BOTTESINI, Giovanni

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 13 (1971)

BOTTESINI, Giovanni

Alberto Pironti

Nato a Crema il 22 dicembre (non il 24, come è erroneamente riportato in vari dizionari in base a una notizia del Lisei) 1821, fu celebre contrabbassista, nonché compositore e direttore d'orchestra. Suo padre Pietro, clarinettista e compositore, lo avviò prestissimo allo studio della musica. Lezioni gli furono impartite sin dall'età di cinque anni da C. Cogliati, primo violino nell'orchestra della cattedrale di Crema. Contemporaneamente si dedicava senza guida di maestri al cembalo, al violoncello e al contrabbasso, cantando anche come sopranino nelle cantorie e suonando i timpani nelle orchestre del Teatro Sociale di Crema e dei teatri delle altre città vicine, quali Bergamo e Brescia. Nel 1835, essendosi resi vacanti al conservatorio di Milano (che in quel tempo era retto a convitto) un posto di fagotto e uno di contrabbasso, il B. concorse a quest'ultimo e fu ammesso in data 1º novembre. Qui restò sino al 1839, studiando il contrabbasso con L. Ricci, l'armonia, il contrappunto e la composizione con G. Piantanida, P. Ray, N. Vaccai e F. Basili. Nel 1840 diede il primo concerto pubblico al Teatro Comunale di Crema, usando il contrabbasso "Carlo Giuseppe Testore", con il quale doveva ottenere poi tutti i suoi grandi successi di virtuoso. Seguirono concerti in diverse città d'Italia e a Vienna. Entrato come primo contrabbassista al Teatro S. Benedetto di Venezia, conobbe G. Verdi che vi stava allestendo I due Foscari e si legò con lui di durevole amicizia.

Nel 1846 fu scritturato, insieme con il suo ex compagno di conservatorio L. Arditi, per il Teatro Tacon dell'Avana, dove ebbe il posto di primo contrabbassista ed esordì come direttore d'orchestra e compositore d'opera con il Cristoforo Colombo (1847). Da allora la sua attività si divise fra America ed Europa: suonò a New Orleans, New York, Londra, Parigi, Pietroburgo e ancora in Italia, Danimarca, Svezia, Norvegia, Germania, Spagna, Portogallo, ovunque accolto con entusiasmo (nel 1850 venne nominato membro onorario della Philarmonica Society di New York).

Si affermò nello stesso tempo come direttore d'orchestra in Inghilterra (1849, concerti di Buckingham e Birmingham), nel Messico (1853), dove ebbe l'incarico d'organizzare anche il conservatorio, in Francia (dal 1855 al 1857, al Théatre des Italiens a Parigi), in Russia (1856, Teatro S. Anna a Pietroburgo), in Italia (dal 1861 al 1863, Teatro Bellini a Palermo), in Spagna (1863, Teatro di Barcellona; 1866, concerti del Buen Retiro a Madrid) e in Portogallo. Il 20 genn. 1861 l'Accademia Filarmonica di Bologna lo annoverò fra i suoi membri.

Nel 1869 percorse la Francia insieme con il violinista Henri Vieuxtemps e l'arpista F. Godefroid. Il 24 dic. 1871 diresse al Teatro Kediviale al Cairo la prima esecuzione dell'Aida di Verdi (a tale riguardo esiste un'interessante corrispondenza fra il compositore e il Bottesini). Il 18 gennaio dello stesso anno aveva presentato al Teatro Lyceum di Londra, della cui orchestra fu direttore per una stagione nel 1871, la sua opera Alì Babà, su libretto di E. Taddei; seguì nel 1879 il suo migliore lavoro teatrale, Ero e Leandro (libretto di A. Boito, lo stesso usato poi da L. Mancinelli), dato al Teatro Regio di Torino l'11 gennaio. Su proposta di Verdi, il 20 genn. 1889 il B. fu nominato direttore del conservatorio musicale di Parma. In questa stessa città il B. morì il 7 luglio 1889.

Il B. fu considerato "il Paganini del contrabbasso". Sono celebri le pagine che gli dedicò B. Barilli e che iniziano con l'affermazione che il B. "fu uno dei più geniali fra gli artisti del secolo verdiano, e fra i virtuosi il più fantastico. Egli riuscì a spiritualizzare la grottesca meccanica del suo istrumento, soffiando su tutti gli ostacoli col fiato di un mistificatore prodigioso".

La sua straordinaria abilità di contrabbassista lo rese popolarissimo in tutto il mondo musicale e gli aprì anche la strada di direttore d'orchestra e di compositore. Dal contrabbasso il B. ottenne effetti sino allora inauditi, associando peraltro la spericolata tecnica ad uno stile nobile e intenso. Furono esaltate la sua agilità e robustezza di mano, l'impiego sapiente dei suoni armonici, la purezza d'intonazione, il perfetto gusto nel fraseggio. Egli si servì esclusivamente di un contrabbasso a tre corde (che giudicava più sonoro di quello a quattro) e di dimensioni un poco minori di quello adoperato in orchestra. Molti degli accorgimenti da lui usati hanno trovato codificazione nel suo Metodo completo per contrabbasso (Milano s.d., Ricordi), più volte ristampato e adottato nei conservatori. Di lui rimangono anche composizioni su temi noti, parafrasi di pagine operistiche, duetti strumentali, concerti per contrabbasso e orchestra (assai degni di nota), che costituivano il suo repertorio di contrabbassista. Come compositore, il B. rientra nel novero degli epigoni verdiani. Oltre i brani per contrabbasso, la sua produzione comprende lavori teatrali, musica d'ispirazione religiosa, composizioni sinfoniche e da camera. Delle sue opere teatrali, oltre quelle già citate, furono rappresentate le seguenti: L'assedio di Firenze (libretto di F. Manetta e C. Corchi da F. G. Guerrazzi; Parigi, Théâtre des Italiens, 21 febbr. 1856, e Milano, Teatro alla Scala, 5 sett. 1860), Il diavolo della notte (libretto di L. Scalchi, Milano, Teatro di S. Radegonda, 18 genn. 1858), Marion Delorme (libretto di A. Ghislanzoni; Palermo, Teatro Bellini, 10 genn. 1862; Barcellona, Teatro Liceo, 1862), Vinciguerra il bandito (libretto di F. Hugot e P. Renard; Montecarlo, Teatro del Casinò, febbraio 1870, poi Parigi, Teatro del Palais Royal, aprile 1870, rappres. per quaranta sere consecutive) e La regina di Nepal (libretto di B. Tommasi; Torino, Teatro Regio, 26 dic. 1880). Inedite e non rappresentate sono rimaste le opere Azaele,Cedar,Graziella,La torre di Babele,La figlia dell'Angelo. Tra le composizioni d'ispirazione religiosa figurano una Messa da Requiem (Torino, Teatro Regio, quaresima 1880-81) e l'oratorio Gethsemene,The Garden of Olivet (testo inglese di J. Bennet; Norwich Festival, 12 ott. 1887). Delle composizioni orchestrali si ricordano la sinfonia Graziella,Sinfonia caratteristica,Promenade des ombres,Notti arabe: Il Nilo,Il deserto,Rêverie, per grande orchestra, Marcia funebre (1878), il preludio Alba sul Bosforo (Napoli, 18 marzo 1881), undici Quartetti (dei quali il Quartetto in re maggiore fu premiato al concorso Basevi di Firenze nel1862), alcuni Quintetti e diverse liriche per canto e pianoforte.

Bibl.: P. Scudo, Critique et littérature musicales, s. 2, Paris 1859, pp. 115-117; C. Lisei, G. B.,cenni biografici, in Gazzetta music. di Milano XLI (1886), 16, pp. 122 s.; 18, pp. 140 s.; C. L.: Il Festival di Norwich,ibid., XLII (1887), 43, pp. 325-327; Anonimo, Un monumento a B., in Il teatro illustrato e la musica popolare, IX (1889), 106, p. 156; A. Cortella, G. B.,ibid., 108, pp. 189 s.; Sei lettere inedite di G. Verdi a G. B., a cura di T. Costantini, Trieste s.d. (ma 1908); A. Carniti, In memoria di G. B., Crema 1921; A. De Angelis, G. B., "Il Paganini del contrabbasso", Roma 1922; B. Barilli, B., in Delirama, Roma 1924, pp. 19-24 (ristampato in Il sorcio nel violino, Milano 1926, pp. 11-18 e in Il Paese del melodramma, Lanciano s.d., pp. 107-118); P. Nardi, A. Boito, Verona 1942, pp. 339, 367, 405 s., 454 ss., 571; M. Ferrarini, Parma teatrale ottocentesca, Parma 1946, pp. 65-216, passim; G. E. Schiavo, Italian-American History, I, New York 1947, pp. 264 s.; Mostra bibliografica dei musei cremonesi. Cat. stor. crit. degli autori, a cura di R. Monterosso, in Annali della Biblioteca governativa e Libreria civica di Cremona, II (1949), pp. 100-102; F. Abbiati, G. Verdi, III-IV, Milano 1959, ad Indicem;P. Santi, G. B., in Accademia Musicale Chigiana. I grandi anniversari del 1960 e la musica sinfonica e da camera nell'Ottocento in Italia, Siena 1960, pp. 51-60; C. Schmidl, Diz. universale dei Musicisti, I, p. 232; Encicl. Ital., VII, col. 586; G. Grove's Dict. of Music and Musicians, I, London 1954, pp. 838 s.; Encicl. dello Spett., II, coll. 893 s.; Encicl. della Musica Ricordi, I, Milano 1963, p. 304.

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