POULET, Georges

Enciclopedia Italiana - IV Appendice (1981)

POULET, Georges

Massimo Colesanti

Critico letterario belga, nato a Chênée il 29 novembre 1902. Dopo avere studiato filosofia e lettere nella città natale, ha insegnato a vario titolo letteratura francese in università inglesi e americane; poi, per un lungo periodo (1957-69), nell'università di Zurigo, e infine (1969-72), nell'università di Nizza.

Pur ricollegandosi, per sua ammissione, alla "école de Genève" e quindi a una critica essenzialmente tematica e soggettiva, ha fisionomia propria. In tutte le sue indagini ha privilegiato le categorie fondamentali del tempo e dello spazio, e la loro relazione o sovrapposizione nella realtà di un'opera letteraria. La letteratura è per lui il riflesso di diverse concezioni ed esperienze del Tempo, nella sua triplice forma di eternità o di durata divina; di discontinuità angelica (Aevum), che non ha bisogno di tramite temporale per passare da idea a idea, e da istante a istante; di continuità umana, segnata da un senso radicale di "successione", quindi di limite. A quest'ultimo temps humain, di cui noi, pur partecipi degli altri due - dice P. - ci sentiamo prigionieri, egli ha dedicato una "quadrilogia" che resta la sua opera più importante: Études sur le temps humain (1949), che dà il titolo a tutta la raccolta; La distance intérieure (1952); Le point de départ (1964); Mesure de l'instant (1968), con saggi su scrittori molto diversi e lontani, e non soltanto francesi. Non meno notevoli i suoi studi sullo spazio (e il termine di "distanza interiore" è già spaziale-temporale), come quello sull'Espace proustien (1963), guidati egualmente da un metodo di penetrazione-distruzione interna di un'opera, per meglio aderire e identificarsi alla sua creazione continua. Conferme dirette e indirette del suo metodo critico sono in certo senso le sue riflessioni sulla critica (Les chemins actuels de la critique, 1967; La conscience critique, 1971), mentre all'approfondimento di un'altra "categoria" che comprende tutte le altre - la coscienza - è dedicato il suo ultimo libro, Entre moi et moi (1977). Inoltre: Les Métamorphoses du cercle (1961), Trois essais de mythologie romantique (1966), Benjamin Constant par lui-même (1968).

Bibl.: J. H. Miller, The literary criticsm of Poulet, in Modern language notes, LXXVIII (1963), pp. 471-88; S. N. Lawall, Poulet, in Critics of consciousness, 1968; P. de Man, Vérité et méthode dans l'oeuvre de G. Poulet, in Critique, luglio 1969, 266, pp. 608-23; F. Giacone, L'école de Genève: mythe ou réalité? (intervista con G. Poulet), in micromégas, II, 2 (maggio-agosto 1975), pp. 67-80.

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