RICHTER, Gerhard

Enciclopedia Italiana - V Appendice (1994)

RICHTER, Gerhard

Alexandra Andresen

Pittore tedesco, nato a Dresda il 9 febbraio 1932. Compiuto un primo apprendistato a Zittau come disegnatore pubblicitario e decoratore teatrale, tra il 1952 e il 1957 studiò presso la Hochschule für bildende Künste di Dresda, approfondendo tecniche diverse, dall'acquerello alla pittura murale, e maturando un saldo linguaggio figurativo legato alle istanze del realismo socialista. Nel 1961, emigrato nella Germania occidentale, si stabilì a Düsseldorf, dove ebbe modo di confrontarsi con un più complesso ed eterogeneo panorama artistico e in particolare con esperienze legate alla Pop art e al Nouveau réalisme; a Düsseldorf frequentò anche i corsi tenuti dall'astrattista K.O. Goetz presso la Staatliche Kunstakademie (1961-64). Vincitore nel 1967 a Recklinghausen del Kunstpreis Junger Westen, R. ha tenuto numerose mostre personali in Europa e negli Stati Uniti (di rilievo le retrospettive del 1986 presso la Städtische Kunsthalle di Düsseldorf; del 1988 all'Art Gallery of Ontario di Toronto e del 1990 al Museum Ludwig di Colonia) e ha partecipato a importanti rassegne tematiche (9 young artists, Guggenheim Museum di New York, 1969; New multiple art, Whitechapel Art Gallery di Londra, 1971; Avant-guarde in the Eigthies, Los Angeles County Museum of Art, 1987) e periodiche (xxxvi Biennale di Venezia, 1972; Documenta 6, 7 e 8 di Kassel, 1977, 1982 e 1987). Docente presso l'Accademia di Düsseldorf dal 1971, nel 1981 ha ricevuto il premio Arnold Bode di Kassel e, nel 1985 a Vienna, il premio O. Kokoschka.

L'amicizia e l'intensa collaborazione con S. Polke e con il suo futuro gallerista, K. Fischer (noto anche con lo pseudonimo Konrad Lueg), sfociò, nel 1963, in Eine Demonstration für den kapitalistischen Realismus, una sorta di happening, allestito in risposta alle novità espressive proposte in quegli stessi anni dal gruppo Fluxus, che rimase tuttavia un'esperienza isolata nell'ambito della sua ricerca. Sensibile alle soluzioni informali di J. Dubuffet e alla nuova figurazione di F. Bacon, R. si orientò verso una sua propria definizione pittorica del reale (Tisch, 1962, Kiel, Kunsthalle; Portatori di bara, 1962, Monaco, Staatsgalerie) ed elaborò le prime opere ispirate a immagini fotografiche di giornali, riviste o vecchi album di famiglia. La nuova tendenza a tradurre in immagini pittoriche, sfumate e prevalentemente in bianco e nero, una realtà fissata fotograficamente nasceva dall'esigenza, divenuta poi una costante del suo lavoro, di un'oggettività priva di emozione, fondata su pochi elementi: luce, colore, movimento (Famiglia al mare, 1964, Bonn, Städtisches Kunstmuseum; La regina Elisabetta, 1967, Wiesbaden Museum; 48 ritratti, 1972, Aquisgrana, Neue Galerie). La perfetta padronanza dei mezzi pittorici e il desiderio di una maggiore semplificazione formale, non disgiunta da un'instancabile esigenza di sperimentazione, lo spinsero a produrre, tra la fine degli anni Sessanta e la seconda metà degli anni Settanta, un ricco ed eterogeneo corpus di opere: accanto alle serie Diagrammi di colore, Finestre e Porte (Finestra, 1968, Bonn, Städtisches Kunstmuseum; 5 porte I, 1967, Colonia, Museum Ludwig; 1025 colori, 1973, Parigi, Musée National d'Art Moderne) compaiono, infatti, Paesaggi urbani e Vedute di mare (Mare, 1970, Berlino, Nationalgalerie) che preludono, con la serie delle Nubi (Nubi, 1970, Ottawa, National Gallery), alle variazioni astratte dalle sottili e sinuose pennellate di densi impasti materici (Rosso, Blu e Giallo, 1972, Düsseldorf, Kunstmuseum) o dalle levigate superfici monocrome (Grigio, 1974, Bonn, Städtisches Kunstmuseum). Nonostante il recupero di immagini ispirate al paesaggismo romantico tedesco (Granaio, 1983, Canberra, Australian National Gallery; Wisenthal, 1985, New York, Sperone Westwater Fischer Gallery), negli anni Ottanta sembrano prevalere in R. le soluzioni astratte definite da colori più brillanti e metallici stesi con spatole o con pennellate rapide e sommarie (Statico, 1982, Napoli, Fondazione Amelio, Istituto per l'arte contemporanea; Studio, 1985, Berlino, Nationalgalerie; S.D.I., 1986; Novembre, 1989). Vedi tav. f.t.

Bibl.: G. Richter, Bericht über eine Demonstration, Düsseldorf 1963; W. Grohmann, Kunst unserer Zeit, Colonia 1966; P. Sager, Neue Formen des Realismus, ivi 1973. Cataloghi di mostra: G. Richter, S. Polke, Polke/Richter, Hannover 1969; D. Honisch, Gerhard Richter, Venezia 1972; G. Cartenova, Gerhard Richter, Firenze 1976; B.H.D. Buchloh, Gerhard Richter, Parigi 1977; R.H. Fuchs, Gerhard Richter: abstract paintings, Eindhoven 1978; B. Corà, Gerhard Richter, Milano 1981; U. Loock, Gerhard Richter. Aquarelle, Stoccarda 1985; J. Harten, Gerhard Richter. Paintings 1962-1985, Düsseldorf 1986; M. Danoff, R. Nasgaard, Gerhard Richter retrospective, Toronto 1988; Gerhard Richter, Colonia 1990.

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