LULLI, Giovanni Battista

Enciclopedia Italiana (1934)

LULLI, Giovanni Battista

Henry Prunières

Compositore, nato a Firenze il 29 novembre 1632, morto a Parigi il 22 marzo 1687. Il padre, Lorenzo, era mugnaio a Firenze. Della sua infanzia non si sa nulla di certo. Secondo la tradizione, egli seguì una compagnia di comici e ancora giovinetto era già abile nell'arte della chitarra e del violino. Nel 1646 il Cavaliere di Guisa, di passaggio per Firenze, lo prese al suo servizio e lo condusse con sé, nel mese di marzo, a Parigi, dove lo collocò presso la sua cugina Madamigella d'Orléans, prima principessa del sangue, che - studiando in quel tempo la lingua italiana - l'aveva pregato di condurgli dall'Italia un ragazzo per potersi esercitare nella conversazione. Nei libri di casa di questa principessa il L. figura in qualità di Garçon de la chambre, posto considerato assai onorifico. È probabile che egli abbia saputo molto presto attirare viva attenzione sul proprio talento di violinista e di compositore di danze; questo almeno si può pensare perché - caduta in disgrazia Madamigella d'Orléans in seguito al movimento della Fronda - egli fu assunto al servizio del re, e il 23 marzo 1653 fu nominato "compositore strumentale della camera del re".

Presto si rese celebre, prendendo parte ai balletti di corte, per il suo talento di danzatore e di cantante buffo. Per i balletti di corte egli scrive non soltanto danze ma anche Divertimenti in stile buffo su parole italiane. Al principio della sua carriera egli mostra maniere italiane nelle composizioni vocali, maniere francesi nelle danze. In quel tempo la corte di Francia aveva gran numero di cantanti italiani chiamativi dal cardinal Mazzarino e vi soggiornano a lungo anche compositori come Carlo Caproli e Francesco Cavalli. La formazione del L. si spiega così attraverso tale doppia influenza italiana e francese. Un documento contemporaneo afferma che egli fu allievo di tre compositori francesi: Metru (autore di una Messa e di alcune canzoni) e gli organisti N. Gigault e F. Roberday, ma non si sa con precisione a quale momento far risalire questi studî. In realtà L. ci dà l'impressione di un autodidatta che abbia saputo assimilarsi delle scuole italiana e francese quanto conveniva al suo temperamento.

Il 16 maggio 1661 diviene sovrintendente della musica del re, iniziando da quel momento la sua dittatura musicale in Francia. Per accorgimento politico egli si schiera dalla parte dei musicisti francesi contro gl'italiani che vivevano a corte; non è però possibile precisare la parte da lui presa nelle trame ordite contro l'Ercole Amante di P. F. Cavalli nel 1662. Dopo la partenza del maestro veneziano il L. riesce ad allontanare, a poco a poco, tutti gl'italiani. Nel dicembre 1661 egli prende la nazionalità francese e dopo qualche mese Luigi XIV lo nomina maestro di musica della famiglia reale. Il 14 luglio 1662 egli sposò la figlia di uno dei più rinomati compositori francesi del tempo, M. Lambert; e da Maddalena Lambert ebbe poi tre figli e tre figlie. Il contratto di matrimonio era stato firmato dal re, dalla regina, dalla regina madre e da alti personaggi tra cui il ministro Colbert, che non cessò mai di favorirlo.

Da allora in poi L. non si stanca di produrre balletti (comédies ballets) in collaborazione con Molière, pastorali, mottetti, danze. Il re lo colma di favori e dichiara di non potere far a meno dell'opera del L. nell'allestimento dei suoi divertimenti. Già ricco egli specula sui terreni e si fa costruire un magnifico palazzo (in via S. Anna, 47; ancora oggi esistente) e molte case d'affitto. Gli ultimi balletti di Lulli e la "tragedia-balletto" Psyche (1671) sono già quasi vere opere, in ragione del grande sviluppo che vi prende la parte musicale, prima di allora assai limitata. Dopo il 1657 il L. pratica tra l'altro la forma, da lui creata, dell'Ouverture francese, composta di un grave in 4/4 e di un Allegro, fugato, in 3/4 o in 6/8. A concludere i suoi grandi divertimenti di corte, pone finali ampiamente sviluppati, con soli, coro e orchestra, inoltre si compiace di comporre pastorali su parole francesi, vere meraviglie di grazia e di finezza. Tutto insomma sembra condurlo verso l'opera.

L'idea di aprire un teatro d'opera "à la mode d'Italie" e di farvi rappresentare pastorali in musica (composte di canzoni e dialoghetti senza alcun recitativo francese) era intanto venuta al poeta Perrin. Profittando delle controversie insorte tra il Perrin e i soci, il L. assunse il privilegio dell'impresa, facendoselo confermare dal re. Le patenti gli furono accordate il 13 maggio 1672. Il L., associatosi il Vigarani, noto scenografo, costruì un teatro in via Vaugirard, riunì e istruì in qualche mese una compagnia lirica e un'orchestra e già nell'autunno poteva rappresentarvi la pastorale Les festes de l'Amour et de Bacchus (composta in fretta con materiali tolti da commedie-balletti anteriori, e abilmente cucite insieme dal librettista Quinault). Il 27 aprile 1673 fece rappresentare la sua prima tragédie en musique: Cadmus et Hermione, su libretto del Quinault, nella quale egli risolve il problema del dramma lirico francese. In quest'opera, costituita da 5 atti preceduti da un prologo allegorico, il Lulli crea uno stile recitativo perfettamente adattato alle esigenze della lingua francese, intercalando Ariosi e Arie e lasciando una parte considerevole alla musica strumentale (danze e sinfonie descrittive) come anche a grandi pezzi d'insieme e corali.

La sua formula, fondata sul recitativo, era abbastanza lontana da quella che nello stesso tempo trionfava in Italia, ma si collegava alla tradizione della pastorale fiorentina di I. Peri e di G. Caccini. Immenso fu il plauso destato da quest'opera, e il re accordò al L. l'uso del teatro del Palais-Royal nel quale il maestro fece rappresentare successivamente: Alceste (1674), Thésée (1675), Atys (1676), Isis (1677), Psyche (1678), Bellérophon (1679), Proserpine (1680), Triomphe de l'Amour (1681), Persée (1682), Phaéton (1683), Amadis (1684), Roland (1685), Armide (1686), Acis et Galathée (1687). Tutte queste opere a partire dal Bellerophon erano stampate presso il Ballard l'anno stesso della loro rappresentazione. Nella scrittura di queste opere si può trovare un continuo progresso. Le ultime dànno all'orchestra una funzione considerevole. Tutte le arie e quasi tutti i recitativi sono accompagnati dall'orchestra (a cinque parti) la quale crea intorno all'azione una caratteristica atmosfera impressionista. Armide e Acis et Galathée appaiono realizzare completamente l'estetica lullista.

Disgraziatamente il L., che era di costumi assai corrotti, abbreviò i suoi giorni per eccessi di ogni sorta. A più riprese lo scandalo destato dai suoi costumi fu quasi per togliergli il favore di Luigi XIV, specialmente nel 1685, quando il re fece scacciare dalla casa del maestro il paggio Brunet. L'abate Melani, residente di Toscana a Parigi, assicura che il L. era a capo di una setta di libertini. Egli però si convertì, in extremis, e fece una fine edificante. Fu sepolto nella chiesa di Notre-Dame des Victoires, nella quale si vede la sua tomba sormontata da un magnifico busto, opera probabilmente del Coysevox. Il 29 novembre 1681 egli aveva ricevuto le patenti di nobiltà ed era stato nominato consigliere-segretario del re.

È difficile trovare, in tutta la storia della musica, figura più strana di questo Italiano che seppe così bene adattare il suo genio allo spirito e al gusto francese, tanto da rappresentare agli occhi dell'Europa l'essenza stessa della musica di Francia. Egli realizzò tutte quelle aspirazioni alle quali musicisti come, p. es., R. Cambert erano stati impari, apportando dalla sua patria il senso della musica drammatica e della scena (senso di cui nessun musicista francese del tempo era dotato) e conducendo al più alto punto di perfezione lo stile vocale e strumentale della Francia seicentesca che egli si era assimilata fino dall'adolescenza.

Immensa fu la sua influenza. Si può dire che tutta la musica francese del sec. XVIII crebbe alla sua ombra e lo stesso J.-Ph. Rameau si dichiarò suo seguace. Il Lulli aveva inoltre formato un'orchestra mirabilmente disciplinata, nella quale buonissimi musicisti di tutti i paesi venivano a perfezionarsi prima d'importare la pratica dello stile lullista nei loro rispettivi paesi. Così G. Muffat, J. S. Kusser e J. Fischer diffusero questa pratica in Germania. In Inghilterra le musiche dei balletti fino dal 1668 erano dovunque eseguite. Quanto all'influenza del suo stile strumentale essa è evidente in H. Purcell, in G. F. Haendel e in J. S. Bach (Suites francesi).

La musica del L. esprime insieme un' estrema sensibilità, una melanconia elegiaca, una viva e sottile intelligenza, una grandezza eroica.

L'opera completa è in corso di pubblicazione a cura di H. Prunières.

Bibl.: R. Radet, L., Parigi 1891;K R. Rolland, Notes sur L., in Musiciens d'autrefois, 1907; H. Prunières e L. de la Laurencie, La jeunesse de L., in Le Mercure musical, 1909; H. Prunières, L., Parigi 1910; L. de la Laurencie, L., ibid., 1912; H. Prunières, L. fils de meunier, in Revue musicale, 1912; id., L'opéra italien en France, Parigi 1913; oltre le prefazioni dei varî tomi dell'edizione integrale a cura di H. Prunières, Parigi dal 1930 in poi.

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