TIRABOSCHI, Gerolamo

Enciclopedia Italiana (1937)

TIRABOSCHI, Gerolamo

Giulio BERTONI

Nato a Bergamo il 18 dicembre 1731, fece parte della Compagnia di Gesù dal 25 ottobre 1746. Appartiene per la parte migliore della sua vita a Modena, nella quale città (chiamatovi nel 1770 a reggere la biblioteca del duca Francesco III d'Este) morì il 3 giugno 1794. Ebbe inizio a Modena il periodo della sua maggiore attività. Dopo varî anni trascorsi a Milano nel Collegio Brera, quale insegnante e bibliotecario, egli continuò nella biblioteca estense la serie dei grandi direttori dopo L. A. Muratori e F. A. Zaccaria.

Vi era arrivato ancora ignoto, o quasi, agli studiosi, sebbene avesse già pubblicato un'importante opera sugli Umiliati (Vetera Humiliatorum Monumenta, 1766), ma vi conquistò presto grande reputazione, per lo zelo con cui si diede ad accrescere i fondi della biblioteca, e grande fama con la stampa del primo volume della Storia della letteratura italiana (1772), a cui tennero dietro ininterrottamente i volumi successivi sino al 1781. La seconda edizione, anch'essa modenese, che è quella che fa testo per le copiose e preziose aggiunte, comparve dal 1787 al 1793. Il T., fra le molte cure di. bibliotecario e la molteplice attività di storico, lavorò insomma alla sua Storia (per la quale il De Sanctis ebbe a definirlo "il Muratori della letteratura") sino alla morte. Le edizioni successive ne attestano la meritata fortuna. E, intanto, durante i ventiquattro anni operosissimi del soggiorno modenese, uscivano la Biblioteca modenese (1781-86), la Storia dell'augusta Badia di S. Silvestro di Nonantola (1784), le Memorie storiche modenesi (1793-1794), autentici capolavori di erudizione e di dottrina, per non dire di numerosi altri scritti minori, ma rilevantissimi e documentatissimi, quali la Vita del Co. Fulvio Testi (1780), le Notizie della Confraternita di S. Pietro Martire, ecc., e per tacere della sua laboriosissima direzione (e collaborazione) del Nuovo Giornale de' letterati d'Italia, cominciato nel 1773 e proseguito sino al 1790, e della compilazione del ricchissimo e informatissimo Dizionario topografico storico degli Stati Estensi, pubblicato postumo (1824-25).

Il T. fu non soltanto uno straordinario erudito, ma un intelletto costruttivo. Seguace del metodo naturalistico del Muratori, si propose, per gli stimoli del p. Zaccaria, di elevare alla storia letteraria italiana un monumento non dissimile a quello innalzato dal grande storico modenese alla storia civile d'Italia. Con la stessa abnegazione, con la stessa scrupolosità e lo stesso rispetto del documento, imponendosi le medesime limitazioni che si risolvevano in una forza, perché lo trattenevano dall'avventurarsi in campi lontani dal suo temperamento e dalla sua preparazione, egli in poco più di dieci anni riuscì a compiere e a pubblicare la sua maggiore opera, informata al concetto che allora si aveva di "letteratura", quale storia del progresso di tutte le scienze. Così è che nella sua Storia trovano posto, oltre i letterati, i medici, gli astrologhi, gli scienziati, a cominciare dalla latinità sino al sec. XVII. Vi abbiamo un quadro vasto e ricco della civiltà italiana con speciale riguardo all'età del Rinascimento, trattata con doviziosa abbondanza di particolari nei tomi VII-VIII, che sono i migliori della grande opera. La quale è, soprattutto, una vasta opera di consultazione, un repertorio utilissimo, anzi indispensabile, per la grande probità e serietà e per i propositi di pura erudizione a cui è deliberatamente ispirato. I fatti accertati vi sono schierati cronologicamente nei loro rapporti di causa ed effetto. La ricerca d'archivio predomina sull'indagine letteraria. Onde l'opera è, come a dire, un grande e ampio piedistallo granitico, su cui non si elevano, purtroppo, le figure dei poeti. Queste, anzi, sono sacrificate, come l'Alighieri e l'Ariosto, a tutto discapito della poesia, in vantaggio della cultura. Cultura e letteratura, insomma, erano per il T. come per i dotti del suo tempo, una stessa cosa. Cultura, però, di grande respiro, animata da un afflato di passione sincera e da un sentimento d'italianità che rende simpaticissimo questo abate del Settecento altrettanto modesto, quanto dotto; ma vivace, pronto, battagliero e tenace nelle sue idee e nelle sue convinzioni.

Bibl.: Ricordiamo le necrologie più importanti comparse l'anno stesso della sua morte: A. Lombardi, Elogio del Cav. Ab. Girol. T., Modena 1794; C. Ciocchi, Notizie riguardanti la vita e le opere del ch.mo sign. Cav. Ab. G. T., ivi 1794. Per nuove notizie, nella mancanza di uno studio complessivo: T. Sandonnini, Commemorazione di G. T., ivi 1894; G. Cavazzuti, Tra eruditi giornalisti del sec. XVIII, Modena 1924; D. Fava, La bibl. estense, Modena 1925; V. Cian, Commemorazione di G. T. (con accurata bibliografia), in Mem. d. R. Acc. di Modena, s. 4a, IV (1933-34).