GIOVANNI ANDREA da Bosco

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 56 (2001)

GIOVANNI ANDREA da Bosco (de Boscho, de Boschis)

Arnaldo Ganda

Figlio di Giovanni, si ignora la sua data di nascita, collocabile sicuramente nella seconda metà del secolo XV forse a Bosco (l'attuale Bosco Marengo, in provincia di Alessandria). G. è stato anche considerato "stradellino", originario cioè di Stradella, nell'Oltrepò pavese, ma, allo stato attuale delle ricerche, non sono emersi documenti che possano suffragare questa ipotesi (Fagnani).

Mancano documenti sull'apprendistato tipografico da parte di G., che potrebbe essersi svolto a Pavia, ove, a partire dal 1472, erano sorte diverse stamperie, molto attive nel pubblicare soprattutto i testi adottati nello Studio cittadino.

Negli ultimi anni del Quattrocento, G. e il socio Michele Garaldi impiantarono a Pavia una propria officina tipografica. Il 4 dic. 1495 pubblicarono il Libellus guarentigiarum di Benedetto Barzi da Perugia (Indice generale degli incunaboli [IGI], 1402; Gesamtkatalog der Wiegendrucke [GW], 3666), prima edizione di sicura attribuzione dei due soci. Il Libellus, stampato con i caratteri 1:90 per il testo e 2:140 G per i titoli, è composto di 16 carte in folio. Alla c. 2r (Hain, 2663) viene elogiata la correttezza di questa edizione rispetto a quella già in commercio (forse la veneziana di Giovanni da Colonia e Johann Manthen, apparsa intorno al 1480: IGI, 1401) e si sottolinea anche la presenza di un indice analitico. Inoltre nel colofone G. e Garaldi ossequiano il duca di Milano, Ludovico Sforza. Ripeterono tale lode venti giorni dopo, il 24 dicembre, nel Tractatus super statuto quod extantibus masculis foeminae non succedant di Lauro Palazzi da Fano (IGI, 7145; Hain, 12272), ove si nota l'uso, accanto all'1:90 G impiegato per il testo, del nuovo carattere tipografico 136 G per il frontespizio e per i titoli (Catalogue… inthe British Museum [BMC], VII, p. 1016, tav. XC). Committente e revisore editoriale del Tractatus fu l'alessandrino Giovanni Martino Crova, studente di diritto nell'ateneo ticinese e autore della Tabula "pro ulteriore et faciliore commoditate. Et ut una queque questio seu decisio hoc in volumine posita unicuique quam facile occurrat". In modo analogo il plauso per Ludovico il Moro venne rinnovato nella Repetitio rubricae de arbitriis di Ludovico Pontano (Lodovicus Romanus), apparsa il 15 febbr. 1496 in 8 carte, sempre in folio (IGI, 8008). Anche questa edizione è corredata da un indice analitico.

Il 2 ag. 1496 apparve l'edizione in folio, di sole 4 carte, della Disputatio circa statutum Papiense de alienatione muliebri di Cristoforo Castiglioni con la Repetitio capituli De testamentis di Filippo Casoli (IGI, 2561; GW, 6177) e il 17 settembre dello stesso anno i due soci stamparono il Commentum super proemio Decretalium et titulo De constitutionibus di Mario Sandei (Felinus Sandeus; IGI, 8625; BMC, VII, 1017) in 62 carte. Il novarese Mario Gemelli da Gaudiano revisionò il testo e compilò la Tabula.

Con la Lectura super titulo De appellationibus di Filippo Franchi, apparsa il 15 dic. 1496 (IGI, 4079; GW, 10247), e con l'Alma interpretatio in nodosum titulum De actionibus di Giasone del Maino del 6 maggio 1497 (Copinger, II, 1, 3947) i due soci iniziarono la stampa di edizioni più consistenti riguardo al numero di carte: la prima infatti ne presenta 108 e la seconda 106.

Oltre a queste edizioni sottoscritte, i repertori assegnano all'officina pavese di G. e di Garaldi, in via presuntiva (attraverso l'identificazione dei caratteri usati dai due stampatori), un'altra decina di edizioni sine notis. Ma poiché il materiale tipografico era spesso prestato o locato da una stamperia all'altra, è quanto mai difficile accertare l'effettiva partecipazione dei due stampatori alla realizzazione delle edizioni non sottoscritte.

Dopo l'edizione di Giasone del Maino i due soci si divisero. Il 19 genn. 1498 G. ultimò la Lectura in Codicis sextum di Pier Filippo Della Cornia (Cornio; GW, 7566) con le rubriche marginali del consigliere ducale Lancellotto Decio. L'edizione di 214 carte in folio venne stampata con i nuovi caratteri tipografici 1:86 G per il testo e 5:150 G per i titoli e il frontespizio. Il 23 ag. 1498 G. ultimò la pubblicazione in 174 carte del Commentum super feudis di Giacomo Alvarotti (GW, 1592; IGI, 417, dove è ipotizzata ancora la collaborazione con il Garaldi). Nella sottoscrizione colofonica ritorna l'elogio di Ludovico il Moro e non manca un elogio per lo stampatore: "completum […] per Andream de Boscho diligenti impressore".

L'edizione dell'Expositio in primam fen quarti Canonis Avicennae e della Quaestio de modo augmentationis di Ugo Benzi (Hugo Senensis; IGI, 4948) venne pubblicata il 29 ott. 1498 con il finanziamento del libraio Francesco (Giovanni Francesco) Nebbia, originario di Borgofranco in Lomellina. Un rescritto del Moro - inteso a tutelare gli interessi dell'editore - proibiva per dieci anni la pubblicazione di quest'opera entro i confini del Ducato. Il privilegio ammoniva "ne in penam non parvam imprudenter incurras o bibliopola avidissime" che, nello stesso territorio, era altresì vietata la vendita degli esemplari dell'Expositio, stampati altrove.

Non si conoscono edizioni del 1499, mentre sappiamo che nell'anno seguente G. riuscì a stampare tre opere: il 9 genn. 1500 apparve la Lectura super Institutionibus di Angelo Gambiglioni con le rubriche di Francesco Accolti (GW, 10514). Il ponderoso volume in folio (368 carte) era dotato delle "rubricae omnes per alphabetum posite et ad loca sua per ordinem remissae". Il 10 apr. 1500, in deroga alla produzione universitaria seguita fino a quel momento e al tradizionale formato in folio, G. pubblicò la Vita de s. Theodoro, vescovo di Pavia, nella traduzione italiana di Giovanni Matteo Migliardi: un libretto in quarto e di sole otto carte (Goff). Il 22 luglio, infine, venne ultimata la stampa del primo volume dei Commentaria in primam partem Digesti veteris di Giasone del Maino (Hain, 10940).

Se si eccettua la Tabula consiliorum secundum ordinem ac viam Avicene ordinata di Giovanni Matteo Ferrari Da Grado, apparsa il 4 maggio 1501 e finanziata da Bernardino Scotti, libraio di Venezia, sembra che G. abbia stampato in proprio le altre undici edizioni che uscirono dalla sua officina nel primo lustro del Cinquecento. Le opere sono tutte giuridiche e il formato adottato per questi volumi è sempre in folio: Consilia di Giovanni d'Agnani, 1502; Consilia et quaestiones di Federico Petrucci, 11 febbr. 1503; Consilia di Oldrado da Ponte, 23 giugno 1503; Aurea et perutilis lectura super titulum De regulis iuris tam canonici quam civilis di Alberico da Rosate, 1503; De appellationibus et relationibus di Angelo Gambiglioni, 1503; Utilissima scripta in titulum De testamentis et successionibus ab intestato di Andrea Barbazza, 1° apr. 1504; Prima pars Consiliorum Abbatis (Nicolaus de Tudeschis), in due voll., 24 agosto e 10 ott. 1504; Novella super III IIII et V Decretalium di Giovanni d'Andrea, 1504; Consilia iuridica di Pietro d'Ancarano, 1504; Commentaria super Institutionibus di Jacques de Révigny (opera attribuita anche a Bartolo da Sassoferrato) e, infine, il Tractatus perutilis et quotidianus de iure patronatus di Rocco Corti del 17 dic. 1505 (Cavagna, 1981).

Non sappiamo il perché, ma sembra che nel corso del 1505 G. sia rimasto senza caratteri tipografici, cosicché l'11 giugno ne ottenne in locazione, per due anni, un quantitativo consistente - del peso di circa 464 kg - dal libraio Gaspare Nebbia, figlio di Giovanni Francesco. Lo stampatore avrebbe dovuto ricompensare il locatario dandogli 5 esemplari di buona carta ogni 100 che avrebbe pubblicato "de quolibet genere librorum" e stampando inoltre per Nebbia un'opera grammaticale di Elio Donato (forse il De octo partibus orationis) in 200 copie, ognuna di 8 carte. G. era tenuto a notificare di volta in volta al proprietario dell'attrezzatura quali erano le opere di cui avviava la stampa. La trasgressione di questi accordi avrebbe comportato l'esborso di 10 ducati a favore di Gaspare. Infine, alla scadenza dei due anni, G. doveva restituire i caratteri tipografici "in illa bonitate que nunc erant ipse littere locate" senza sostituzioni o cambiamento di posto negli scomparti della cassa tipografica. In caso contrario era tenuto a corrispondere al Nebbia la somma di 5 soldi imperiali "pro singula litereta" cioè per ogni carattere deteriorato.

G. fu totalmente inadempiente, soprattutto per non aver stampato gli esemplari di Donato, ed essendo deceduto Gaspare Nebbia nell'ottobre 1505, il fratello di costui Pietro Antonio si appellò al giureconsulto Bartolomeo Guastamigli, rettore dei giuristi nell'ateneo pavese, perché intimasse a G. l'immediata restituzione del materiale avuto in locazione e il pagamento della pena prevista. In un giorno e mese non precisati del 1506 "in claustro scholarum Universitatis" il rettore emise l'ingiunzione richiesta, recapitata il 30 genn. 1507 presso l'abitazione dello stampatore Gerardo de Zeys, situata nel quartiere di Porta S. Vito a Pavia.

Non si hanno notizie di G. posteriormente al 30 genn. 1507. Si ignorano la data e il luogo della sua morte.

Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Pavia, Fondo notarile di Pavia, Notaio Morasco Giovanni Antonio, b. 906 (1506, sine mense et die), cc. 360 s.; Ibid. (1507 gennaio 30), c. 361v; S. Comi, Memorie bibliografiche per la storia della tipografia pavese del sec. XV, Pavia 1807, passim; H.K. Burger, The printers and publishers of the XV century, Milano 1950, pp. 355 s.; F.J. Norton, Italian printers 1501-1520. An annotated list, with an introduction, London 1958, pp. 73 s.; E. Gualandi, La tipografia in Pavia nel secolo XV, in Boll. della Società pavese di storia patria, LIX (1959), pp. 79-82; F.R. Goff, Incunabula in American libraries, New York 1973, p. 587 tav. 147; A.G. Cavagna, Libri e tipografi a Pavia nel Cinquecento. Note per la storia dell'Università e della cultura, Milano 1981, passim; F. Fagnani, Gli editori tipografi di Borgofranco Lomellina oggi Suardi. Contributo alla storia della tipografia pavese dei sec. XV-XVI, Pavia-Azzate 1982, p. 32; F. Ascarelli - M. Menato, La tipografia del '500 in Italia, Firenze 1989, pp. 187 s.; A.G. Cavagna, "Questo mondo è pien di vento". Il mondo librario del Quattrocento pavese tra produzione e consumo, in Storia di Pavia, III, 2, Pavia 1990, p. 305; L. Spera, Garaldi, Michele e Bernardino, in Diz. biogr. degli Italiani, LII, Roma 1999, p. 223; L. Hain, Repertorium bibliographicum, nn. 2663, 10940, 12272; W.A. Copinger, Supplement to Hain's Repertorium bibliographicum, II, 1, n. 3947; Indice generale degli incunaboli delle biblioteche d'Italia, nn. 417, 1401, 1402, 4079, 4948, 7145, 8008, 8625, 8637 e ad ind., s.v. Bosco, Giovanni Andrea (per le opere attribuite); Gesamtkatalog der Wiegendrucke, nn. 1592, 3472, 3666, 7566, 10247, 10514; Catalogue of books printed in the XVth century, now in the British Museum, VII, pp. 1016 s., tav. XC; The British Library, The illustrated incunables short-title catalogue on CD-ROM,sub voce.

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