GERSHWIN, George

Enciclopedia del Cinema (2003)

Gershwin, George (propr. Gershvin, Jacob)

Marta Tedeschini Lalli

Compositore statunitense, di origine russa, nato a New York) il 26 settembre 1898 e morto a Los Angeles l'11 luglio 1937. Considerato uno dei massimi musicisti americani del Novecento, a partire dal 1930 fece convergere nella musica per il cinema i frutti del percorso artistico già maturato nel campo della canzone, nei primi lavori sinfonici, ma soprattutto nelle commedie musicali portate sulle celebri scene di Broadway. Il suo contributo è assai più ampio di quanto appaia dalle poche colonne sonore composte: oltre infatti alle numerose trasposizioni cinematografiche di musical concepiti per il teatro, o persino di poemi sinfonici come An American in Paris (1928), bisogna ricordare le continue riutilizzazioni di brani e canzoni del suo repertorio, che evidenziano una sintonia profonda tra i procedimenti compositivi del musicista e le tecniche del montaggio cinematografico. La citazione delle sue musiche ha assunto nel corso dei decenni, nelle cinematografie di tutto il mondo, una funzione di cifra sonora, un vero e proprio simbolo, della metropoli statunitense.Figlio di ebrei russi immigrati negli Stati Uniti (dove il padre, M. Geršovic, anglicizzò in Gershvin la grafia del suo nome), chiamato George fin da piccolo, non ebbe un apprendistato istituzionale, ma, grazie anche alle doti naturali che gli consentirono un approccio spontaneo alla pratica musicale, cominciò precocemente a guadagnarsi la vita con diversi 'mestieri' legati alla musica, negli stessi anni in cui affrontava e approfondiva gli studi di composizione, analisi, pianoforte. Studiò così a varie riprese con E. Kilenyi, R. Goldmark, J. Schillinger, mentre lavorava a Tin Pan Alley (la via di New York in cui si concentravano le editrici musicali, e da cui trae il nome il complesso della musica di intrattenimento americana di inizio Novecento) come song plugger, eseguendo a richiesta, alla stregua di una 'pubblicità vivente', le canzoni che gli editori cercavano di vendere; lavorò anche come pianista di cabaret e maestro ripetitore per spettacoli musicali. Nel 1916 pubblicò la prima canzone e l'anno successivo un ragtime per pianoforte. Queste prime esperienze, e la sovrapposizione cronologica tra formazione e utilizzazione professionale delle competenze acquisite, gli consentirono un approccio diretto a molti generi, e soprattutto facilitarono un'attitudine all'improvvisazione e una capacità di rielaborare costantemente materiali preesistenti da riadattare a contesti diversi, destinate a rivelarsi centrali nel complesso della sua attività compositiva, e più in particolare nella produzione per il cinema. Lo stile che ne emerse coniugava da un lato la tradizione colta di ascendenza europea con i nuovi generi allora emergenti, come il jazz e la canzone, ma dall'altro introduceva logiche combinatorie tipicamente novecentesche e intimamente connesse con i procedimenti di montaggio caratteristici del cinema. Accanto ai maggiori lavori sinfonici e all'opera, canzoni e commedie musicali costituiscono una parte fondamentale della produzione di G. e del suo rapporto con il cinema; i testi di questi lavori sono per lo più opera di suo fratello Ira (propr. Israel, 1896-1983). Del 1919 sono sia Swanee, la prima canzone di successo, sia La-la-Lucille!, il primo musical composto per Broadway.

Per Hollywood G. cominciò a lavorare con Delicious (1931; La piccola emigrante) di David Butler, che oltre a diverse canzoni comprende il brano strumentale New York rhapsody, poi ampliato per la sala da concerto con il titolo di Second rhapsody (1931). Parte integrante della vicenda narrata, questa composizione viene presentata al pianoforte e commentata nel film da uno dei personaggi (un compositore russo emigrato negli Stati Uniti, con evidente riferimento alle vicende biografiche di G.). Butler svolse un ruolo rilevante nella fase finale di elaborazione della colonna sonora, integrando tra l'altro nelle musiche di G. rumori provenienti dalla città. In questo come negli altri film per cui compose, G. non intervenne direttamente nelle fasi di realizzazione, secondo la rigorosa divisione dei compiti nell'industria hollywoodiana che delegava queste operazioni ad arrangiatori e orchestratori, sotto la responsabilità drammaturgica del regista. Pur se quindi parte dei meriti relativi al prodotto finito non possono essere attribuiti all'autore, la qualità dei risultati mette tuttavia in luce un aspetto del tutto particolare della sua musica, le cui caratteristiche compositive consentivano anche a terzi operazioni di smontaggio e riassemblaggio preziosissime per l'utilizzo cinematografico. Di tale qualità si sarebbero avvalsi in seguito molti registi, integrando parti grandi o piccole delle sue composizioni in nuove colonne sonore, spesso con l'intento di denotare musicalmente la vita delle metropoli americane. Nel 1937 G. realizzò le musiche per Shall we dance (Voglio danzar con te) di Mark Sandrich e di A damsel in distress (Una magnifica avventura) di George Stevens, due film interpretati da Fred Astaire, in cui i numeri di danza caratterizzano e condizionano anche lo svolgimento musicale. Oltre agli arrangiatori, lo stesso Astaire intervenne infatti nella rielaborazione del materiale musicale, selezionando e amplificando singoli elementi, ritornelli, brevi estratti, per adattarli alle proprie coreografie. La morte del compositore lasciò incompiuta la colonna sonora di The Goldwyn follies (1938; Follie di Hollywood) di George Marshall, per la quale, oltre alle canzoni che riuscì a completare, G. avrebbe dovuto creare una nuova suite sinfonica.Oltre a numerose commedie musicali, dopo la morte del compositore hanno conosciuto trasposizioni cinematografiche anche il poema sinfonico An American in Paris, la cui versione cinematografica, con la celebre interpretazione di Gene Kelly e la regia di Vincente Minnelli, uscì nel 1951 (Un americano a Parigi), e l'opera folk Porgy and Bess (1935), che fu portata sul grande schermo nel 1959 da Otto Preminger. Specie nel primo caso, pur rimanendo fortemente caratterizzanti, le musiche di G. vennero integrate in una colonna sonora di cui altri autori portavano la responsabilità complessiva. Tra i molti film che nei decenni successivi avrebbero ripreso o citato sue composizioni, va ricordato Manhattan (1979) di Woody Allen, che alla musica di G. affidò con grande efficacia l'ambientazione sonora del famoso quartiere di New York. La fondamentale Rhapsody in blue (1924) costituisce poi uno degli episodi del film collettivo di animazione Fantasia/2000 (1999; Fantasia 2000), in cui accompagna il racconto ambientato nella New York degli anni Trenta. Alla vicenda umana e artistica di G., reinventata secondo i cliché del musical hollywoodiano, sono dedicati il film biografico Rhapsody in blue (1945; Rapsodia in blu) di Irving Rapper e il documentario Gershwin (1992) di Alain Resnais.

Bibliografia

E. Jablonski, M.A. Cane, Gershwin's movie music, in "Film in review", 1951, 10.

Ch. Schwartz, Gershwin. His life and music, Indianapolis-New York 1973.

I. Kahn Atkins, Source music in motion pictures, Rutherford 1983.

C. Piccardi, "Dev'esserci stata l'immagine di qualche cosa nella mente del compositore". Riflessi di estetica cinematografica, in Gershwin, a cura di G. Vinay, Torino 1992, pp. 256-304.

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