NERVAL, Gérard de

Enciclopedia Italiana (1934)

NERVAL, Gérard de

Ferdinando Neri

Il suo vero nome fu Gérard Labrunie; nato a Parigi il 22 maggio 1808 e qui vi morto il 26 gennaio 1855. Fu allevato da un prozio in un paesello dell'Île-de-France e ne ritrasse un senso delicato e nostalgico della campagna, che formò sempre una delle note più pure della sua poesia. Studiò a Parigi e fece parte del cenacolo romantico; scrisse per i giornali e i teatri, assumendo lo pseudomino di N. da una terra vicina a Mortefontaine. Ebbe una cultura estesa, e buona conoscenza della letteratura tedesca; tradusse per intero il Faust di Goethe e poesie scelte di Klopstock, Schiller, Bürger; imitò i racconti fantastici di Hommann, non senza una leggiera vena d'umorismo. Viaggiò in Germania, e più tardi in Oriente; ma a cominciare dal 1841 subì, ad intervalli, crisi mentali sempre più gravi che turbavano e interrompevano il suo lavoro. D'animo semplice, sognatore, inerme di fronte alle difficoltà della vita, che il suo male gli rendeva ancor più gravi, si ridusse in miseria, e la sua fine (appiccato a un'inferriata in una viuzza della vecchia Parigi) deve attribuirsi con ogni probabilità a suicidio.

Oltre alla versione del Faust (1828), gli scritti principali del N. (pubblicati a più riprese, talora frammentarî, raccolti in volume con titoli diversi) sono: il Voyage en Orient (1856), che riunisce le Scènes de la vie orientale: Les femmes du Caire (1849), Les femmes du Liban (1850), Les nuits de Ramazan (1850); alcuni drammi storici, fra i quali L'Imagier de Harlem ou la découverte de l'imprimerie (1852; in collaborazione con J. Méry e B. Lopez); Les Illuminés (1852), racconti e profili di spiriti singolari (Restif de la Bretonne, Cagliostro, ecc.); Loreley: Souvenirs d'Allemagne (1852); Petit châteaux de Bohême (1853) e La Bohême galante (1855); Contes et facéties (1852); Les Filles du feu (1854) e Aurélia ou le Rêve et la Vie (1855). Fra i ritratti ideali delle Filles du feu figurano le pagine più belle del N.: Sylvie: Souvenirs du Valois, evocazione limpida e accorata dei suoi ricordi d'infanzia.

Lo strano racconto d'Aurélia, in cui egli era assorto nei suoi ultimi giorni di vita, tenta di frangere i confini della realtà sulle tracce di una mistica e amorosa fantasia. Del N. ci rimangono poche liriche sparse: i sonetti delle Chimères, velati di simboli e d'emblemi, e le squisite e familiari Odelettes.

Ediz.: Øuvres complètes a cura di A. Marie, J. Marsan e E. Champion, Parigi 1926 segg., in corso di pubblicazione: il I vol. comprende la Bibliographie des Øuvres de G. de N., a cura di A. Marie. In appendice all'ediz. si pubblica la Bibliothèque G. de N., di cui è uscito il vol.: P. Audiat, L'Aurélia de G. de N. (1926).

Bibl.: A. Marie, G. de N.: Le poète, l'homme, d'après des mss. et documents inédits, Parigi 1914; id., Bibl. des oeuvres de G. de N., ivi 1927.

© Istituto della Enciclopedia Italiana - Riproduzione riservata