Róssi, Gino

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Pittore (Venezia 1884 - Treviso 1947). Dal 1907 fece frequenti viaggi in Francia (Parigi, Bretagna), venendo a contatto con la pittura post-impressionista, mostrandosi sensibile all'influsso di Gauguin, van Gogh, Matisse, in dipinti dal colore disteso in zone piatte delimitate con segno assai marcato. Al formarsi di una maniera sua propria, in certo qual modo espressionistica, non dovette essere estranea la conoscenza della pittura dei secessionisti viennesi. Nel 1909 espose per la prima volta le sue opere a Venezia. Con la guerra e la sua prigionia, s'interruppe un periodo felice che si rispecchia nei paesaggi e nei ritratti (Donarmenez, 1911, Venezia, Gall. d'arte moderna). Tornato a dipingere nel 1919, la sua ricerca pittorica si fece più drammatica e convulsa e più tardi le esperienze cubiste vennero incontro a una sua aspirazione di maggiore costruttività formale (Fanciulla col libro, 1921, Roma, Gall. naz. d'arte moderna). Nel 1923 il suo equilibrio psichico, già vacillante per la dura prigionia e le difficoltà del dopoguerra, precipitò portandolo ad abbandonare ogni attività e a vivere in disperata miseria una vita solitaria e folle.

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