Gesu

Enciclopedia Dantesca (1970)

Gesù (Iesù; Iesu; Gieso nel Fiore)


Due volte nel Paradiso, sempre nella forma ‛ Iesù ': in XXV 33 si allude al momento della trasfigurazione, quando Iesù ai tre [Matteo, Giacomo e Giovanni] fé più carezza, " rese più onore " ammettendoli ad assistere a quell'evento straordinario (cfr. Matt. 17, 1 ss.; Marc. 9, 1 ss.; ecc.); nell'altro passo (XXXI 107) è riportata l'esclamazione stupita di chi contempla la Veronica: Segnor mio Iesù Cristo, Dio verace, / or fu sì fatta la sembianza vostra?; Iesù Cristo è in Vn XL 1.

La forma ‛ Gieso ', che rappresenta l'esito più popolare di Iesus, ricorre cinque volte nel Fiore, sempre nell'espressione Gieso Cristo: fermando in Gieso Cristo tu' credenza (XXXIX 4); Per Gieso Cristo, tra' mi / d'esti pensier (LIV 5); tu n'andra' in lontan pellegrinaggio, / se Gieso Cristo le dà guerigione (LXVII 13); tu mi pari un uom di Gieso Cristo (CIV 9); egli è dentro lupo per natura, / che divora la gente Gieso Cristo (CXXIII 8: si rilevi la forma del genitivo apreposizionale, abbastanza diffusa nel poemetto). In CXII 1 e 9 appare, isolata, la forma Gesù'. Le varianti Gieso e Geso sono inoltre offerte da alcuni manoscritti in Pd XXXI 107 (sempre nel sintagma ‛ G. Cristo '). La forma si ritrova di frequente nei testi antichi, specie di livello stilistico medio (cfr. ad es. Cielo Rosa fresca 57).

Per la trattazione della figura di G. nell'opera dantesca, v. CRISTO.

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