GERMANIA INFERIOR ET GERMANIA SUPERIOR, Province romane

Enciclopedia dell' Arte Antica (1960)

GERMANIA INFERIOR ET GERMANIA SUPERIOR, province romane

G. C. Susini

La costituzione di una o più circoscrizioni provinciali nei territorî lungo il Reno e a oriente di questo sino all'Elba (Albis) era certamente nell'animo del governo romano, già quando si proponeva di soggiogare nel loro complesso le popolazioni germaniche che abitavano tali territorî; pertanto il comando dei legati imperiali, che a partire dal 38 a. C. e via via con diversi disegni cercarono di attuare il proposito di dominio dei Romani, sino al 16 d. C. - dalle prime spedizioni di Agrippa, alla campagna di Druso e di Tiberio, sino alla sconfitta di Varo, e all'ultima impresa tentata da Germanico, naufragata per il richiamo di quest'ultimo dal comando militare sul Reno -, può essere considerato di fatto un governo provinciale. Il primo atto politicamente perspicuo dell'erezione della nuova provincia fu compiuto da Druso, negli anni dal 12 al 9 a. C., quando ebbe consacrato, presso il sito che poi sarà occupato nel 50 d. C. da una colonia di veterani dando origine alla città Colonia Agrippina (Colonia), e cioè nel territorio degli Ubii, una grande ara per il culto federale delle diverse tribù, in connessione col culto di Roma e di Augusto: l'ara avrebbe dovuto divenire il luogo d'incontro spirituale e politico delle popolazioni germaniche, come il santuario presso l'ara di Lugudunum lo era per le genti delle tres Galliae.

Abbandonato, con il richiamo di Germanico, il proposito di conquista della Germania, tra il Reno e l'Elba, ridotti i rapporti tra Romani e Germani a uno schema di politica difensiva e repressiva dei primi contro le scorrerie e le turbolenze dei secondi, mentre d'altro canto s'intensificavano i rapporti economici e migravano da entrambe le parti le forme e i prodotti delle due culture, si venne a una partizione del comando militare romano in due compagini, ciascuna proposta alla difesa di un'area: rispettivamente la Germania Inferior, comprendente la zona sulla sinistra del Reno da Rigomagus (Remagen) a Vetera (Xanten), la zona dell'estuario renano, nelle terre dei Frisii e dei Batavi e il medio bacino della Mosa sino alla catena delle Ardenne (Arduenna silva); e la Germania Superior, comprendente il medio e alto bacino del Reno, dalle sorgenti a Antunnacum (Andernach), ed una fascia sulla sinistra sino ai Vosgi (Vosegus mons) e alla linea displuviale con il bacino della Mosella, nonché un amplissimo cuneo tra le tres Galliae nella zona collinare e boscosa delle sorgenti della Mosa e della Mosella, l'alto bacino della Senna (Sequana), l'alto corso dell'Arar (Saône), il bacino del Dubis (Doubs), la zona del Giura (Iura mons), sino al Lemano (Lemannus lacus) e al lago di Eburodunum (Yverdon), ed una fascia a oriente di questi laghi sino al Bodensee (Brigantinus lacus). Nel corpo delle popolazioni celtiche, la Germania Superior inglobava pertanto i territorî di tre tribù, particolarmente note ai Romani nella storia della sottomissione della Gallia: gli Helvetii, i Sequani, i Lingones. La tribù celtica più notevole annessa al territorio della Germania Inferior fu invece quella dei Tungri.

Si venne così a delineare la fisionomia tutta particolare delle provinciae Germaniae, come entità di interesse quasi esclusivamente politico e militare, aree di difesa e di tramite, circoscrizioni di frontiera, senza un'adeguata univocità in compagini etnicamente e culturalmente omogenee: situazione peraltro riscontrabile anche nelle formazioni storiche dei tempi successivi, sino all'età moderna. I riflessi più evidenti di tale aspetto politico delle due province, furono nelle consuetudini religiose delle popolazioni soggette, delle quali solo quelle che si riconoscono come germaniche convenivano all'ara Ubiorum per i riti comuni, mentre le tribù celtiche convenivano a Lugudunum; altresì, i poteri dei magistrati provinciali, che furono sempre legati di rango consolare, anche quando - almeno a partire dalla seconda metà del I sec. - una volta riconosciuta l'autonomia delle due province, furono considerati come veri e propri governatori, esclusero sempre le prerogative finanziarie, poiché fu il procurator della Gallia Belgica a curare l'amministrazione finanziaria delle due Germaniae e, d'altro canto, queste fecero sempre parte della circoscrizione doganale delle Gallie.

Verso la fine del I sec., giunse stabilmente in possesso dei Romani, e fu annesso alla Germania Superior, il vasto terreno degli agri decumates, sulla destra del Reno e nel cuneo tra questo fiume e l'alto Danubio, una zona ove già da tempo si era attuata una forma di insediamento agrario ad opera dei Romani e dei Galli. L'assetto definitivo della zona fu opera di Traiano, e poi di Adriano, che rafforzarono stabilmente il limes di raccordo tra i due fiumi che, dipartendosi da Rigomagus, seguiva la catena del Taunus e parte del corso del Meno (Moenus) e si congiungeva al limes retico, presso l'attuale città di Lorch, lasciando nell'ambito della provincia tutto il bacino del Nicer (Neckar) e l'acrocoro della Selva Nera (Abnoba mons).

A Claudio, Domiziano, Traiano e Adriano si devono i provvedimenti più efficaci per la trasformazione culturale e poleografica della regione: una effettiva unità di interessi si formò ben presto, come dimostrò la rivolta batavica del 69 d. C. sfociata nel tentativo autonomistico di Giulio Civile. Dopo le campagne di Domiziano contro i Catti, nell'83, le vicende delle due Germaniae si riassunsero nelle diverse fasi della pressione contro la frontiera, a partire dalla fine del II secolo, e accompagnate dall'immissione di flussi migratori sempre più consistenti entro le maglie dell'organizzazione romana. La riforma tetrarchica diede alla provincia Inferiore, mutilata delle terre dei Frisii e di parte di quelle dei Batavi, il nome di Germania I, e divise la provincia Superiore, privata definitivamente degli agri decumates, in Germania II, sulla sinistra del Reno tra Autunnacum e le propaggini meridionali dei Vosgi, e in Sequania, nome dato ai terreni dei Lingones, dei Sequani e di parte degli Helvetii; parte delle terre di questi ultimi passarono alla ampliata circoscrizione delle Alpes Graiae et Poeninae; queste province appartennero alla diocesis Galliarum; la metropoli di tutta l'area gallo-germanica fu però Treveri, nella Belgica.

Il sistema paleografico fu originato, lungo le rive del Reno e negli agri decumates, direttamente dalla rete degli accampamenti e dei fortilizi romani: l'abitato civile, talvolta in prosecuzione di un borgo indigeno, sorgeva presso gli accampamenti con struttura urbanistica regolare, e presso i fortilizi minori come agglomerato. Gli accampamenti erano collocati a Noviomagus (Nimega), Vetera (Xanten) e Novaesium (Neuss) nella provincia Inferiore, a Mogontiacum (Mainz), Argentoratum (Strasburgo) e Vindonissa (Windisch) nella Superiore; in questa, oltre Argentoratum, la capitale, erano città considerevoli Augusta Raurica (Augst presso Basilea), fondazione di Munazio Planco, Aventicum (Avenches) tra gli Helvetii: entrambi i centri erano punti strategici posti a guardia, il primo della grande ansa del Reno, il secondo della via di comunicazione terrestre e idrografica tra Vindonissa e il Lemano; su quest'ultimo sorgeva Noviodunum (Nyon), colonia cesanana o triumvirale. Nei territori dei Sequani e dei Lingones le città continuarono topograficamente e funzionalmente i precedenti centri celtici: così Vesontio (Besançon) sul Dubis e Andematunnum (Langres), nel cuore del territorio lingone. Nella provincia Inferiore, dopo Colonia Agrippina, la capitale, città notevole, di origine celtica, era Atuatuca (Tongres), metropoli dei Tungri.

Vie fondamentali delle due province erano quelle che costeggiavano il Reno, sulla sinistra nell'Inferiore, e su entrambe le sponde nella Superiore, e la strada di arroccamento lungo il limes. Nella provincia Inferiore, due vie da Noviomagus e da Colonia mettevano a Atuatuca, donde - seguendo la valle della Mosa - penetravano, diramandosi, nella Belgica. Altre due vie, da Colonia e dai Confluentes (Koblenz) raggiungevano Treveri e, seguendo la valle della Mosella e poi l'alto corso della Mosa, giungevano ad Andematunnum donde si proseguiva per l'Arar sino a Lugudunum e di poi nella Narbonese. A Andematunnum giungeva una via dal bacino sequanico, che proseguiva su Vesontio e di poi su Aventicum e Noviodunum e per l'alta valle del Rodano verso il Sempione: era questa la strada di accesso più frequentata dall'Italia verso il bacino renano; un'altra, direttamente dal Reno e raccogliendo arterie minori dagli agri decumates, da Vindonissa per Turicum (Zurigo), e Curia (Chur) nel territorio retico, metteva in Italia per il passo dello Spluga. Infine una via da Augusta Raurica per la sella tra i Vosgi e il Giura (Belfort) raggiungeva il Dubis e lo seguiva per Vesontio, sino alla confluenza nell'Arar; una seconda via da Vindonissa e da Augusta Raurica giungeva a Aventicum, Noviodunum e di poi a Vienna. Altresì Mogontiacum era direttamente collegata con Treveri e Argentoratum con Divodurum (Metz).

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