Capponi, Gino

L'Unificazione (2011)

Capponi, Gino


Storico, pedagogista e uomo politico (Firenze 1792 - ivi 1876). Appartenente a un’illustre famiglia fiorentina, alla caduta dell’Impero napoleonico, con il ritorno del granduca Ferdinando III, iniziò a partecipare alla vita di corte, da cui però si staccò ben presto. Intraprese diversi viaggi dapprima in Italia (1816-1818), poi (1818-20) all’estero, in Francia, Inghilterra, Belgio, Olanda, Germania e Svizzera, dove si recò nuovamente nel 1825 per studiarne le istituzioni educative. Tornato a Firenze, vi trascorse il resto della sua vita, dedicata agli studi, ai lavori delle accademie cittadine, alla promozione di istituzioni di beneficenza e di cultura. Contribuì a dare vita al «Giornale agrario toscano» e alla «Guida dell’educatore». Fu inoltre tra i fondatori, nel 1829, della prima Cassa di risparmio di Firenze. Notevole fu la sua importanza per la storia della cultura toscana di questo periodo, grazie anche allo stretto legame con Raffaello Lambruschini, Niccolò Tommaseo e Giovan Pietro Vieusseux. Cattolico liberale e moderato, con la promulgazione dello Statuto toscano venne nominato senatore. Dopo la caduta del governo Ridolfi, nell’agosto 1848, accettò la presidenza del Consiglio, che conservò per soli settanta giorni. Chiusa la breve parentesi politica tornò agli studi. Dopo l’annessione della Toscana fu senatore del Regno d’Italia e partecipò attivamente ai lavori legislativi nel periodo in cui la capitale fu a Firenze. Pubblicò numerosi saggi, tra cui Sulla dominazione dei Longobardi in Italia (1844), Cinque letture di economia toscana (1845) e la Storia della Repubblica di Firenze (1875). Le sue opere più originali e significative sono tuttavia rimaste allo stato di abbozzo. Tra queste va in particolare ricordato il Frammento sull’educazione (1845), ritenuto lo scritto pedagogico italiano più originale della prima metà del secolo. In esso contestò le idee di Rousseau, ritenute astratte e antistoriche, e perorò la causa di un’educazione improntata alla religione ma sottratta al clero, non libresca, lontana dalle astrazioni e capace di sviluppare la creatività del giovane.

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