FALCONI, Giovanni Battista

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 44 (1994)

FALCONI, Giovanni Battista

Marius Karpowicz

Secondo il Crivelli (1969), era originario di Rovio presso Lugano e apparteneva alla stessa famiglia ticinese dello scultore veneto Bernardo Falconi: stuccatore, scultore e architetto, fu attivo fra il 1630 e il 1658 in Polonia, dove fu chiamato con tutta probabilità dalla famiglia dei principi Lubomirski. Furono questi infatti i committenti delle prime opere polacche del F., che restò poi al loro servizio per tutta la vita. Va però detto che il Malkiewicz (1967) identifica con il F. un "Jan Stuccator", documentato nel 1630 come direttore dei lavori per la chiesa dei camaldolesi a Bielany presso Cracovia. Se questa identificazione fosse giusta, il F. dovrebbe essere giunto in Polonia molto prima del 1630.

Il 13 nov. 1639 ricevette da re Ladislao IV l'atto di "servitoriat", che consentiva l'esenzione dai pesanti obblighi imposti dalle corporazioni. Per questo motivo il F. non appartenne mai a una corporazione, non prese domicilio in alcuna città e per tutta la vita viaggiò per la Polonia, dove lavorò nelle residenze dei più insigni personaggi. Sono note le sue opere in stucco ed è stato plausibilmente provato che egli stesso progettasse i particolari dell'architettura e le decorazioni degli interni; non sono invece rintracciabili sue opere in marmo per le quali pure aveva ricevuto il "servitoriat" reale.

La prima opera documentata è la decorazione a stucco delle due cappelle di S. Sebastiano (cupola e quattro Evangelisti nei pennacchi) e di S. Croce (cupola e quattro Padri della Chiesa nei pennacchi) nella chiesa dei camaldolesi a Bielany presso Cracovia, eseguita fra il 1630 e il 1642, su commissione dei Lubomirski. Successivamente decorò con ricche panoplie sulla volta e figure di angeli nelle lunette la cappella funebre per il cancelliere ed etmano Jan Zamoyski nella collegiata di Zamość (1634-1635). Prima del 1647 venne chiamato dal gran cancelliere Jerzy Ossoliński a Klimontów (Polonia centrale), dove decorò la collegiata che questi aveva fondato (si conservano le decorazioni vegetali nel presbiterio e nei matronei). Per questo e altri servigi ricevette dal cancelliere, nel 1650, due mulini in usufrutto per due anni.

Nel 1647 Stanislaw Ońwięcim, cortigiano del re e diplomatico, lo incaricò di decorare la cappella di famiglia presso la chiesa dei francescani a Krośno (Polonia sudorientale), dove lo accompagnò egli stesso da Klimontów. È questo uno dei migliori complessi decorativi del F.: la cupola è ornata da grossi e carnosi cartocci e da figure dì angeli, le pareti presentano una decorazione più piatta, a motivi vegetali e a panoplie, e una Madonna con Bambino. Negli anni 1654-58 il F. decorò la cappella dei Tyskiewicz presso la chiesa dei domenicani a Lublino, di cui egli stesso aveva progettato l'architettura dell'interno. Nel tamburo, dove si leggono la sigla "I.B.F.S." e la data "1658", si conservano rilievi figurativi con i Profeti, pannelli con motivi ornamentali e l'Arma Christi.

In base a questi lavori documentati, si attribuiscono al F. anche altre decorazioni, riconoscibili grazie alla tipicità del suo repertorio formale e ai modi d'esecuzione: le volte della seconda cappella a sinistra e della terza a destra nella chiesa dei Ss. Pietro e Paolo a Cracovia (1630-1634); quella della cappella di S. Stanislao Kostka nella cattedrale di Lublino (1634-1644, ora distrutta); quella di un locale dell'eremo di Rytwiany (1637). Inoltre per i Lubomirski decorò la chiesa dei carmelitani a Wiśnicz (1635-39; distrutta durante la seconda guerra mondiale); la volta della torre nordoccidentale del castello di Wiśnicz (1635-1639); la volta della cappella di S. Carlo Borromeo nella chiesa di Niepolomice (cartocci con stemmi nei pennacchi e fregi vegetali: 1640); quella della sala dello Zodiaco nel bastione del castello di Łańcut (1641), dove ricchi cartocci incorniciano quattro dipinti; la volta del presbiterio della chiesa dei padri scolopi a Rzeszów (1642-1649); quella del bastione del castello di Baranów (sempre nel quinto decennio). Più tarde sono le decorazioni della cappella del castello di Podhorce (1650) per i Koniecpolski e del presbiterio della collegiata di Łowicz (1652-1654).

Nell'ambito dell'ornamentazione pura il F. è certamente il più illustre stuccatore del suo tempo in Polonia, dove esercitò una grandissima e duratura influenza, tanto che le sue decorazioni venivano imitate ancora nell'ottavo decennio del Settecento. La qualità inferiore riscontrabile nella rappresentazione della figura umana induce a credere che egli abbia avuto una formazione di ornatista piuttosto che di figurativo (le due specialità erano nettamente distinte nell'Italia settentrionale). Il suo repertorio era costituito soprattutto da cartocci carnosi, arrotolati, dalla "frutta rigogliosa appesa a drappi" (Karpovicz, 1983, p. 101), da motivi vegetali, (principalmente foglie di acanto, con frequenti richiami all'arte antica), oltre che da panoplie, piccoli oggetti appesi a fazzoletti, putti, testine di angeli. La precisione dell'esecuzione, la fantasia, la facilità nel comporre sono i maggiori pregi delle sue opere. Nella sua evoluzione artistica il F. raggiunse un virtuosismo sempre maggiore, con risultati di crescente tridimensionalità: pertanto le ultime opere sono le più ricche e le più dinamiche.

Le somiglianze, osservate da qualcuno (Bochnak, 1923), fra gli stucchi del F. e gli stucchi romani (per esempio quelli di S. Pietro in Montorio, S. Maria in Trastevere, delle cappelle di S. Maria in Monserrato, dell'abside di S. Maria ai Monti), sono in realtà assai generiche, mentre sono effettivamente riscontrabili sorprendenti affinità con l'opera di G. B. Serodine (1587-1626): per esempio con la decorazione della casa Serodine, oggi Boriani, ad Ascona (1620) o della casa Rusca a Locarno o anche con quella della chiesa della Madonna del Sasso (1609) nella stessa città. Si può pertanto ritenere che il F. sia stato quasi sicuramente allievo del Serodine o che per lo meno conoscesse bene la sua arte.

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