VARGAS, Getulio Dornellas

Enciclopedia Italiana - I Appendice (1938)

VARGAS, Getulio Dornellas


Presidente degli Stati Uniti del Brasile. Nato a São Borja nello stato di Rio Grande do Sul il 16 aprile 1882, frequentò varie scuole, fra le quali la scuola militare di Rio Pardo, prima di iscriversi alla facoltà di giurisprudenza dell'università di Porto Alegre, dove si laureò in scienze giuridiche e sociali nel 1907. Entrò nella vita politica nel 1909 quando fu eletto deputato al parlamento del suo stato natale. Rifiutò poi la rielezione per dedicarsi alla professione forense ed a studî giuridici ed economici. Nuovamente eletto deputato in Rio Grande do Sul nel 1919, acquistò sempre maggiore influenza nello stato, che rappresentò poi al Congresso federale dove capeggiò il gruppo repubblicano degli stati meridionali. Fu nominato ministro delle Finanze nel 1926 e l'anno seguente governatore di Rio Grande do Sul. Pose la sua candidatura alla presidenza nelle elezioni per la sostituzione del presidente paulista Washington Luis, ma nel marzo 1930 venne sconfitto, si afferma in seguito a frodi elettorali, dal candidato paulista Julio Prestes favorito dal presidente uscente. Vargas capeggiò allora la rivolta degli stati di Rio Grande e di Minas Geraes contro l'oligarchia dominante nella capitale e il 3 novembre 1930 poté impadronirsi del potere a Rio de Janeiro come presidente provvisorio. Abrogata la costituzione del 1891, V. governò dittatorialmente senza il concorso del parlamento federale, sciolto dopo la rivoluzione insieme con i parlamenti dei singoli stati, finché in seguito ad una rivoluzione dello stato di San Paolo nel 1932 convocò per il maggio 1933 le elezioni generali per una assemblea nazionale costituente. Promulgata la nuova costituzione il 16 luglio 1934, V. venne nominato presidente per un quadriennio e governò saggiamente, attraverso le difficoltà della crisi economica, reprimendo energicamente le tendenze sovversive che cominciavano a farsi sentire nel paese ed esplosero in rivoluzione aperta alla fine del 1935. Nell'estate del 1937, la campagna elettorale per le elezioni presidenziali, alle quali V. secondo la costituzione non poteva presentarsi, minacciò di degenerare in aperta lotta per la rivalità fra il presidente e il generale Flores da Cunha, governatore dello stato di Rio Grande do Sul e compagno di V. nella rivoluzione del 1930, il quale sosteneva un candidato opposto a quello sostenuto da V. In seguito alla denuncia da parte dei militari di un complotto comunista, il 10 ottobre V. fece proclamare lo stato d'assedio e si valse dei poteri eccezionali conferitigli per intervenire in Rio Grande do Sul, donde il gen. da Cunha dovette fuggire. Il 10 novembre V. attuò improvvisamente un colpo di stato sospendendo la costituzione del 1930 e proclamandone una nuova a carattere fortemente autoritario e corporativo, sciogliendo i parlamenti, e ottenendo poteri praticamente illimitati. Primo atto del nuovo regime fu la sospensione del servizio dei prestiti esteri e poco dopo, ai primi di dicembre, lo scioglimento di tutti i partiti brasiliani e quindi anche del partito fascistizzante "integralista" che da alcuni anni sosteneva nel paese i principî incorporati nella costituzione promulgata da Vargas. Nei mesi che seguirono al colpo di stato, il presidente dovette far fronte alle agitazioni e ai complotti degli integralisti che male avevano accettato lo scioglimento del loro partito. Un nuovo tentativo di sommossa scoppiò nella capitale contro il presidente nella notte del 10 maggio 1938 e V. e i suoi familiari, assaliti nel palazzo presidenziale, dovettero difendersi con le armi alla mano. Il governo represse rapidamente il moto ristabilendo in breve l'ordine nella capitale.

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