PLANA, Giovanni Antonio Amedeo

Enciclopedia Italiana (1935)

PLANA, Giovanni Antonio Amedeo

Emilio BIANCHI

Matematico e astronomo, nato a Voghera l'8 febbraio 1781, morto a Torino il 20 gennaio 1864. Allievo della Scuola politecnica di Torino, fu dapprima professore di matematiche alla Scuola d'artiglieria di Alessandria; poi, nel 1811, su designazione del Lagrange, ebbe la cattedra di astronomia nell'università torinese e, dal marzo 1813, la direzione di quell'Osservatorio.

Valoroso matematico, curò dapprima ricerche d'ordine analitico, per dedicarsi poi interamente a quelle astronomiche, compiendo anche osservazioni numerose su varî fenomeni celesti. Da ricordare: la sua partecipazione ai grandi lavori geodetici che, intorno al 1821, si compivano nel Piemonte occidentale, per estendere dalla frontiera sino a Torino le misure di una catena di triangoli geodetici che, normalmente al meridiano di Parigi, da Bordeaux si estendevano sino alla Savoia; la sua memoria sulle rifrazioni astronomiche; quella sull'attrazione degli ellissoidi e altre.

Ma la ricerca massima del P., che consacrò il suo nome alla storia dell'astronomia, è quella concernente la Teoria del moto della Luna. Ispiratore di essa fu Barnaba Oriani, che ne affidò l'esecuzione al P. e al Carlini. Associatisi nella difficile impresa, P. e Carlini iniziarono il lavoro nel 1813, prendendo le mosse dai lavori di Eulero e del Laplace sullo stesso argomento. Già erano giunti a buon punto, allorché l'Accademia delle scienze di Parigi bandì per l'anno 1820 un concorso a premio per l'astronomia sul tema: la formazione, per mezzo della sola teoria, di tavole lunari altrettanto esatte quanto quelle che sino allora erano state costruite a mezzo della teoria e delle osservazioni. I due astronomi italiani presero parte al concorso, e ne uscirono vincitori ínsieme con M.-C.-T. Damoiseau. Successivamente attesero a completare l'opera; ed erano ormai prossimi alla pubblicazione, quando sorse fra loro quel profondo conflitto che rappresentò uno dei più dolorosi episodî della vita astronomica d'allora. Il P., più del Carlini audace e fervido nel lavoro, portò a termine da solo tutta la ricerca, nella quale la determinazione teorica delle ineguaglianze lunari è condotta assai più innanzi di quanto non avessero fatto i precedenti autori, e la teoria è poi tradotta in tavole numeriche che ben soddisfacevano a tutte le osservazioni del tempo. Vide essa la luce in tre grossi volumi nel 1832 poco prima della morte dell'Oriani, il quale, dopo gl'ininterrotti sussidî, conforti e consigli sempre dati ai due colleghi, volle riconoscere particolarmente l'opera del P., assegnandogli un legato di lire 40 mila a compenso dell'ardua fatica.

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