia essere come noi", le dice Zorba, "ma sei diversa e a noi piace che tu sia diversa".

Insomma, alla fine il gatto si convince che la diversità è una gran bella cosa. Ma come sarebbe? A scuola ci ripetono sempre che siamo tutti uguali! Certo, in quanto a diritti e a doveri lo siamo. Ma hai pensato a quanto sarebbe triste il mondo se fossimo esattamente uguali uno all'altro? Saremmo un po' come robot, con la stessa faccia, lo stesso carattere, le stesse idee. Che noia un mondo fatto così!

Se abitassimo in un posto simile nessuno cercherebbe la compagnia degli altri perché saprebbe sempre in anticipo cosa pensano, cosa provano e come si comportano. Mai una sorpresa, una novità, un'opinione diversa. Per fortuna da noi certe cose non accadono. Sulla Terra nessun uomo è uguale a un altro; siamo tutti diversi e, siccome siamo anche curiosi, ci piace avere nuovi amici.

Il desiderio di incontrare un amico viene un giorno a una macchia di colore di nome Piccolo Blu che va in cerca di Piccolo Giallo. Che felicità ritrovarsi! Per la contentezza i due si abbracciano forte, ma così forte che i loro colori finiscono per mescolarsi. E poiché ogni nuovo incontro ci cambia un poco, i due diventano una cosa sola: un'unica macchia verde. Felici di quella comunione i due saltano e corrono fino a sera. Ma quando tornano alle loro case, i genitori stentano a riconoscerli in quell'indistinto colore verde. Quante lacrime piangono i nostri piccoli amici, lacrime grosse e calde, blu e gialle, fino a sciogliersi completamente. Ma poi, quando anche l'ultima goccia è versata, ciascuno si ricompone nel proprio colore e insieme corrono a raccontare a tutti la magia del loro incontro.

Che fortuna incontrare qualcuno che ci completa! Magari fosse sempre così facile! Per cercare un contatto bisogna essere in due e non è detto che l'altro sia sempre disponibile. Già, perché se l'altro non è uguale a me allora devo anche accettare che la pensi in modo diverso. A volte si tratta solo di aspettare pazientemente il momento giusto.

Il ragazzo che tutte le mattine si presenta allo zoo davanti alla gabbia del lupo, non ha fretta. Se ne sta lì fermo per ore a guardare quell'animale triste e solitario che invece lo ignora. Da tempo Lupo Azzurro ha smesso di interessarsi agli uomini, da quando lo catturarono tra i ghiacci della sua Alaska: divenne cieco da un occhio e lo rinchiusero in gabbia. Ma deve ammettere che lo sguardo di quel ragazzo fisso su di lui ora lo turba.

Poi un giorno, inaspettatamente, il lupo decide di affrontarlo.

"E bruscamente si ferma. Si siede eretto, proprio davanti al ragazzo. E anche lui si mette a fissarlo. Non quello sguardo che vi passa attraverso, no: il vero sguardo, lo sguardo fisso. Ci siamo, adesso sono faccia a faccia".

Ma il lupo è a disagio. Non riesce a guardare col suo unico occhio quelli del ragazzo, entrambi aperti. Il giovane intuisce il fastidio, chiude una palpebra e aspetta. Ora che sono tra pari tutto è più facile: può guardare in fondo alla pupilla nera del lupo e ascoltare cosa ha da raccontare. E siccome ogni incontro è uno scambio, dopo il racconto toccherà al ragazzo prendere la parola. E la sua storia sarà unica e irripetibile come quella di ognuno di noi.

Certo non tutti gli incontri vanno a buon fine! Se poi, come la bambina inglese protagonista del Grande Gigante Gentile, il GGG, ci imbattiamo in qualcuno che viene dal pianeta dei giganti, allora subito gridiamo al mostro perché ne abbiamo un sacro terrore. La diversità può far paura e la ragazzina di fifa ne ha da vendere. ""Pre…prego non mi mangi" balbettò Sofia.

Il gigante scoppiò in un boato di risata. "Solo perché io è un gigante, tu pensa che io è un buongustoso cannibalo?".

Ciò che non conosciamo ci spaventa, ma se cerchiamo di capire, allora le prime impressioni possono cambiare. L'incontro serve a conoscerci meglio. Sofia, per esempio, scopre che il Grande Gigante Gentile è l'essere più pacifico dell'Universo. Ora che lo conosce non ne ha più paura e se ne va in giro con lui a soffiare nelle orecchie dei bambini i sogni più belli.

Ma per liberarsi da certi pregiudizi bisogna essere svegli, coraggiosi e voler andare al fondo alle cose.

Un contadino cinese ha un forestiero come vicino di casa. Il loro sembra proprio un incontro impossibile. "Che è venuto a fare qui questo straniero?" dice il vecchio alla moglie. "Dai vestiti si direbbe un montanaro e i montanari, si sa, sono tutti dei ladri. Perciò non diamogli confidenza e vedrai che se ne va". Così, quando un giorno il vecchio non trova il suo secchio, subito dà la colpa al forestiero. "Lo avrai perso come al solito … Cercalo e vedrai che lo trovi!" risponde la moglie. Ma più l'uomo ci pensa e più è convinto che sia stato il vicino. Fino a quando, guarda un po', ritrova il recipiente sul bordo del pozzo dal quale il giorno prima aveva attinto l'acqua per le bestie. "Eppure quel montanaro sembrava proprio un ladro!" continua a ripetere il vecchio. I pregiudizi sono proprio duri a morire! (Maria Cristina Paterlini)

Bibliografia

Roald Dahl, Il GGG, Salani, Firenze 1987 [Ill.]

Enzo D'Alò, La gabbianella e il gatto, Italia 1998 [Ill.]

Leo Lionni, Piccolo blu e piccolo giallo, Babalibri, Milano 1999 [Ill.]

Johanna Marin Coles, Lydia Marin Ross, Il secchio, in L'alfabeto della saggezza, Edizioni EL, Trieste 2001 [Ill.]

Daniel Pennac, L'occhio del lupo, Salani, Firenze 1993 [Ill.]

Luis Sepúlveda, Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare, Salani, Firenze 1996 [Ill.]

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