RATTONE, Giorgio

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 86 (2016)

RATTONE, Giorgio

Carlo Bovolo

RATTONE, Giorgio. – Nacque a Moncalieri, in provincia di Torino, il 25 aprile 1857 da Cesare e da Amalia Maldini.

Il padre, medico, ricoprì incarichi nell’amministrazione comunale.

Trasferitosi in giovane età con la famiglia a Torino, grazie ai risultati negli studi ottenne nel 1874 un posto nel Reale collegio delle Province, fino alla laurea in medicina e chirurgia, a pieni voti, il 28 giugno 1880. Durante gli anni dell’Università fece esperienza pratica della professione medica e chirurgica sia presso l’ospedale di S. Giovanni, come previsto per gli studenti del collegio, sia come aiutante volontario all’istituto anatomico. Conobbe inoltre importanti personalità del mondo accademico-scientifico torinese. In particolare, seguendo i propri interessi nei campi dell’anatomia, dell’istologia e della patologia, si avvicinò a Carlo Giacomini, Giulio Bizzozero e Vittorio Colomiatti; strinse inoltre legami di amicizia con altri studenti, tra i quali Antonio Carle, Camillo Gallenga, Giuseppe Sperino, Guido Tizzoni e Serafino Varaglia.

Nell’autunno del 1880, apprezzato da Giacomini e Colomiatti, Rattone fu assegnato come dissettore effettivo alla cattedra di istologia patologica di quest’ultimo. I tre anni al fianco di Colomiatti furono particolarmente fecondi per Rattone, il quale perfezionò la propria formazione e pubblicò i primi studi di patologia.

Nel 1882 presentò al concorso per un posto da aggregato in patologia chirurgica all’Ateneo torinese la monografia Contribuzione allo studio della patologia chirurgica dei nervi. Nonostante risultasse vincitore del concorso Erasmo De Paoli, Rattone ottenne una menzione d’onore. Conseguita l’abilitazione alla libera docenza, in seguito alla morte del maestro Colomiatti (1883) gli fu affidato l’incarico dell’insegnamento di istituzioni di anatomia patologica, mentre nel 1884 fu aggregato alla cattedra di anatomia patologica, tenuta a partire da quell’anno da Pio Foà, con il quale Rattone iniziò un’intensa collaborazione. I suoi ultimi anni presso l’Università di Torino si rivelarono proficui dal punto di vista scientifico. Nel novembre del 1883, con una serie di esperimenti basati sull’inoculazione in conigli di materiale infetto proveniente da una pustola acneica di un uomo affetto da tetano, Rattone e Carle dimostrarono l’infettività del tetano, aprendo la strada ai successivi studi di Arthur Nicolaier. I risultati degli esperimenti furono pubblicati nello Studio sperimentale sull’eziologia del tetano, apparso nel 1884 sul Giornale della Regia Accademia medica di Torino. Negli stessi anni pubblicò altri articoli di patologia su riviste scientifiche e mediche e, in virtù della loro collaborazione, Foà presentò all’Accademia medica torinese due comunicazioni anche a suo nome, sulla nefrite traumatica e sull’ipertricosi.

Nel 1885 vinse il concorso per la cattedra di patologia generale all’Università di Sassari. In Sardegna, si interessò, insieme a Lorenzo Valente, alla biologia chimica, pubblicando una nota Sulla causa della scomparsa dell’acido ippurico nelle urine fermentate (Sassari 1886).

A Sassari Rattone stette solamente un anno. Il 30 novembre 1886 fu designato professore straordinario di patologia generale all’Università di Parma, dove rimase per oltre quarant’anni. Infatti, l’incarico gli fu confermato anche per l’anno successivo e il 14 novembre 1888 fu nominato professore ordinario di patologia generale e, contestualmente, direttore del gabinetto patologico dell’Università parmense. Durante i quarantatré anni a Parma, Rattone non solo tenne la cattedra e la direzione del gabinetto di patologia generale fino al 1929, ma fu anche incaricato dell’insegnamento di igiene dal 1890 al 1904 e di anatomia patologica dal 20 gennaio al 1° agosto 1905. All’Ateneo emiliano Rattone divenne presto un’autorevole figura di riferimento e ricoprì incarichi di vertice: il 2 settembre 1892 fu nominato preside della facoltà di medicina e chirurgia per il triennio 1892-95 e il 15 ottobre 1895 divenne rettore per l’anno accademico 1895-96.

L’attività scientifica di Rattone proseguì di pari passo con la carriera accademica. Nel 1887 sul Morgagni pubblicò Della arterite tifosa: osservazioni e studi e iniziò a interessarsi alla patologia del fegato collaborando spesso con Casimiro Mondino, già conosciuto durante gli anni universitari a Torino. Numerosi i contributi scientifici pubblicati in ambito patologico sul finire degli anni Ottanta: nel 1887, su Archives italiennes de biologie (vol. 9, n. 1) comparve Études experimentales sur les infarctus hémorragiques du foie (con Mondino); nel 1888 il Giornale di scienze naturali ed economiche (vol. 19) ospitò Sulla circolazione del sangue nel fegato (con Mondino) e il Giornale della Regia Accademia medica di Torino (vol. 42) i saggi Innervazione del fegato e Presenza di corpuscoli di Pacini sulle pareti dell’aorta toracica dell’uomo; nel 1889 Sulla questione di analogia per la rete descritta da Nesterowsky nel fegato e quella di Rattone, sempre sul periodico dell’Accademia torinese (vol. 42), con cui mantenne stretti rapporti. Nel 1890 fu data alle stampe a Torino la relazione intitolata Sulla nefrite, presentata al Congresso nazionale di medicina interna di Roma nel 1888.

Incaricato dell’insegnamento di igiene per un quindicennio, Rattone si dedicò in maniera approfondita a quest’ambito: nel 1894 pubblicò il trattato Dei microrganismi (Torino), in cui univa il nuovo interesse verso l’igiene con il tradizionale campo della patologia. L’opera ebbe un buon successo, grazie all’accuratezza scientifica unita a un taglio divulgativo, e nel 1896 fu insignita del premio intitolato al medico Francesco Gueneau. Alla luce dell’autorevolezza riconosciutagli nel campo della patologia e dell’impegno in favore dell’igiene, il 22 ottobre 1892 fu incaricato dal governo Giolitti di recarsi a Marsiglia come osservatore dell’epidemia di colera in corso.

L’attività scientifica di Rattone diminuì sensibilmente dalla seconda metà degli anni Novanta, sia per i compiti all’Università, sia per un suo più costante impegno pubblico. Sotto il profilo didattico, Rattone dedicò molte energie all’insegnamento e supervisionò l’attività di ricerca dei suoi allievi più capaci, come Giuseppe Gardenghi, Giuseppe Vercellana e Icilio Bocchia, limitandosi a pubblicare le dispense dei suoi corsi di patologia generale e di igiene. Nel 1895 sposò Ernestina Festa, con cui ebbe due figli: Cesare Corrado (nato nel 1899) ed Enrico (nato nel 1903).

Nel 1896 ebbe inizio il suo impegno politico, che lo portò dapprima nel Consiglio comunale di Parma, poi alla Camera dei deputati e, infine, in Senato. Le elezioni amministrative di Parma del 12 aprile 1896 diedero un’ampia vittoria al democratico Giovanni Mariotti, al suo terzo mandato, che da questo momento guidò la città ininterrottamente fino al 1906 e poi ancora dal 1910 al 1914. Nel nuovo Consiglio fu eletto anche Rattone, vicino politicamente a Mariotti e suo sostenitore. Assiduo alle adunanze del Consiglio comunale nel primo anno di mandato, intervenne spesso riguardo a questioni igienico-sanitarie. Negli anni successivi, tuttavia, Rattone fu meno presente alle riunioni, tanto da rassegnare le dimissioni da consigliere nel dicembre 1898. Nonostante in quest’occasione le dimissioni fossero ritirate per l’unanime preghiera del Consiglio, si dimise definitivamente dall’incarico l’anno successivo. A lui soprattutto si dovette, nel febbraio del 1897, l’introduzione nelle scuole comunali della refezione scolastica. Già nel 1896 aveva tenuto due conferenze pubbliche sulla mensa scolastica e la nutrizione dei bambini. Come numerosi scienziati del periodo, Rattone si impegnò in conferenze divulgative: le conferenze Il bagno (1897) e L’Ospedale dell’Infanzia (1898) confermavano i consueti interessi.

L’impegno pubblico a Parma non si esaurì in seno al Consiglio comunale. Negli stessi anni fu il rappresentante del Comune nel consiglio di amministrazione del Convitto nazionale Maria Luisa e, negli anni successivi, fu ispettore della Cassa di risparmio di Parma e presidente degli Ospizi civili cittadini (1904-1907), oltre che membro della locale Società di medicina e scienze naturali.

Proseguì anche l’impegno politico. Nel 1909 fu eletto alla Camera nel collegio di Aosta, sconfiggendo nettamente l’avversario, il deputato uscente Alphonse Farinet (1992 voti contro 795), come previsto dalla stampa, e si riconfermò nello stesso collegio alle elezioni del 1913, dove ottenne una schiacciante vittoria contro il socialista Victor Barge (5252 voti contro 253). Alla Camera Rattone sedette nei banchi della Sinistra costituzionale e intervenne sia in questioni generali sia in difesa dei diritti dei valdostani. Grand’ufficiale della Corona d’Italia (1909) e dell’Ordine dei Ss. Maurizio e Lazzaro (1912), il 6 ottobre 1919 fu nominato senatore (per la terza categoria, ovvero i deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio; relatore Mariotti) e si unì al gruppo liberaldemocratico e dell’Unione democratica, almeno fino all’avvento del fascismo, quando la sua militanza politica si affievolì. Come senatore, fu membro del Consiglio superiore di assistenza e beneficenza pubblica (16 giugno 1921-4 febbraio 1923).

Morì a Parma il 20 dicembre 1929.

Fonti e Bibl.: Informazioni utili a ricostruire la vita di Rattone sono nei Registri del personale, n. 5 (1885-1889); negli Annuari dell’Archivio storico dell’Università degli Studi di Parma e nel fascicolo personale dell’Archivio storico del Senato (http://notes9.senato.it/web/senregno.nsf/e56bbbe8d7e9c734c125703d002f2a0c/b573f28939f026bd4125646f005ee41e?OpenDocument, 5 giugno 2016).

C. Gallenga, Cenni commemorativi del socio senatore prof. G. R., in L’Ateneo parmense, XXIII (1930), vol. 2, pp. 50-56; Enciclopedia di Parma, Parma 1998, p. 564; R. Lasagni, Dizionario biografico dei parmigiani, Parma 1999, p. 65. Sul contesto medico e politico di Parma tra Otto e Novecento: Figure, luoghi e momenti di vita medica a Parma. 800 anni per la salute a Parma. Atti del Convegno... 2001, a cura di M.O. Banzola - L. Farinelli - R. Spocci, Parma 2003, p. 519; F. Sicuri, Parma nell’età liberale 1860-1925, Parma 2015, pp. 82 s.

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