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ZANELLA, Giacomo

di Aurelia Bobbia - Enciclopedia Italiana (1937)
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ZANELLA, Giacomo

Aurelia Bobbia

Poeta e critico letterario, nato a Chiampo (Vicenza) il 9 settembre 1820, morto il 17 maggio 1888 in una sua villa a Monticello Conte Otto, presso Vicenza. Nel seminario di Vicenza disciplinò, nello studio delle lettere classiche, il suo gusto letterario, acquistando quella nitida e misurata eleganza di forma, che rimase sempre il pregio migliore della sua poesia. Ordinato sacerdote nel 1843, fu nominato professore di lettere e filosofia nel seminario stesso, ma fu sospeso dall'insegnamento in seguito agli avvenimenti politici del 1848, che trovarono nel giovane prete un'eco di caldo amor patrio. Restituito alla cattedra nel 1857, dopo l'annessione del Veneto fu nominato ordinario di lingua e letteratura italiana nell'università di Padova, di cui fu rettore nel '71-'72; nel 1876 andò a riposo.

L'attitudine a verseggiare sui modelli classici antichi e italiani, acquistata nelle esercitazioni poetiche degli anni scolastici, coltivò sia componendo poesie d'occasione, sia traducendo con libertà e gusto personale dalla Bibbia, dai latini, dai greci e da varî poeti moderni, specialmente inglesi. Ma una fonte caratteristica d'ispirazione si maturava per lo Z. nei progressi scientifici e sociali del secolo, dinnanzi ai quali l'animo del poeta credente oscillava fra l'ammirazione dei nuovi mezzi di espansione ed elevazione dell'uomo a Dio, e il timore ch'essi non divenissero invece causa di orgoglio, di ateismo e di conseguenti disordini individuali e sociali. Entrambi i sentimenti si riflettono nella sua prima raccolta di Versi (1868), che gli procurò subito fama e larga simpatia. L'ammirazione e la fiducia di conciliare scienza e fede, ispirarono, fra altre mediocri, la più meritamente celebre delle sue poesie, Sopra una conchiglia fossile nel mio studio. Quel timore e quindi la tendenza a rifugiarsi nella fede dell'infanzia, troppo spesso sentita come opposta alla ragione umana, per soggezione di teorie scientifiche e filosofiche transeunti, gli suggeriscono alcune fra le migliori poesie: A mia madre, La religione, La veglia. Non mancano componimenti d'ispirazione patriottica, ove l'entusiasmo per la quasi compita unificazione d'Italia è però attenuato dallo sconforto per la discorde e fluttuante vita politica del nuovo regno; motivi d'ispirazione scientifica e patriottica si ritrovano insieme nel poemetto Milton e Galileo. Nelle successive poesie, pubblicate nelle edizioni e raccolte del 1877, 1878, 1885, si riflettono i lamenti per le miserie dei contadini italiani, la delusione sempre più amara del già vantato progresso e l'aspirazione a quietare il combattuto animo in Dio, mentre alcune di esse presentano quel carattere idillico, che prevale quasi esclusivo nell'ultimo periodo della sua attività poetica coi sonetti dell'Astichello (1884, 1887 e postumi): quasi tutti ispirati a una serena contemplazione della natura e della vita campagnola, venata di considerazioni moraleggianti e talora di bonaria ironia.

Degli ultimi anni sono anche alcuni scritti di storia e letteratura italiana, a volte comparata con le straniere, ispirati a una critica tradizionale e umanistica, che rifugge dal metodo storico-filologico allora in voga e dallo Z. più volte riprovato in prosa e satireggiato in versi.

Opere: Poesie, prima edizione completa con un saggio di A. Graf (Firenze 1928, ristamp. nel 1933); Versioni poetiche di G. Z., con prefaz. di E. Romagnoli (ivi 1921); Scritti vari (ivi 1877); Vita di A. Palladio (Milano 1880), Storia della letter. ital. dalla metà del Settecento ai giorni nostri (ivi 1880); Paralleli letterari (Verona 1885); Della letter. italiana nell'ultimo secolo (Città di Castello 1886).

Bibl.: Cfr. la bibl. di S. Rumor, in app. al vol. II delle Poesie (Firenze 1902). - F. Lampertico, G. Z., Vicenza 1895; A. Fogazzaro, G. Z., Napoli 1892; A. Zardo, G. Z. nella vita e nelle opere, Firenze 1905; G. J. Ferrari, La poesia di G. Z., Brescia 1913; A. Prearo, Classicismo e originalità nella poesia di G. Z., Vicenza 1924; O. Gastaldelli, Educazione e scuola nel pensiero e nell'opera di G. Z., Verona 1915; G. Z. nel pensiero dei critici contemporanei, Vicenza 1928; B. Croce, in Letteratura della nuova Italia, I, 3ª ed., Bari 1929, pp. 293-311. Fra i molti saggi pubbl. in riviste e period., v.: A. De Poli, Il pensiero religioso nella poesia di G. Z., in Rass. Nazion., i° maggio 1919; A. Galletti, G. Z., 1820-1888, in Nuova Antologia, 16 dicembre 1920; G. Alberti, La poesia scientifica di G. Z., in Marzocco, XXVII (1922), n. 2; G. Toffanin, Z. e Longfellow, in Riv. d'Italia, aprile 1920; G. Biadego, G. Z. traduttore di Heine, in Atti Ist. veneto, LXIV, p. 5 segg.

Vedi anche
Antonio Fogazzaro Fogazzaro ‹-zz-›, Antonio. - Romanziere italiano (Vicenza 1842 - ivi 1911). Indagò nelle sue opere il mondo sentimentale e religioso dei protagonisti (Malombra, 1881; Daniele Cortis, 1884; Piccolo mondo antico, 1895, ritenuto il suo capolavoro) e affrontò il conflitto tra fede e scienza, e tra cattolicesimo ... Fedele Lampèrtico Poligrafo italiano (Vicenza 1833 - ivi 1906), deputato nel 1866 e senatore dal 1873. Socio naz. dei Lincei dal 1875. Prese parte attiva alla vita del suo tempo lasciando oltre 400 scritti, tra i quali: G. M. Ortes e la scienza economica del suo tempo (1865); Sulla statistica teorica in generale e su ... Vittoria Aganòor Pompilj Aganòor Pompilj ‹... -li›, Vittoria. - Poetessa (Padova 1855 - Roma 1910); di famiglia d'origine armena, sposò nel 1901 il deputato e giurista umbro Guido Pompilj, che alla morte di lei si uccise. Ebbe a maestro G. Zanella, e poi, a guida letteraria, E. Nencioni, cui fu carissima. La sua poesia, di uno ... Andrea Maffèi Letterato (Molina in Val di Ledro 1798 - Milano 1885). Si vantava discepolo di V. Monti; tradusse molto, da S. Gessner (di queste traduzioni si hanno cinque edizioni), da J. Milton nel 1863, da Shakespeare e soprattutto il Teatro di Schiller (nuova ed. riveduta, 1881), non senza errori d'interpretazione ...
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    Oreste Palmiero – Nacque a Chiampo (Vicenza) il 9 settembre 1820, primogenito di Adriano, negoziante, e della scledense Laura Beretta. All’età di nove anni fu condotto a Vicenza per proseguire gli studi scolastici. Dopo aver frequentato per due anni il ginnasio, nel 1833 si iscrisse al seminario cittadino ...
  • Zanèlla, Giacomo
    Enciclopedia on line
    Poeta (Chiampo 1820 - Monticello Conte Otto, Vicenza, 1888). Sacerdote dal 1843, insegnò lettere nel seminario di Vicenza, ma nel 1848 fu sospeso dall'insegnamento per i suoi sentimenti d'italianità; nel 1857 riottenne la cattedra; dopo l'annessione del Veneto, e sino al 1876, fu prof. di letteratura ...
Vocabolario
zanèlla
zanella zanèlla (o żanèlla) s. f. [dim. di zana]. – 1. Piccola zana (nel sign. di cesta o culla). 2. Fossetta che spesso fiancheggia le strade di campagna, o anche di città, destinata allo scolo delle acque piovane (più com. cunetta); fossetta...
żanèlla
zanella żanèlla s. f. [etimo incerto]. – Tessuto di cotone, di armatura tela, simile al satin, usato per foderare abiti.
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