GROTE, George

Enciclopedia Italiana (1933)

GROTE, George

Leandro Zancan

Storico, nato il 17 novembre 1794 a Clay Hill presso Beckenham (Kent), morto a Londra il 18 giugno 1871. Dal 1842 si diede tutto agli studî storici. Nel 1846 uscivano i primi due volumi della sua opera capitale, la History of Greece (5ª ed. definitiva, 10 voll., Londra 1888; trad. ital., incompleta, Napoli 1855 segg.), disegnata fin dal 1822, compiuta nel 1856. Nel 1865 pubblicò Plato and the other Companions of Sokrates (ed. definitiva, voll. 4, Londra 1888). Le sue opere minori furono edite a cura di Alessandro Bain (Minor Works, Londra 1873).

La Storia della Grecia del G. parve far dimenticare tutte le precedenti: egregia per ampiezza di disegno, per minuta cura di particolari. Specialmente segnalate la trattazione della questione omerica, la calda difesa della democrazia ateniese, la riabilitazione dei sofisti, e in genere la rappresentazione della vita culturale greca. Il G. si valse della massa del lavoro filologico, specialmente tedesco, del tempo suo; e se le scoperte epigrafiche e papirologiche e il progresso degli studî hanno tolto valore a gran parte dell'apparato erudito dell'opera, permane tuttavia il suo fascino e la sua influenza - immediata o mediata - sulla media cultura. strettamente connessi con l'ammirazione tradizionale per la libera Grecia e per Atene, la cui storia è la parte centrale e vitale dell'opera. Causa della grandezza ateniese è la costituzione democratica: la libera discussione, il geloso rispetto della "moralità costituzionale". La vita stessa della cultura è partecipe dell'ampio respiro della vita politica: nasce e si esprime in Atene l'ideale greco della perfezione nel pensiero, nella parola, nell'azione; palestra l'agorà; maestri i sofisti, redenti dalle accuse tradizionali. In Atene, libera, potente, splendida per fiorire di lettere e d'arti, il genio greco trovò insomma la sua più perfetta espressione: in essa è l'unità, in essa la fisionomia e il significato della storia greca. Da questo punto di vista le guerre persiane sono prologo alla grandezza ateniese, Cheronea la catastrofe di ogni speranza di libero reggimento.

La convinzione del valore assoluto dello stato liberale, la simpatia per l'espandersi della sua potenza, la fede nella cultura, e un largo ottimismo, sono caratteristiche dell'opera, e ne costituiscono il limite. I.'angustia del concetto liberale si manifesta nelle deficienze della Storia della Grecia, più volte notate (e di recente con maggior rigore dal Ferrabino): nell'aver trascurato il movimento economico e sociale, e nell'aver ridotto la storia greca alla storia del breve fiorire di Atene.

Bibl.: G. Croom Robertson, in Dictionary of National Biography, VIII, pp. 727-736. Sull'opera: C. Wachsmuth, Einleitung in das Studium der alten Geschichte, Lipsia 1895, pp. 39-42; R. von Pöhlmann, Aus Altertum und Gegenwart, 2ª ed., Monaco 1911, pp. 228-261; G. P. Gooch, History and Historians in the Nineteenth Century, 2ª ed., New York 1913, pp. 312-318; K. J. Beloch, Griechische Geschichte, I, 2 (2ª ediz., Berlino 1913), pp. 12-13; E. Fueter, Histoire de l'historiographie moderne, trad. E. Jenmarie, Parigi 1914, pp. 645-647; A. Ferrabino, La dissoluzione della libertà nella Grecia antica, Padova 1929, pp. 105-109.