GIORDANO

Enciclopedia Italiana (1933)

GIORDANO (A. T., 88-89; arabo al- Urdunn)

Roberto ALMAGIA
Luigi GRAMATICA

È il celebre fiume della Palestina, lungo dalle sorgenti più settentrionali, fino alla foce nel Mar Morto, circa 350 km., con un bacino idrografico assai esteso, ma difficilmente delimitabile perchè una parte notevole, sul versante orientale, è in realtà priva per la maggior parte dell'anno di acqua corrente. Il bacino occupa la sezione settentrionale della fossa siro-africana, divenuta bacino chiuso in seguito a dislocazioni recenti. Il nome deriva da quello delle due principali sorgenti, dette nella Bibbia Jor e Dan, ma i rami sorgentiferi sono in realtà tre, tutti sgorganti ai piedi del grande massiccio del Hermon ricco di nevi, e perciò perenni e assai copiosi. La più famosa sorgente, che scaturiva da una grotta naturale ora crollata, dà origine al Nahr Bānyās, torrentello impetuoso quando si sciolgono le nevi del Hermon e rotto da cascatelle; ma più abbondante è la quieta sorgente del Nahr Leddān, corrispondente all'antico Dan. Terzo ramo è il Nahr Ḥasbānī, che ha origine alle falde occidentali del Hermon, presso Ḥarbiyyah, e forma un corso d'acqua a sé precipitando di gradino in gradino in una profonda gola di erosione fino a raggiungere il Giordano vero e proprio, formato dalla riunione dei due rami precedenti, nel piano di Hule. Questo piano, lungo 30-32 km., largo in media 8, è ricoperto da una coltre di alluvioni, ma in gran parte acquitrinoso e in talune stagioni impraticabile perché vi s'impaludano sia il Giordano e il Nahr Ḥasbānī, sia le acque di numerose sorgenti marginali; una distesa permanente di acque ne occupa anzi la parte meridionale formando il cosiddetto lago Hule (antico Merom), un tempo assai più esteso, oggi ridotto a circa 25 kmq., e profondo appena 3-4 m. I materiali apportati dal Giordano lo colmano poco a poco; è in progetto il completo prosciugamento a mezzo di idrovore, il che permetterebbe di mettere a coltura una regione di notevole fertilità, oggi presso che abbandonata, anche per l'infierire della malaria. L'attuale specchio lacustre è sbarrato a sud da una colata di lava molto dura, che il Giordano incide in una gola angusta e profonda entro la quale scorre precipitoso perché su meno di 10 km. di percorso scende da 2 m. sul mare, quota del lago di Hule, a 208 m. sotto, quota dello specchio del Lago di Tiberiade; i numerosi salti di questo tronco costituiscono una riserva di energia idroelettrica, finora non utilizzata. Entrando nel lago di Gennesaret (v.) il Giordano forma un piccolo caratteristico delta lacustre. Dall'uscita, poco a ovest della cittadina di Semākh, dove è cavalcato da un ponte, il Giordano scorre ancora per altri 295 km. fino al Mar Morto discendendo di altri metri 200 o poco meno. A sinistra è subito accresciuto dallo Yarmūk, uno dei suoi più importanti affluenti, che lo raggiunge saltando un alto gradino con una bella cascata; indi si allarga nella piana di Beisān, percorsa dal Nahr Giālūd. La profonda fossa, limitata in genere da pareti assai ripide e variamente larga, in mezzo alla quale scorre d'ora in poi il Giordano, è detta dagli Arabi Ghōr; essa ha, in questa parte settentrionale, alcune località abitate, non sul fondo, ma verso i margini (la più importante è Beisān); ma in tutta la parte mediana è disabitata. Da una larghezza di circa 20 km. la fossa dapprima si restringe, poi si allarga di nuovo fra le opposte confluenze del Nahr az-Zarqā' e del Wadi Fara, mantenendosi in seguito a una larghezza di 15-20 km. Ma nel fondo di questa fossa, riempita a sud da sedimenti lacustri dell'antico Mar Morto, il Giordano ha scavato il suo letto attuale, detto Zor, che è largo da 500 m. a 3 km. e limitato da sponde assai precipiti alte 15-20 m.; esso è interamente inondato durante le piene invernali, mentre nei mesi estivi il Giordano si restringe a una corrente larga appena 30-60 m., snodata in una successione di serpentine caratteristiche, accompagnata da ambo le sponde da un fitto nastro di giuncheti e di arbusti sempreverdi. Nel tronco inferiore l'unica località abitata è Gerico, in un'oasi un po' lontano sulla destra del fiume; a 5 km. circa più a valle di Gerico il fiume finisce nel Mar Morto con un delta digitato, la cui configurazione sembra aver mutato considerevolmente anche nell'ultimo secolo. La portata del fiume a Gerico viene stimata di circa 130 mc. al secondo in piena, di 50 nelle magre normali. Dei numerosi affluenti quattro soli sono perenni: lo Yarmūk, la cui portata alla foce è forse di poco inferiore a quella del Giordano stesso; lo Yabbok, altro affluente di sinistra; il Nahr Giālūd e il Wadi Fara, affluenti di destra. Ma il fiume è alimentato anche da sorgenti di fondovalle, come ‛Ain es-Sultān presso Gerico e altre anche termali, specie sul lato orientale.

Il Giordano era celebrato nell'antichità per la ricchezza di pesce, il quale abbonda ancor oggi, ma non è affatto utilizzato. Neppure sono utilizzate le sorgenti calde, mentre è cominciato da qualche anno lo sfruttamento delle acque per forza motrice. La centrale più importante utilizza le acque dello Yarmūk (sbarrato da una diga presso la foce) integrate nell'estate da acque del Lago di Tiberiade; si sviluppa così una forza di circa 8000 HP. Altri più grandiosi progetti sono collegati con lo sfruttamento del Mar Morto (v.).

Del resto la valle del Giordano ha oggi scarsa importanza economica. Poche strade la traversano; la più importante è quella che congiunge Gerusalemme ad Amman varcando il fiume sul nuovo ponte Allenby a nord-est di Gerico. Più a nord, presso l'uscita dal Lago di Tiberiade, il fiume è attraversato dalla ferrovia Haifā-Damasco.

Dei pochi centri abitati hanno importanza Beisān e Gerico. Anche la scarsa popolazione nomade abbandona d'estate la vallata, il cui fondo ha in tal periodo un clima torrido.

La singolare importanza che ha il Giordano nella storia biblica non dipende dall'essere, come lo era il Nilo nei riguardi dell'Egitto, dispensatore di fertilità o mezzo di comunicazioni, bensì per essere linea di confine e valido baluardo contro i vicini popoli d'Oriente. Tali proprietà derivano dall'eccezionale desolazione e selvatichezza della regione percorsa dal fiume, dalla mancanza di ponti o di guadi facilmente accessibili, dai periodici e disordinati straripamenti, dalle sponde intricate di macchie impenetrabili, ricetto altra volta di belve feroci. Nella Bibbia il passaggio del Giordano, effettuato sotto la guida di Giosuè, e in circostanze che richiamano quelle del passaggio del Mar Rosso (Giosuè, III, 14 segg.) è considerato quale vera e propria presa di possesso della Terra Promessa. Nel Nuovo Testamento il Giordano non è tanto linea di confine (v. Marc., X, 1, ecc.), quanto fiume sacro per eccellenza, le cui acque simboleggiano, come già l'aveva intravisto il profeta Eliseo (IV Re, V, 10 segg.), la purificazione spirituale operata dal battesimo (Matt., III, 6, ecc.).