giornale Pubblicazione, registro o libro avente carattere giornaliero.
Pubblicazione a stampa, composta di un numero variabile di pagine, che fornisce notizie di politica, economia, cronaca, attualità, cultura, spettacolo e sport. Il termine fa riferimento alla frequenza quotidiana delle uscite, ma spesso è esteso anche a periodici non quotidiani, in particolare a settimanali di attualità (v. fig.).
Gli antecedenti storici del g. vengono concordemente identificati con gli acta/">acta populi o diurna, istituiti nel 59 a.C. da Giulio Cesare: si trattava di brevi avvisi che venivano affissi nei luoghi più frequentati per divulgare agli abitanti di
Nel Medioevo le notizie importanti e gli eventi memorabili erano divulgati attraverso le cronache, i diari e le lettere, redatti da cronisti e diaristi solitari che lo facevano per passione, ma anche da cronisti veri e propri, al servizio di mercanti, banchieri, governanti che traevano vantaggi politici ed economici dalle notizie ricevute. Venne così a costituirsi una sorta di trama di lettere pubbliche, o che comunque sarebbero diventate tali, che si infittì con l’intensificarsi dei traffici e dei viaggi per terra e per mare, verso cui si volgeva la curiosità di un numero sempre maggiore di persone. Da tale trama emerge la storia di alcuni secoli con le guerre, i trattati, gli accordi commerciali, i matrimoni dei vari principi, nonché l’organizzazione politica, sociale e privata.
Nel Cinquecento le notizie erano diffuse attraverso avvisi, gazzette, notizie e fogli alla mano, pagine contenenti paragrafi di poche righe, senza titolo o intestazione, con la sola indicazione di data e luogo di provenienza. I redattori, già corporazione d’interessi non priva di forza, si chiamavano menanti, gazzettanti, scarsellanti, corrieri o novellisti secondo i vari luoghi. Questi fogli continuarono ad avere diffusione anche durante il 17° sec. (in
L’Aviso-Relation oder/">oder Zeitung, settimanale pubblicato ad Augusta nel 1609 da Johann Carolus, è considerato il primo g. a stampa, seguito nel 1610 da un settimanale a Basilea, nel 1615 da uno a Francoforte e nel 1616 da un altro ad
Nella seconda metà del Seicento, grazie all’utilizzo ormai invalso della stampa che rendeva accessibili su carta informazioni aggiornate quotidianamente, vi fu in tutta
Fu in Inghilterra che i g. iniziarono ad affrontare battaglie per la libertà e l’autonomia della stampa. Il primo quotidiano fu il Daily Courant (1702). Nel 1704 D. Defoe fondò il trisettimanale The Review, nel quale apparvero i primi ‘editoriali’ politici e i primi racconti a puntate. R. Steele nel 1709 diede vita al periodico Tatler, di cui erano collaboratori J. Swift e J. Addison. I due nel 1711 fondarono
Durante la prima metà del Settecento, il Parlamento e la corona britannici, preoccupati del crescente potere della stampa, tentarono di soffocarne
La stampa francese ebbe nell’ultimo scorcio del Settecento uno sviluppo straordinario. Se il primo quotidiano, il Journal de Paris, vide la luce solo nel 1777 e prima della Rivoluzione esistevano 14 g. politici, dal luglio 1789 all’agosto del 1792 ne nacquero 1400. Durante l’età napoleonica la stampa fu costretta a muoversi in un clima di censura che ne limitò le libertà e lo sviluppo. La situazione non migliorò, caduto Napoleone, con la Restaurazione. Fino al 1848 in Francia, come peraltro in tutta l’Europa continentale, non vi fu una vera stampa politica, anche se nacquero importanti g. e vi furono innovazioni tecnologiche di rilievo. Vanno ricordati il Conservateur di F.-R. Chateaubriand (1818), Le Globe su cui scrivevano F. Guizot e C.-A. Sainte-Beuve, il Constitutionnel (1826), il primo Figaro e
Il primo g. italiano risale al 1664: fu la Gazzetta di
Negli altri paesi i primi quotidiani furono: in
Nell’Ottocento due scoperte agevolarono il progresso tecnico del g.: il telegrafo elettrico di Morse (1844) e la prima rotativa (1846), cui va aggiunto il procedimento per la fabbricazione della carta dalla pasta di legno a opera del tedesco F. Keller (1845). Altra tappa fondamentale del giornalismo moderno fu la nascita delle prime agenzie di notizie: la parigina
3.1 Dal Risorgimento ai primi decenni del Novecento - In Italia, prima del 1847, i g. ufficiali erano rigidamente conservatori, mentre quelli cosiddetti rivoluzionari, mazziniani, liberali, erano clandestini e per lo più, dal 1832 (anno in cui uscì a
Dal 1859 sino alla fine del secolo nacquero centinaia di quotidiani, taluni di breve durata, spesso organi personali di uomini politici, di gruppi parlamentari o industriali. Fra quelli che riuscirono ad affermarsi si ricordano: a Venezia
Dopo il 1900 apparvero numerose nuove testate, fra le quali: a Roma Il Giornale d’Italia (1901), diretto da A. Bergamini, che si contrapponeva alla Tribuna giolittiana; a Genova
3.2 Dal fascismo agli anni 1990. - Negli anni del fascismo, fra il 1925 e il 1943, fu abolita la libertà di stampa e scomparvero i g. di partito, come l’Avanti!, l’Unità,
Il 25 luglio 1943, vecchi direttori di g. che avevano avversato il regime, ora che questo era caduto e si potevano nuovamente esprimere le proprie opinioni nonostante la censura imposta da Badoglio, tornarono al loro posto. Ma dopo l’armistizio dell’8 settembre vennero, con la reazione nazista, repressioni e persecuzioni. Si sviluppò intanto, con la Resistenza, tutta una stampa clandestina, sia di partito, sia propriamente connessa con l’azione partigiana, costituita cioè da fogli e g. delle varie formazioni armate. Il problema della stampa, quale sarebbe dovuta essere dopo la liberazione, fu tra i primi a essere considerato dagli uomini politici della Resistenza. Alcuni volevano che ci fosse un g. per ogni partito e nessun g. che non fosse di partito, altri che ogni partito avesse il suo g. e quelli d’informazione fossero sotto il controllo dei comitati di liberazione. Via via che il territorio nazionale veniva liberato, il problema fu risolto in modo non univoco, secondo le situazioni e gli interessi politici ed economici locali. In genere prevalse il criterio di dar libero corso alle testate fino allora clandestine, di partito o no, e di vietare gli organi di stampa tradizionali e, a maggior ragione, quelli nati sotto il fascismo. Si ebbero così Il Popolo della Democrazia cristiana, l’Italia libera del Partito d’azione, l’Avanti! socialista, l’Unità comunista, il Risorgimento liberale del Partito liberale, Ricostruzione del Partito democratico del lavoro, La Voce repubblicana del Partito repubblicano, L’Italia Nuova, unico g. ufficialmente monarchico (fino al 1948), Il Lavoro, ispirato dalla
Nel 1946 Roma annoverava ben 29 quotidiani, Milano 16, Genova 7, Torino 9. Accanto ad alcune delle vecchie testate, che riapparvero tra il 1945 e il 1946 grazie a una sanatoria per la stampa compromessa, si affermarono anche alcuni g. nuovi come: a Roma Il Tempo, Il Momento (assorbito poi dalla sua edizione pomeridiana Momento-sera),
Nella seconda metà degli anni 1950 e nei primi anni 1960, caratterizzati da una notevole espansione economica e da un certo dinamismo politico, la stampa quotidiana italiana ebbe un sensibile sviluppo. Nel 1956 E. Mattei, presidente dell’ENI, insieme all’editore C. Del Duca diede vita a Milano a un nuovo g., che si fece interprete di tutte le novità che maturavano sulla scena politica,
Durante gli anni 1970, caratterizzati da forti tensioni e inquietudini sociali (lotte studentesche, vicende economiche e politiche complesse, rivendicazioni e illusioni populiste, terrorismo ecc.), la stampa rivelò forti contraddizioni: alcuni g. si schierarono su posizioni extraparlamentari, mentre i quotidiani di informazione si sentivano minacciati nella loro autonomia e tentavano di mantenere una distanza dai centri di potere politico ed economico, che in quel periodo procedettero a una lottizzazione più o meno aperta della carta stampata. Le difficoltà del momento politico ebbero riflesso anche su testate importanti come il Corriere della sera, La Stampa e Il Messaggero. In questo scenario nacquero due nuovi quotidiani, che raggiunsero rapidamente un’alta tiratura: Il Giornale nuovo (1974), conservatore, diretto da
Durante gli anni 1980 i quotidiani attraversarono una fase di grande vitalità che li portò, nel 1990, a sfiorare il tetto dei 7 milioni di copie vendute ogni giorno, grazie allo sviluppo economico e sociale del paese e alla crescita degli investimenti pubblicitari. In questi anni la scena italiana fu dominata dalla concorrenza fra RCS, cioè il gruppo
A partire dai primi anni 1990 l’editoria giornalistica entrò in una fase di grave difficoltà, registrando un forte calo (tra il 6 e l’8%) degli introiti pubblicitari, che confluivano in maniera sempre più cospicua nel settore televisivo, e dal 1992 una diminuzione dei lettori. Nel 1991 il giornalista di origine uruguayana R.F. Levi fondò un nuovo quotidiano milanese a diffusione nazionale, L’Indipendente, che però entrò rapidamente in crisi e, nonostante un periodo di ripresa sotto la direzione di V. Feltri, nel 1996 fu costretto a chiudere. Nello stesso anno
3.3 Il panorama attualeNel 2009 le testate italiane di informazione che superavano la media giornaliera di 200.000 copie erano 7: Corriere della Sera, la Repubblica, La Gazzetta dello sport (con una differenza di quasi 100.000 copie fra il lunedì e gli altri giorni della settimana), Il Sole 24 ore, La Stampa, Il Messaggero, il Giornale. Nel complesso, la diffusione dei quotidiani è diminuita: meno del 40% degli Italiani adulti legge il g. tutti i giorni. Si vendono meno di 100 copie ogni 1000 abitanti, ciò che pone l’Italia agli ultimi posti in Europa. Fra le molteplici motivazioni addotte per spiegare il calo nel livello di lettura dei g. tradizionali – problemi legati alla distribuzione, pochi abbonamenti, scarsa scolarizzazione di ancora ampie fasce di popolazione, aumento dei prezzi ecc. – emerge come una delle possibili concause la diffusione della stampa gratuita. Il fenomeno ha avuto inizio verso la fine degli anni 1990, quando è iniziata la distribuzione di Metro (edito dal gruppo svedese Metro International S.A.), City (che appartiene al Gruppo RCS) e Leggo (che è del Gruppo Caltagirone Editore).
Ma sono state soprattutto le novità tecnologiche e le nuove formule a caratterizzare l’avvio del nuovo secolo nel mondo del giornalismo e dei media. Se nel Novecento i g. per conservare la loro funzione all’interno della società, riuscendo a influenzare le scelte politiche e l’orientamento dell’opinione pubblica, hanno dovuto far fronte alle sfide poste dall’avvento dei nuovi mezzi di comunicazione di massa, a cominciare dalla radio e dalla televisione sino ai nuovi mezzi telematici, a partire dalla seconda metà degli anni 1990 il vertiginoso sviluppo di Internet ha aperto nuovi orizzonti al settore. Giornali e riviste di vario tipo in moltissimi paesi sono oggi diffusi via Internet (in Italia, nel 2000 i quotidiani on-line erano già 40) e offrono la possibilità di avere un servizio informativo aggiornato e in tempo reale. Rispetto ai tradizionali g. cartacei, quelli in rete offrono i vantaggi della multimedialità e una struttura ipertestuale che consente al lettore di navigare all’interno del complesso di informazioni. Molti g. on-line consentono anche l’accesso ad archivi e banche dati per approfondire determinati argomenti o per consultare articoli apparsi in numeri precedenti.
La maggior parte dei grandi g. esteri vide la luce, come si è visto, verso la fine del Settecento, spesso su uno sfondo politico-sociale legato alle lotte che ciascun paese conduceva per conquistare le proprie libertà. Nacquero via via testate di vario orientamento che gradualmente si svincolarono dai finanziamenti del potere e guadagnarono un’autonomia sempre maggiore grazie all’autofinanziamento attraverso la pubblicità.
In Francia si pubblicano soprattutto g. d’informazione, per lo più indipendenti da legami con partiti politici, e g. d’opinione con tendenze politiche definite. I quotidiani più autorevoli continuano a essere
In Gran Bretagna la stampa, finanziariamente sempre indipendente dai partiti politici, ha visto da una parte i g. di qualità e dall’altra i g. tabloid a diffusione popolare. Tra le testate autorevoli The Times (1785) rimane certamente il più prestigioso quotidiano inglese, seguito da
Il quotidiano più venduto in Germania, con 4 milioni di copie, è
In Spagna, dopo la scomparsa di Franco (1975), si è avuto un vasto rinnovamento della stampa quotidiana. La riconquistata piena libertà di espressione ha reso possibile la nascita di varie nuove testate, delle quali le più significative sono El País, g. di orientamento progressista fondato nel 1975 e divenuto in breve il più diffuso, e il più recente
In Portogallo, dove nel 1976 è stata garantita la libertà di stampa, sono da ricordare Diáro de notícias (1864) e Público (1990).
In
Nel resto dell’Europa le testate che maggiormente si distinguono sia per la loro storia sia per la capacità di dar voce agli umori e alle idee del loro paese sono in
Per quanto riguarda la
Negli Stati Uniti, ai numerosi g. locali (spesso di qualità) si affiancano alcuni quotidiani di levatura internazionale. Il New York Times (1851), che è considerato il più autorevole, nel 1997 ha avviato notevoli cambiamenti nella grafica e nell’impaginazione. The Wall Street Journal (1920) è considerato il primo g. economico-finanziario a livello mondiale. G. di prestigio sono inoltre il
Nel mondo arabo una delle voci più autorevoli è al-Ḥayāt («La vita»), finanziato da capitali sauditi, seguito da al-Šarq al Awṣat (1978, «
In
Il
In Cina il più letto è il
G. dei lavoriNei cantieri delle costruzioni civili, registro su cui il direttore dei lavori annota giornalmente andamento dei lavori, numero degli operai e mezzi d’opera impiegati, condizioni meteorologiche, ecc.
In marina, g. nautico Libro di bordo che deve essere obbligatoriamente tenuto nelle navi maggiori; si compone di quattro parti: inventario di bordo; g. generale o di contabilità e g. di navigazione (ai quali corrisponde, nella marina militare, il g. di chiesuola); g. di carico (comunemente detto g. di boccaporto), sul quale viene annotata tutta la merce imbarcata e la sua distribuzione nelle varie stive allo scopo di facilitarne lo scarico nei vari porti di destinazione; g. di macchina, diario regolamentare dell’apparato motore di ogni nave, tenuto dal direttore di macchina, sia della marina mercantile, sia della marina militare.
Gran g.Nella marina militare, il registro dove si trascrivono le notizie contenute nei g. di chiesuola e di macchina.
In aeronautica, g. di rotta, libro fondamentale dell’aeromobile: ha una funzione corrispondente a quella del g. nautico per le navi; gli aeromobili destinati al pubblico trasporto dei passeggeri debbono altresì avere anche un g. dei segnali, nel quale debbono essere registrate tutte le segnalazioni trasmesse o ricevute.