HERBERT, George

Enciclopedia Italiana (1933)

HERBERT, George

Mario Praz

Poeta, nato a Montgomery Castle (Galles settentrionale) il 3 aprile 1593, di nobile famiglia, morto a Bemerton in data non precisata, ma sepolto ivi il 3 marzo 1633; fratello minore del poeta lord Herbert of Cherbury. Sulla formazione del suo temperamento artistico ebbe influsso decisivo John Donne. Dopo brillanti studî a Westminster Hall e a Cambridge, fu nominato nel 1619 oratore di quell'università, e venne a contatto con la corte e con eminenti personaggi. Francis Bacon gli dedicò la sua versione dei Salmi. Si preparava a una carriera di cortigiano e di segretario di stato, ma la morte del re, di alcuni suoi potenti amici, e il consiglio della madre, che aveva grande ascendente su di lui, gli fecero abbracciare la carriera ecclesiastica.

Nel 1626 fu ordinato diacono ed ebbe la prebenda della parrocchia di Leighton, presso Huntingdon. Colà frequentò la casa religiosa fondata da Nicholas Ferrar a Little Gidding, e trascorse anni di meditazione, intento a confermare la coscienza tuttora esitante nella carriera religiosa. Nel 1629 improvvisamente risolvette di sposare una ricca e bella gentildonna, Jane Danvers, il cui padre, l'Earl of Danby, per lungo tempo aveva desiderato tale unione. Nel 1630 accettò da Carlo I il beneficio di Fugglestone-cum-Bemerton, presso Salisbury, e venne ordinato sacerdote nel settembre. A Bemerton si diede a vita contemplativa, al servizio della chiesa, alla musica, alla composizione di versi, del trattatello sul Country Parson, della versione del Trattato della Vita Sobria di Ludovico Cornaro; e raggiunse quello stato di perfezione spirituale che traspare da alcune delle sue più armoniose poesie. Di questo periodo ci resta un affascinante quadro nella Life of Herbert di I. Walton. Gracile fin da ragazzo, morì di consunzione.

Il manoscritto dei suoi versi, consegnato al Ferrar, apparve per le stampe a Cambridge nel 1633 col titolo The Temple: Sacred Poems and Private Ejaculations. Dagli oggetti e dalle circostanze del rituale religioso H. coglie occasione per ispirate immagini e lambiccati concetti, secondo il gusto emblematico dell'epoca: ogni sia pur umile occasione vien trasportata al morale, ma la spontanea vena e la ferma convinzione religiosa riescono ad avvivare la materia spesso artificiosa e didattica. Assai meno complesso del Donne, H. segue in tono minore la maniera "metafisica" di lui, colorandola della propria squisita sensibilità. Le sue migliori poesie non si levano mai alla robusta tempra e al tono di travagliata spiritualità di quelle del Donne, ma piacciono per la leggiadria del disegno e dell'esecuzione: tali The Pulley, The Windows, The Collar, Easter Wings, Jordan, The Church-floor, Church Monuments, Virtue. Il Temple divulgò e rese accessibile ai poeti devoti del secolo il tipo d'ispirazione "metafisica" del Donne; in quel volume trovò espressione l'ideale anglicano di Hocker e di Laud.

Bibl.: I. Walton, Life of George Herbert, 1670, e altre edizioni in Lives del Walton; G. H. Palmer, The Life and Works of G. H., Boston e New York 1905; 2a ed., 1915, voll. 3 (edizione completa delle opere inglesi del H.).

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