Giava (indonesiano Jawa) Isola dell’
Amministrativamente l’isola è suddivisa in 4 province (Banten, G. Centrale, G. Occidentale, G. Orientale), nel distretto urbano di
L’economia è prevalentemente agraria; i prodotti principali sono il riso (base dell’alimentazione locale, la cui produzione è tuttavia insufficiente al fabbisogno), il mais e le patate dolci. La canna da zucchero, il tè,
La popolazione, per lo più composta di Giavanesi in senso proprio, è abbastanza omogenea nei suoi caratteri somatici ed etnografici; anche le minoranze sundanesi delle zone occidentali, e quelle maduresi delle regioni orientali, tendono a uniformarsi ai Giavanesi. L’ondata culturale neo-indonesiana giunse a G., in epoca relativamente antica, con i primi secoli dell’era volgare, e permeò gradatamente tutta la popolazione, introducendo tra l’altro la religione induista e il buddhismo, una raffinata architettura, l’impiego dell’elefante nei lavori, il cavallo, l’uso dei veicoli a ruota, la coltivazione del riso. La nuova civiltà ebbe a G. uno sviluppo locale originale, che vide il sorgere di un’arte e di una musica assai complesse, di una letteratura, di un teatro, di uno stile di danze a carattere nazionale. Notevole influenza ebbero, a partire dal 13° sec. e in particolar modo dopo il 15°, le correnti islamiche, provenienti dall’India.
La storia di G. può essere fatta iniziare dalla penetrazione della cultura e della civiltà induista a partire dal 1° sec. d.C. L’esistenza di un Regno induista di G. è testimoniata sin dalla prima metà del secolo successivo e nel 7° sec. sotto la dinastia degli Śailendra sorgeva nella parte centrale dell’isola un potente Stato. A partire dal 13° sec. il Regno induista di Kediri aprì la strada per la rigogliosa fioritura del Regno di Majapahit (14°-15° sec.). Fu il periodo della massima potenza marinara di G., culminata con il re Radjasanagara o Hayam Wuruk (1351-89). La crescente penetrazione musulmana provocò però la caduta di Majapahit e la nascita di nuove formazioni statali (sultanato di Bantam, sultanato di Demak) in lotta per il primato commerciale e politico. Dal 1602 la Compagnia olandese delle
Il giavanese è una lingua agglutinante della famiglia austronesica, con strutture fonologiche e morfologiche più complesse di quelle del malese, dal quale si differenzia soprattutto per i ‘livelli’ che in essa sono nettamente distinti e socialmente istituzionalizzati (ngoko, la varietà bassa, da usare verso inferiori o uguali, e kromo, la varietà alta, formale). Il giavanese moderno conserva un buon numero di sanscritismi ma ha adottato anche molti prestiti arabi.
La letteratura giavanese è la più antica tra quelle dell’arcipelago indonesiano. I primi testi pervenutici (iscrizioni, testi religiosi ecc.), in parte scritti in sanscrito, risalgono al 9° sec.; successivi i tutur («insegnamenti»), scritti completamente in giavanese. Al 9°-10° sec. è attribuibile la traduzione dal sanscrito del Rāmāyana e all’11° quella di una cospicua parte del
L’incontro tra
G. possiede il repertorio più ricco di resti di Homo erectus dell’Asia sud-orientale. Dal Pleistocene inferiore e medio provengono i reperti di
Alla dinastia buddhista Sailendra (8° sec.) appartengono i candi (santuari) Cangal e Sewu e il gigantesco stupa
L’arte di G. subì fortemente l’influenza di quella indiana (Gupta, Pala e Pallava) soprattutto nel periodo della formazione, pur presentando, nella sua evoluzione, opere indipendenti e originali dal punto di vista iconografico. I più antichi monumenti in pietra pervenuti sono due semplici templi dedicati a
Nel sud della parte centrale di G. si trovano vari monumenti buddhisti, il più importante dei quali è il Borobudur (800 ca.). Ispirato al buddhismo della scuola
Degli inizi del 10° sec., o poco più antico, è il grandioso complesso scivaita di Lara Djonggrang, presso
A partire dalla seconda metà del 15° sec., sotto l’influsso crescente dell’Islam, l’arte giavanese mostra un progressivo declino, anche se i primi edifici musulmani presentano strutture affini a quelle della tradizione indo-giavanese (minareto della moschea di Kudus, cimitero e moschea di Sendangduwur). Le caratteristiche stele tombali (maesan), diffuse nel 16° sec., pur rilevando l’origine iranica si adeguano ben presto alla tradizione locale.
A G. fiorirono sempre le arti minori: il batik, dai disegni assai complessi di grande effetto decorativo; i kris; le marionette del teatro wayang (delle ombre), in cuoio, legno o pergamena dipinti o dorati, raffiguranti personaggi del Rāmāyaṇa in forme stilizzate.
La musica giunse, presso i Giavanesi, a uno sviluppo più notevole che presso gli altri popoli dell’Indonesia. Molto complessa è l’orchestra giavanese detta gamelan, che comprende 24 musicisti con 13 tipi di strumenti. Vi predominano le percussioni (analoghe al gong); i flauti (suling) sono costruiti con il bambù; le viole con la noce di cocco. Si praticano due specie di gamme (scale): una (del modo slendro) a 5 gradi distanti circa un semitono, e una (del modo pelog) a 7. Si distinguono con precisione vari motivi rituali, con i quali, per es., si salutano gli ospiti all’arrivo, alla partenza, o si iniziano le feste, o conviti ecc. La loro tradizione classica risale al Regno Mataram sotto il sultano Agong (17° sec.).
Le danze, caratterizzate dal fatto che in esse non si muovono mai i piedi, hanno carattere rituale e sono curate con lungo impegno; danzatrici e danzatori sono di nobile origine.
Fossa di G.Fossa dell’Oceano Indiano, a S dell’isola di G., in una regione fortemente sismica e vulcanica, dove si attua la subduzione della zolla indo-australiana al di sotto di quella euro-asiatica. Profondità 7450 metri.
Mar di G.Mare delimitato dalle isole maggiori G.,