ZOCCHI, Giacomo

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 100 (2020)

ZOCCHI, Giacomo

Andrea Bartocci

– Nacque intorno al 1400 a Massafiscaglia forse da una famiglia di artigiani o mercanti, figlio di Giovanni. Sconosciuto è il nome della madre.

Oltre alla sorellastra Margherita, è nota la sorella Isotta, la cui figlia Giovanna fu moglie di Francesco Varotari da Mantova; Bartolomea fu l’altra nipote di Zocchi nominata nel suo testamento del 1° maggio 1457 (Griguolo, 2009, pp. 333 s.).

Concorde sull’origine ferrarese di Zocchi, la storiografia giuridica moderna riferì notizie talora infondate; in particolare, Tommaso Diplovatazio (Liber de claris iuris, a cura di F. Schulz - H. Kantorowicz - G. Rabotti, 1968, p. 372) affermò che Zocchi era stato «doctor Ticinensis» e docente di diritto pontificio a Pavia, mentre Guido Panciroli (1721, p. 357) asserì che egli aveva insegnato a Ferrara prima di trasferirsi a Padova.

Il 18 aprile 1421 era a Bologna, ove ricevette il priorato della chiesa di S. Clemente di Primaro dall’arcivescovo di Ravenna Tommaso Perondoli. Come studente di diritto canonico, Zocchi è citato in un documento del successivo 8 dicembre (Piana, 1976, p. 534). Qualche anno dopo, nell’anno accademico 1424-25, fu «ellectus per Universitatem ad lecturam Sexti et Clementinarum» (Dallari, 1924, p. 47); dopo essere stato presentato da Giovanni Guasconi e Giovanni Andrea Calderini, il 20 marzo 1425 superò l’esame privato di diritto canonico e il 27 marzo seguente ricevette le insegne del dottorato. Nello Studio bolognese fu designato «ad lecturam Decreti ordinariam de mane» nell’anno accademico 1425-26 e «ad lecturam Sexti et Clementinarum» negli anni accademici dal 1426-27 al 1428-29 (ibid., pp. 49, 51, 54, 56).

Il 22 dicembre 1428, essendo stato presumibilmente condotto a insegnare nello Studio, si trasferì a Padova dove nell’anno accademico 1428-29 ricoprì forse la lettura mattutina delle Decretales in concorrenza con Prosdocimo Conti. Con poche interruzioni, compì nella città veneta la sua carriera professionale per oltre un quarto di secolo; entro i primi mesi del 1438 fu ammesso nel Collegio dei giuristi della città. Dal 10 agosto 1429 è attestata la sua partecipazione alle cerimonie accademiche nello Studio padovano.

Nell’arco della sua carriera promosse molti candidati alla laurea in diritto canonico, tra i quali spiccano Angelo da Castro, Bartolomeo Cipolla, Giovanni Francesco Pavini, Alessandro Nievo e il futuro vescovo di Trento Johannes Hinderbach, oltre agli umanisti Pietro del Monte ed Ermolao Barbaro il Vecchio.

Nel 1430 sposò Lucia Drappieri, figlia di Giacoma Celati e di Guglielmo, notaio e ufficiale estense, che dal suo precedente matrimonio con Giacoma Nigrisoli aveva avuto le figlie Elisabetta, Bartolomea e Agnese, sposate rispettivamente con il mercante Giacomo Folchi, il notaio Princivalle Ariosto e il nobile Rinaldo Signorelli; non avendo avuto prole, in età avanzata Zocchi adottò una fanciulla chiamata Giustina.

Oltre ad aver portato in dote al marito alcuni possedimenti a Quartesana, Lucia ereditò assieme alle sorellastre i beni immobili del padre, morto a Ferrara il 20 ottobre 1449; fu Zocchi a curare gli interessi familiari ma, poiché risiedeva a Padova, mantenne i contatti con il territorio ferrarese e la corte estense soprattutto mediante intermediari e lettere (Bonfiglio-Dosio, 2012).

Nell’anno accademico 1430-31 ricoprì a Padova la lettura pomeridiana delle Decretales in concorrenza con Paolo Dotti e fino al 17 giugno 1432 è attestata la sua partecipazione al conferimento dei gradi accademici nello Studio; il 17 settembre 1432 fu promotore di una laurea in diritto canonico a Ferrara, dov’era ancora presente il successivo 6 ottobre.

Dal 1433 fu nuovamente docente a Padova, ma non è certo se vi abbia ricoperto la lettura pomeridiana delle Decretales in concorrenza con Paolo Dotti o la cattedra mattutina, avendo Prosdocimo Conti come concorrente; è inoltre documentata la sua partecipazione al conferimento dei gradi accademici nello Studio dall’11 marzo 1433 al 5 settembre 1435. Il 7 ottobre 1435 fu promotore di una laurea in diritto canonico a Ferrara, ma dal successivo 10 novembre è di nuovo attestata la sua partecipazione alla vita accademica a Padova; in particolare, avendo Conti come promotore, l’8 maggio 1436 vi superò l’esame privato anche in diritto civile e ricevette le insegne del dottorato. Nel 1438, oltre a pronunciare a Padova un’orazione innanzi al cardinale Giuliano Cesarini a nome del Collegio dei giuristi della città, vi ricoprì la lettura pomeridiana delle Decretales che forse resse in concorrenza con da Castro fino all’anno accademico 1443-44.

Dal quarto decennio del XV secolo Zocchi assunse dunque un rilievo crescente nel contesto economico, sociale e culturale padovano, come provano i suoi impegni accademici e didattici, le sue attività di giudice, consulente e arbitro, l’incremento della sua ricchezza immobiliare.

Nel 1443 acquistò a Padova una grande dimora posta alla Crosara del Santo e negli anni seguenti accrebbe il proprio patrimonio che nel 1454 comprendeva molti terreni e casali a Vigodarzere; le quote d’estimo riferite ai suoi beni, che nel 1443 ammontavano a 3 lire e 18 soldi, s’innalzarono a 12 lire e 16 soldi nel 1454.

Il 1° settembre 1444, poiché molti studenti di diritto canonico avevano minacciato di seguire Zocchi condotto a insegnare a Ferrara dal marchese Leonello d’Este, il Consiglio del Comune di Padova gli conferì la cattedra mattutina delle Decretales, che forse egli resse in concorrenza con Antonio Roselli e dall’anno accademico 1447-48 con da Castro. Nel 1449 il Consiglio del Comune manifestò ancora preoccupazione per la partenza di Zocchi da Padova, dove egli continuò a ricoprire la lettura mattutina delle Decretales e almeno fino al 20 agosto 1457 partecipò al conferimento dei gradi accademici nello Studio.

Il 1° maggio 1457 dettò il suo ultimo testamento nel monastero di S. Giustina a Padova (Griguolo, 2009). Oltre a lasciare una parte consistente del proprio patrimonio alla moglie e alla figlia adottiva, legò mille ducati per l’ampliamento del presbiterio e la costruzione del coro della chiesa di S. Giustina nella quale volle essere sepolto assieme alla moglie, rivestito dell’abito dei monaci benedettini. Lasciò alcuni suoi libri al monastero di S. Giustina, ai minori osservanti di Padova e all’abbazia di Praglia, ma destinò i propri codici recanti le Decretales agli studenti poveri di diritto canonico, ai quali li prestava di frequente. Incaricò gli esecutori testamentari (tra i quali aveva nominato sua moglie, il prete Nicolò da Fiesso e il vescovo di Padova Fantino Dandolo) di far copiare la propria Lectura super quarto libro Decretalium e di donarne un esemplare all’universitas dei canonisti dello Studio padovano.

Dopo aver dettato il testamento, curò la redazione del repertorium di una parte dei propri libri (Griguolo, 2011, pp. 206-208; Murano, 2016, pp. 225-227). Nell’inventario più antico della biblioteca di S. Giustina, compilato da mani diverse nel secolo XV, furono descritti dodici volumi appartenuti a Zocchi e recanti molti testi canonistici (Cantoni Alzati, 1982, pp. 98-102); quattro di essi sono stati identificati nei manoscritti 1645-1648 della Biblioteca universitaria di Padova, che ospitano le Lecturae di Antonio da Budrio su alcuni libri delle Decretales (Montobbio, 1956, pp. 50-59).

Morì a Padova l’11 novembre 1457 e fu sepolto nella chiesa di S. Giustina, nella quale furono eseguite le sue ultime volontà sul rinnovo del presbiterio probabilmente entro il 1477. La lastra tombale, su cui Bartolomeo Bellano e i suoi collaboratori scolpirono (entro il 1472) la sua figura giacente, fu collocata presumibilmente dietro l’altare maggiore e forse nel 1513 venne traslata sul lato sinistro della cappella maggiore in un arcosolio che ospita lo stemma degli Zocchi.

A Zocchi sono state attribuite molte opere che sono inedite in massima parte e la cui diffusione europea a partire dalla metà del secolo XV è provata dai testimoni manoscritti (Murano, 2016); l’attività esegetica di Zocchi è testimoniata in particolare dalle sue repetitiones di vari capitoli del Liber Extra di Gregorio IX, che «in parte sono state copiate nelle miscellanee giuridiche, in parte sono state accolte nelle recollectae, in parte sono state rielaborate dallo stesso Zocchi in forma di trattati» (p. 226).

La sua repetitio del capitolo Omnis utriusque sexus (X.5.38.12), nota anche come Tractatus de poenitentia et remissionibus (von Schulte, 1877, p. 328), fu impressa a Padova nel 1472 in un volume che ospita un suo testo anepigrafo sul sacramento dell’eucaristia (cc. 114r-124r) e un suo consilium sul battesimo dei fanciulli (cc. 126v-127r); assieme a quattro sue repetitiones di altri capitoli del Liber Extra (X.1.3.14, 19-20; 1.5.4) fu ristampata in due miscellanee (Repetitionum in universas fere iuris canonici partes..., Venetiis 1587, II, cc. 203v-210v, 219v-222v, IV, cc. 402r-433v; Repetitionum iuris canonici..., Coloniae Agrippinae 1618, II, pp. 441-457, 476-482, IV, pp. 845-909). Fra i trattati ascritti a Zocchi (Murano, 2016, pp. 227 s.) fu edito il De ieiunio (in Tractatus ex variis iuris interpretibus..., XV, Lugduni 1549, cc. 430r-432r; Tractatus universi iuris..., XIV, Venetiis 1584, cc. 159v-162r); oltre al suo parere legale impresso a Padova nel 1472, pochi suoi consilia furono stampati (in Criminalium consiliorum atque responsorum..., I, a cura di G.B. Ziletti, Venetiis 1559, n. LXIX, pp. 138-143; Consiliorum selectorum in criminalibus causis..., I, a cura di G.B. Ziletti, Francoforti ad Moenum 1577, n. LXXXI, p. 119; B. Cipolla, Consiliorum sive responsorum..., II, a cura di D. Salutello, Veronae 1589, n. XII, cc. 25v-27v). Un consilium di Zocchi a favore dei minori conventuali sull’osservanza della bolla Ut sacra (1446) di Eugenio IV è stato edito parzialmente (Piana, 1979, pp. 88-90); un altro suo testo consiliare coinvolgente l’interpretazione di due rubriche degli statuti comunali di Vicenza è stato pubblicato più di recente (Kirshner, 2008, pp. 199-202).

La conoscenza tuttora lacunosa della tradizione delle opere di Zocchi e la carenza di edizioni affidabili dei suoi testi esegetici hanno finora ostacolato la ricostruzione critica della sua personalità scientifica nell’ambito della cultura giuridica italiana del XV secolo. Se Enrico Besta (1925, p. 890) lo annoverò tra i «pragmatici del diritto ecclesiastico», dei quali evidenziò l’ossequio per l’autorità, più di recente è stata sottolineata l’importanza di alcune opinioni di Zocchi «for an investigation of student domicile within the context of the ius commune and local statutes» (Kirshner, 2008, p. 192).

Fonti e Bibl.: Thomae Diplovatatii Liber de claris iuris consultis, a cura di F. Schulz - H. Kantorowicz - G. Rabotti, Bononiae 1968; Acta graduum academicorum Gymnasii Patavini: ab anno 1406 ad annum 1450, a cura di G. Zonta - G. Brotto, III, Padova 1970, p. 113; ab anno 1451 ad annum 1460, a cura di M.P. Ghezzo, Padova 1990, p. 246.

G. Panciroli, De claris legum interpretibus, Lipsiae 1721, pp. 357, 470; J.F. von Schulte, Die Geschichte der Quellen und Literatur des canonischen Rechts, II, Stuttgart 1877, pp. 327 s.; G. Pardi, Titoli dottorali conferiti dallo Studio di Ferrara nei sec. XV e XVI, Lucca 1900, p. 17; U. Dallari, I rotuli dei lettori legisti e artisti dello Studio bolognese, IV, Bologna 1924, pp. 47, 49, 51, 54, 56; E. Besta, Fonti: legislazione e scienza giuridica, II, Milano 1925, p. 890; M. Tonzig, La basilica romanico-gotica di S. Giustina in Padova, in Bollettino del Museo civico di Padova, XXII (1929), pp. 1-341 (in partic. pp. 67-72, 107-110, 223-231, 258-261, 301, 304); L. Montobbio, Quattro codici di G. Z., in Benedictina, X (1956), pp. 49-60; C. Piana, Nuovi documenti sull’Università di Bologna e sul Collegio di Spagna, Bolonia 1976, pp. 531, 534; Id., Scritti polemici fra conventuali ed osservanti a metà del ’400 con la partecipazione dei giuristi secolari, in Archivum franciscanum historicum, LXXII (1979), pp. 37-105 (in partic. pp. 87-90, 95, 103); G. Cantoni Alzati, La Biblioteca di S. Giustina di Padova, Padova 1982, pp. 10, 19, 98-102, 136; A. Belloni, Professori giuristi a Padova nel secolo XV, Frankfurt am Main 1986, pp. 216-221 (con bibl.); P.O. Kristeller, Iter Italicum. A cumulative index, Leiden 1997, p. 579; J. Kirshner, «Made exiles for the love of knowledge», in Mediaeval studies, LXX (2008), pp. 163-202 (in partic. pp. 167-171, 188-194, 199-202); P. Griguolo, Il testamento di G. Z. († 1457), in Analecta Pomposiana, XXXIV (2009), pp. 323-339; Id., Per la biografia del canonista ferrarese G. Z. († 1457), in Quaderni per la storia dell’Università di Padova, XLIV (2011), pp. 181-208 (con bibl.); G. Bonfiglio-Dosio, Amministrar per lettera, in Archivio per la storia postale, XIII, 4, (2012), pp. 9-23; E. Cortese, Z., G., in Dizionario biografico dei giuristi italiani, a cura di I. Birocchi et al., Bologna 2013, p. 2271; G. Murano, G. Z., in Autographa, I, 2, a cura di Ead., Imola 2016, pp. 225-232 (con bibl.); Archivio della Veneranda Arca di S. Antonio. Inventario, a cura di G. Bonfiglio-Dosio - G. Foladore, Padova 2017, pp. 2237, 2313; La bellezza nei libri, a cura di C. Ponchia - F. Toniolo, Padova 2017 (in partic. F. Toniolo, La bellezza nei libri: nuovi studi per le miniature della Biblioteca universitaria di Padova, pp. 9-39, in partic. pp. 11, 32 s., 39; N. Giovè Marchioli, Qualche riflessione su scritture e strutture, pp. 57-71, in partic. p. 69; L. Prosdocimi - M. Minazzato, schede nn. 19-20, pp. 198-202, con bibl.); Mirabile. Archivio digitale della cultura medievale, http://www.mirabileweb.it (20 ottobre 2020).

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