CAPPONI, Gino

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 19 (1976)

CAPPONI, Gino

Elsa Luttazzi

Nacque a Firenze l'11 ott. 1478 da Neri di Gino e da Violante di Francesco di Tommaso Sassetti. Non abbiamo testimonianze relative alla sua formazione giovanile; dovette comunque ricevere una buona educazione, consona al rango della famiglia; il padre era infatti uno dei più ricchi banchieri di Firenze. Secondo il Perrens fece parte degli Orti Oricellari.

La prima notizia che lo interessa, seppure indirettamente, risale all'anno 1495: nel luglio di questo anno accompagnò ad Asti il padre, incaricato dalla Repubblica fiorentina di una legazione presso il re Carlo VIII. Successivamente, dopo che fu stipulato a Torino il trattato in conseguenza del quale Pisa e la Lunigiana dovevano essere restituite ai Fiorentini, il C. fu lasciato dal padre in ostaggio, a garanzia di una completa attuazione delle convenzioni pattuite, e per permettere al d'Entragues, luogotenente del re Carlo in Pisa, di attraversare incolume il territorio della Repubblica fiorentina. La prima azione politica di rilievo del C. è legata agli avvenimenti del 1497 in Firenze: in questo anno prese parte ad una congiura per il ritorno dei Medici in Firenze, assieme a numerosi rappresentanti delle più illustri famiglie fiorentine, il più autorevole dei quali era Bernardo del Nero. L'insurrezione ebbe luogo il 28 aprile, in concomitanza con l'avvicinarsi di Piero de' Medici alle porte di Firenze; la trama fu scoperta in seguito alla cattura di Lamberto dell'Antella, uno dei partecipanti, che fece i nomi di Giovanni Cambi e di Giannozzo Pucci, che furono costretti a svelare l'identità di tutti i congiurati. Seguirono cinque condanne a morte con relative confische di beni; il C. si salvò con la fuga; fu comunque messo al bando per ribellione. Insieme con lui furono confinati altri otto congiurati, tra i quali Paolo Pitti, Andrea de' Medici detto il Butta e Pietro Alamanni. Il C., stando alla testimonianza del Litta, trascorse l'esilio in Francia, probabilmente a Lione, dove il padre aveva una importante casa di commercio. Al 1503 risale il suo matrimonio con Caterina di Filippo Strozzi, appartenente alla importante famiglia di banchieri. Sembra che il C. abbia ottenuto dal gonfaloniere Pier Soderini il perdono e la possibilità di ritornare in Firenze, ma al rientro in patria riprese immediatamente i contatti con gli esponenti delle famiglie fautrici del ritorno dei Medici. Il Guicciardini ci informa che nel 1508 il C. si trovava a Roma con i fiorentini che si erano avvicinati al cardinale Giovanni de' Medici, futuro papa Leone X, che dal 1503, dopo la morte di Piero de' Medici, aveva assunto assieme a Giuliano la rappresentanza degli interessi della famiglia. In concomitanza con l'alleanza che papa Giulio II aveva stretto con il cardinale Giovanni de' Medici per la restaurazione della casata fiorentina, con il sostegno della potenza spagnola, si organizzò all'interno di Firenze una nuova congiura.

La rivolta scoppiò il 31 agosto del 1512. Vi parteciparono fra numerosi altri, oltre al C., anche Baccio Valori, Paolo Vettori e Antonfrancesco degli Albizzi, che era il personaggio più autorevole e rappresentativo. Il colpo di mano degli insorti ebbe come principale obiettivo il palazzo della Signoria. Il C., insieme con altri congiurati, forzata la porta che difendeva il palazzo, entrò al cospetto del gonfaloniere e, minacciandolo di morte, lo costrinse a deporre immediatamente la carica e a rimettere in libertà i venticinque partigiani medicei da lui fatti imprigionare nei giorni precedenti. Le vicende si svolsero ben presto a favore dei congiurati: il clima di terrore creato dalla distruzione di Prato, avvenuta ad opera delle truppe spagnole e pontificie, rendeva il Soderini timoroso che analoga calamità si presentasse per Firenze, mentre al contempo si delineava il fondato timore di una guerra civile. Il Soderini accettò quindi tutte le condizioni poste dai congiurati e lasciò la città. I Medici poterono quindi rientrare nel mese di settembre in Firenze dopo la lunga parentesi durata diciotto anni. Certamente il C. raccolse i favori meritati in seguito alla lunga fedeltà alla causa medicea.

Anche il C. non fu estraneo all'attività economica e finanziaria della famiglia: le notizie che lo riguardano a questo proposito sono tutte posteriori al suo ritorno in patria, dopo l'esilio. Ci risulta che nel 1509 egli partecipava per un sesto, con 500 fiorini, alla compagnia creata a Pisa fin dal settembre dello stesso anno dagli eredi di Piero Capponi. Nel 1510 è con Francesco Pitti nella compagnia del banco di Firenze. Nel 1512partecipa, sempre per un sesto, alla compagnia aperta, il 10 maggio dello stesso anno, con Ludovico Doffi, in nome di Niccolò e Giuliano Capponi. Riguardo alla partecipazione alla compagnia di Pisa vi sono conferme dell'8 ag. 1513 e del 19 maggio 1516, anche se da altre fonti risulta già morto rispetto a questa ultima data.

Mentre il C. aveva esercitato la sua attività economica in patria agli inizi del '500, uno dei figli, Neri, fu il diretto continuatore dell'attività finanziaria del nonno in Francia, a Lione. Il Litta ci riferisce di Neri soltanto le date di nascita e di morte (1504-1594): tale lacuna è dovuta probabilmente al fatto che egli visse sempre in Francia. La sua attività (di cui siamo a conoscenza attraverso il registro intitolato "Libro di Neri e Alessandro di Gino di Neri Capponi e Compagnia di Lione, etc.") risulta concentrata nel periodo 1532-1549. L'attività di Neri non è registrata in ordine cronologico e frequenti sono le date inframezzate a vuoti: ciò è dovuto probabilmente a un rallentamento dell'attività stessa, rispetto alle precedenti amministrazioni.

Di poco rilievo sono le notizie che riguardano l'altro figlio del C., Piero(1508-1568). È certo comunque che, come il padre, godé ampiamente della benevolenza medicea. Il 5 sett. 1545 sposò Ortensia di Alberto dei Bardi, conte di Vernio. Fu ambasciatore, per ordine di Cosimo I, presso il papa Pio IV, per prestargli obbedienza nel 1559 a Roma. Nel 1563 fu eletto a risiedere tra i magistrati degli Otto di guardia e balia. Nel 1568 fu ascritto fra i senatori.

Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Firenze, Fondo Capponi (patrimonio vecchio), ff. 54, 55 ("Libro di Neri e Alessandro di Gino di Neri Capponi e Compagnia di Lione, etc."); Carte strozziane, s. 3, f. CXVI, cc. 109 s. (scritta di compagnia fra Filippo di Filippo Strozzi e Giovan Francesco Bini e Neri di Gino Capponi di Lione, anno 1532); f C, cc. 32, 35 (lettera di Filippo Strozzi a Neri Capponi e Giovanni Lanfredini di Lione, anno 1537); Mediceo avanti il Principato, f. XIV, n. 338 (lettera del C. a Piero di Lorenzo de' Medici, anno 1493); Firenze, Biblioteca nazionale, Archivio Capponi, n. 2, cc. 83 s., 88 s., 92, 130 ("Libro di Piero e Neri Chappone, Alessandro e Girolamo, fratelli e figlioli di Gino di Neri Chapponi"); Ibid., Fondo Passerini, 48, Collezione genealogica, pp. 327 ss.; I. Nardi, Istorie della città di Firenze, Firenze 1838-1841, I, p. 449; I. Pitti, Storie fiorentine, Firenze 1842, pp. 42, 102; F. Guicciardini, Storie fiorentine, Bari 1931, p. 324; M. Sanuto, Diarii, I, Venezia 1879, coll. 712, 715, 723; S. Ammirato, Famiglie nobili fiorentine, Firenze 1615, II, p. 546; Id., Istorie fiorentine, Firenze 1641, II, p. 243; E. Gamurrini, Storia geneal. delle famiglie nobili toscane et umbre, Firenze 1671, IV, p. 168; V, p. 31; D. M. Manni, Il Senato fiorentino, Firenze 1771, p. XXV; L. Cantini, Saggi istor. di antichità toscane, IX, Firenze 1708, p. 68; F. Vettori, Sommario di storia d'Italia dal 1511 al 1527, in Arch. stor. ital., VI(1848), App., pp. 268, 292; A. Desjardins-G. Canestrini, Négociations diplom. de la France avec la Toscane, Paris 1849, I, p. 639; C. Cipolla, Storia delle Signorie italiane dal 1313 al 1530, Milano 1881, pp. 748, 831; F. T. Perrens, Histoire de Florence depuis la domination des Medicis (1434-1531), Paris 1889, pp. 509 s.; P. Villari, Niccolò Machiavelli e i suoi tempi..., Milano 1895, p. 179; M. Vigna, La banque à Lyon du XVe au XVIIIe siècle, Paris 1903, p. 184; C. Roth, La ultima Repubblica fiorentina, Firenze 1929; P. Litta, Le fam. cel. ital., s. v.Capponi, tav. XX.

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