CIGNAROLI, Giambettino

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 25 (1981)

CIGNAROLI, Giambettino

Franco R. Pesenti

Nacque il 4 luglio 1706 a Verona da Leonardo elda Rosa Lugiati.

Dalla autobiografia (corredata da elenco delle opere) che il Temanza ottenne dal C., per mandarla al Manette, e dalla vita dei Bevilacqua è possibile ricostruire la vita di questo pittore, fratellastro dello scultore Diomiro e dei pittori Gian Domenico e Giuseppe (fra Felice). Cugini del padre erano i pittori Pietro e Martino.

Il C. attese fino a quindici anni allo studio della rettorica presso i gesuiti e poi, per propria scelta, si dedicò alla pittura nella scuola di S. Prunato, dove stette fino alla morte di questo, avvenuta nel 1728. Fece intanto amicizia con i pittori Ludovico Dorigny e Antonio Balestra. Avuta la commissione di alcuni affreschi in casa Labia a Venezia, soggiornò in quella città dal 1735 al 1738; ritornò poi a Verona, dove si stabilì, allontanandosene solo per brevi soggiorni.

Nel 1744 fu ancota a Venezia, nel 1745 a Vicenza, nel 1759 a Parma, dove strinse amicizia con Innocenzo Frugoni. Nel 1766 fu, col fratello Gian Domenico, alla corte di Torino. Aggregato alla Accademia Clementina di Bologna e a quella di belle arti di Parma, nel 1764 fu eletto direttore perpetuo della Accademia di pittura di Verona, della cui istituzione era stato attivo promotore e che porta ancora il suo nome (all'Accademia il C. lasciò i suoi libri). Invitato dalle corti di Madrid e di Parma a trasferirvisi, non accettò; era incerto se accettare l'invito della corte di Vienna di assumere la direzione dell'Accademia di quella città e la sovrintendenza delle Gall. imperiali quando lo colse la morte il 1° dic. 1770. Fu sepolto in Verona nella chiesa dei ss. Siro e Libera. Non ebbe moglie né figli; si dilettò di poesia e fu anche storico e teorico di cose d'arte.

Sulla pittura in Verona il C. lasciò due scritti principali: la Serie dei pittori veronesi, raccolta da G. B. Biancolini e pubbl. in Verona nel 1749, in Cronica... di Verona descritta da Pier Zagata. Supplementi, II, 2, pp. 191-228), e le Postille inedite... all'opera di Bartolomeo Dal Pozzo, pubbl. da G. Biadego (Venezia 1890, pp. 19-43). L'Abecedario diP.-J. Mariette, pubblicato a cura di Ph. de Chennevières e di A. de Montaiglon, reca la "lettera autobiografica" del C., scritta nel 1765, che Temanza aveva fatto avere a Mariette. Una lettera "sul colorire" del C. fu pubblicata per la prima volta da P. Martini (in Atti e mem. delle RR. Deput. di storia patria per le prov. modenesi e parmensi, IV[1868], pp. 293 ss. e di nuovo da R. Longhi nel 1958 (in Paragone, IX [1958], 101, pp. 58 ss.); altre lettere, all'abate Frugoni, vennero pubblicate dal Biadego nel 1890 (pp. 45-62).

Il Biadego (1890, p. 16, nota) da un elenco di "composizioni poetiche" del C. (quattro sonetti e una canzone) sparse in opuscoli celebrativi, cui sono da aggiungere almeno i sonetti accolti negli opuscoli: Rime e versi al.. card. Daniele Delfino, Verona 1747, p. 18; Componimenti poetici per l'ingresso di Francesco Morosini a procuratore di S. Marco, Venezia 1761 pp. 43 s.; Poesie per l'ingresso di Ludovico Manin a procuratore di S. Marco, Venezia 1764, p. 13.

Allievo del Prunato, che gli. trasmise l'ammirazione e la dipendenza dalla scuola bolognese, il C. subì molto l'influsso di Ludovico Dorigny e Antonio Balestra. Con queste basi guardò anche a S. Ricci, Bencovich (Perina, 1970, p. 222), Piazzetta, Pittoni. Tiepolo, e, in particolare nel periodo medio della propria attività, tenne a massimo riferimento anche la pittura di Paolo Veronese. Alieno però dal pittoricismo veneziano, egli mantenne le strutture della rappresentazione di tipo bolognese e romano, con una forte sostanza disegnativa e plastica e calcolati equilibri compositivi; interprete di una linea classicistica che si addentra nel rococò, intese il grazioso come convenienza, decoro, armonia, simmetria. Molto religioso, continuò la funzione persuasiva dell'arte barocca volgendola a un patetismo addolcito che ha probabili rapporti con il teatro. Alle soglie del neoclassicismo, egli fu propriamente neocinquecentesco; non gli furono estranei gli elementi del razionalismo sensistico e illuministico e, con una natura sostanzialmente conservatrice, andò ricercando "congiunte verità e leggiadria, il più raro delle antiche statue con il bello della natura". E poté scrivere: "I colori, soave armonia con piacevole grazia formando, pascano dilettosamente l'occhioi senza ferirlo...".

Il C. fu attento raccoglitore dei disegnil dei suoi principali dipinti: essi ora sono conservati in tre volumi alla Biblioteca Ambrosiana di Milano. (Pesenti, 1959), oltre che in diverse collezioni private.

Qui di seguito, si dà un elenco delle opere sicure del C. la cui datazione è stata possibile determinare attraverso i disegni della Ambrosiana: Albino (Bergamo), chiesa di S. Giuliano: Madonna e santi (1754; A.Pinetti, Ilcontratto per una pala... in Albino, in Bergomum, XXIII [1929], pp. 68 s.). Alzano (Bergamo), chiesa di S. Martino: Morte di s. Giuseppe (1759). Bergamo, cappella Colleoni: Matatia ucciso dal popolo (1746); duomo: Martirio di s. Proiettizio e I. ss. Fermo e Rustico in carcere (1744; Zava Boccazzi, 1976); S. Alessandro della Croce: Storia di Giuda Maccabeo, (1743); Cristo deposto (1748; Gasdia, 1924); S. Leonardo: S. Gerolamo Miani e la Vergine;S. Maria del Rosario: S. Gerolamo Miani e la Vergine;S. Maria delle Grazie: La Vergine con s. Francesco e s. Chiara (1752); S. Maria Vergine Assunta dell'Ospedale: Vergine con i ss. Marco e Alessandro (1746); coll. privata: Morte di s. Giuseppe (modelletto), Bonate Sopra, chiesa parrocchiale: Assunta (1755), Brescia, ss. Cosma e Damiano: Gloria dei ss. Cosma e Damiano (1766); S. Lorenzo: Martirio di s. Lorenzo (1757); ss. Trinità dell'Orfanotrofio: La Trinità e s. Gerolamo Miani (1751);coll. conte Gradenigo: Madonna col Bambino, angeli e santi. Bressanone, duomo: S. Giovanni Nepomuceno gettato nella Moldava. Budapest, Museo di belle arti: Morte di Socrate e Morte di Catone (firmati; Garas, 1972). Caino (Brescia), chiesa parrocchiale: La Vergine e s. Zenone (1750). Calvisano (Brescia), chiesa parrocchiale: S. Silvestro battezza Costantino. Chiari (Brescia), chiesa parrocchiale: Morte di s. Giuseppe (1760). Chioggia, duomo: Martirio dei ss. Felice e Fortunato (Arte veneta, II [1948], fig. 159). Clusone (Bergamo), chiesa parrocchiale: La Vergine e s. Antonio da Padova (1747). Crema, S. Giacomo: S. Andrea Avellino, s. Ladislao e altri santi (1749). Cremona, coll. privata: S. Gerolamo e S. Maria Maddalena (Puerari, 1948). Ferrara, chiesa del Corpus Domini: Ultima Cena (1769); S. Domenico: Miracolo di s. Vincenzo Ferreri (1756). Gorizia, coll. M. Pippal: S. Michele e i ss. Sigismondo, Carlo e Ludovico (1758); Museo del Castello: La Trinità e s. Gerolamo, Miani (modello per Brescia, 1751); Miracolo di s. Vincenzo Ferreri (modello per Ferrara, 1756). Gottolengo (Brescia), chiesa parrocchiale: La cattedra di s. Pietro (1770). Illasi (Verona), affreschi a villa Sagramoso già Perez Pompei: Marsia e Apollo e Sacrificio d'Ifigenia (1739, 1741; Precerutti Garberi, 1975; P. de Sanderset Marchiori, in Gli affreschi nelle ville venete, Venezia 1978, p. 171); Kirchberg (Svizzera), parrocch.: Madonna con Bambino e arcangelo Gabriele (M. Natale, Venez. Kunst in der Schweiz... [catal.], Venezia 1978, p. 20). Leffe (Bergamo), S. Antonio: Madonna con Bambino e s. Antonio;S. Michele: S. Pietro in cattedra (1746). Lonato (Brescia), chiesa parrocchiale: La predica dei Battista (1750). Madrid, Museo del Prado: La Vergine e i ss. Lorenzo, Lucia, Barbara, Antonio e angelo custode (1759; modelletto nel 1970 sul mercato antiquario a Londra, Colnaghi; esposto a Chicago: Clark, 1970); Salesas Reales: Sacra Famiglia con i ss. Elisabetta e Giovanni. Mantova, cattedrale: Morte di s. Giuseppe (1740); coll. D'Arco: Madonna;coll. privata: Madonna e s. Luigi Gonzaga (Perina, 1970, ill. 317). Milano, coll. privata: Presentazione al Tempio. Padova, Museo civico: La Vergine con s. Pietro martire e s. Lucia. Parma. S. Maria della Steccata: La Trinità e tre santi (1764); S. Antonio Abate. Fuga in Egitto (1766); S. Sepolcro: L'angelo custode (1754, A. O. Quintavalle, Mostra parmense dei dipinti... [catal.], Parma 1948, p. 124); Gallerie nazionali: Testa di fanciulla in scialle bianco. Piacenza, S. Sepolcro: La Vergine con s. Benedetto e s. Bernardo. Pisa, duomo: La testa di s. Torpé raccolta dalle acque (1766; bozzetto nel Museo nazionale). Pontremoli, chiesa parrocchiale: S. Francesco riceve le stimmate (1765); coll. Ruschi Pavesi: Ritratto di Lorenzo Pavesi. Riva di Trento, chiesa parrocchiale: Vergine e due santi (1744; Emert, 1939, pp. 117-129). Rovigo, Accademia dei Concordi: Madonna. Salò, Orfanotrofio femminile: S. Alberto e il beato Franco (1740), San Benedetto Po, Santuario: Morte di s. Benedetto (1748). Torbole del Garda, chiesa parrocchiale: Martirio di s. Andrea (1742; Emert, 1939, pp. 116, 131). Trento, S. Maria Maggiore: Natività (1746), S. Giovanni Battista e s. Teresa (1748; Emert, 1939, pp. 42, 59, 83, 122). Venezia, Gallerie dell'Accademia: Morte di Rachele (1770); S. Maria della Fava: La Vergine e il beato Barbarigo (1762); Oratorio dei padri della Fava: S. Filippo Neri e i fanciulli (1761); S. Servolo: Deposizione (1764: ampliato da L. Querena). Verdellino (Bergamo), chiesa parrocchiale: Riposo nella fuga in Egitto (1742). Verona, duomo: Trasfigurazione (1753: bozzetto nei Musei civici); S. Anastasia: Trasfigurazione (1749); S. Eufemia: La Vergine e s. Tommaso di Villanova (1768); S. Fermo Maggiore: S. Annone recupera i corpi dei ss. Fermo eRustico; ss.Siro e Libera: La Vergine e s. Gaetano (1751); chiesa parrocchiale del Villaggio Dall'Oca Bianca: La Vergine e s. Ignazio (1753); Museo canonicale del duomo: S. Gaetano da Thiene;Musei civ.: S. Elena adorala Croce (1741); Verona implora la Vergine (1756); palazzo Forti, Galleria di arte moderna: Betsabea al bagno (1742); palazzo presso Porta Borsari: soffitto ad olio con l'Aurora;palazzo del Consiglio provinciale: Pomponiotrionfatore (1758; Scarcella, 1963). Vicenza, villa Lampertico, già Conti: Martirio delless. Eurosia e Irene (1747); Pinacoteca: Vergine e ss. Luigi e Ignazio (1755). Villongo San Filastro (Bergamo), chiesa parrocchiale: Madonna del Rosario e tre santi.

Fonti e Bibl.: P-J. Mariette, Abecedario, I, in Archives de l'art français, II, Paris 1551-53, pp. 371-373; T. Temanza, Zibaldon [1738], a cura di N. Ivanoff, Venezia-Roma 1963, ad Indicem;Bologna, Accad. di belle arti, Atti dell'Accad. Clementina, ms., 1761, c. 288; A. Longhi, Compendio della vita dei pittori venez. istorici, Venezia 1762, s. v; I. Bevilacqua, Mem. della vita di G. B. C. ..., Verona 1771; G. Pompei, Oraz. in morte di G. B. C., Verona 1771; A. Frizzi, Guida del forestiere per la città di Ferrara, Ferrara 1787, pp. 95. 121; L. Lanzi, Storia pittor. della Italia, a cura di M. Capucci, II, Firenze 1970, pp. 176 s.; P. Brandolese, Ilgenio dei lendinaresi Per la pittura, Padova 1795, pp. 24 s.; Verona, Bibl. comun., ms. 1008: S. Dalla Rosa, Catastico delle pitt. e delle scolt. ... in Verona, 1803-1804 (copia al Museo CiVI pp. 19, 24 s., 28, 30, 34, 37, 44, 46, 49 s.. 58, 97 s., 100, III, 146, 186 s., 194, 240, 242, 244, 249, 251, 255; D. M. 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Godi, in Antologia di belle arti, 1979, nn. 9-12, p. 189).

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