Pallavicini, Giancarlo. - Economista e manager italiano (n. Desio 1931). È assertore di una scienza dell’economia che recuperi la dimensione relazionale con le altre discipline riguardanti l’uomo e il suo ambiente culturale, sociale e naturale, in cui l’attività d’impresa, anche se orientata al mercato e al profitto, non trascuri istanze etiche, sociali, culturali e ambientali, che costituirebbero obiettivi “non direttamente economici”, ma in grado di apportare valore all’impresa. Per il calcolo di questi obiettivi, relazionati agli stakeholders e all’habitat in cui l’impresa vive e opera, ha ideato e proposto sin dagli anni Sessanta il “metodo della scomposizione dei parametri”, anticipando i più recenti sviluppi e le stesse basi teoriche della responsabilità sociale d’impresa, successivamente approfondite e divulgate da R. Freeman in un saggio del 1984. Per la sua attitudine a coniugare la libertà di mercato con l’attenzione al bene comune, è divenuto primo consulente occidentale del governo sovietico e poi russo per la riforma economica negli anni Ottanta con M.S. Gorbačëv, L. Abalkin e B.N. El´cin. In tale ruolo ha influenzato gli sviluppi della perestrojka nell’economia, dimostrando l’inopportunità di un’immediata promulgazione di norme antimonopolistiche e per la privatizzazione delle strutture produttrici e distributrici a vantaggio dell’establishment, per l’inevitabile collasso di ogni attività economica che ne sarebbe derivato, con ciò favorendo involontariamente l’avvento di El´cin, più incline a tali privatizzazioni e meno sensibile alle ripercussioni sulle condizioni di vita delle popolazioni. Assecondando l’attitudine a impostazioni innovative delle materie trattate, destinate a suscitare successivi approfondimenti, negli anni Cinquanta ha proposto ricerche di mercato attente agli aspetti gestionali interni dell’azienda, con ciò delineando i primi fondamenti del marketing management, poi ripresi e sviluppati da P. Kotler nel 1967. Le sue definizioni delle unità della grande distribuzione, pubblicate negli anni Sessanta, hanno costituito in seguito un riferimento per la normativa nazionale e per gli indirizzi comunitari. Una definizione della globalizzazione, da lui formulata negli anni Novanta e diffusamente condivisa, delinea le relazioni con la web society e i limiti dei tradizionali modelli interpretativi dell’economia e della società. Pur essendo convinto assertore del libero mercato, P. ritiene inadeguati e poco equi gli automatismi di riequilibrio delle sperequazioni in danno delle categorie e delle aree economicamente meno sviluppate. È fautore e assiduo divulgatore dell’Economia di comunione del movimento dei Focolari di C. Lubich. Per gli studi sui cicli lunghi di N. Kondratiev e sull’opera di P. Sorokin è il primo occidentale nominato in