Grosz, George

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Pittore e disegnatore (Berlino 1893 - ivi 1959). Studiò all'Accademia di Berlino, completando la sua formazione a Parigi. Soldato di fanteria durante la prima guerra mondiale, nel 1918 fu tra i fondatori del gruppo Dada di Berlino e dal 1925, con O. Dix, tra i più significativi rappresentanti della Neue Sachlichkeit. Nella sua opera grafica e pittorica, che costituisce indubbiamente il più drammatico documento della crisi morale del primo dopoguerra, si mescolano il macabro, il grottesco, l'atroce, l'osceno con l'intento di esprimere il disgusto per il militarismo, per i capitalisti, quali responsabili dei massacri, per la chiesa e per la borghesia. Oltre che ai disegni, corredati talvolta da poesie o battute, e ai dipinti (Metropolis, 1917, New York, Museum of modern art; Le colonne della società, 1926, Berlino, Nationalgalerie) si aggiunge, dal 1928, la produzione di scenografie per il teatro politico di E. Piscator. Sospetto di simpatie di sinistra e di aver aderito al movimento spartachista, poco prima che il nazismo andasse al potere emigrò in America, dove pubblicò un'interessante autobiografia. Considerato il più acuto e significativo critico sociale nell'ambito della pittura tedesca degli anni Venti, dal 1933 G. si orientò verso soluzioni più naturalistiche e pacate. Membro, dal 1958, dell'Accademia delle arti di Berlino (Ovest), nel 1959 ritornò a Berlino. Eseguì anche illustrazioni per la Divina Commedia.

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