ECOLAMPADIO, Giovanni

Enciclopedia Italiana (1932)

ECOLAMPADIO (Oekolampad), Giovanni

Alberto Pincherle

Riformatore, nato nel 1482 a Weinsberg, allora nel Palatinato. Il nome umanistico, Oecolampadius (gr. οἷκος "casa" e λαμπάς "lampada", con probabile ricordo di Matteo, V, 15), può essere dovuto a falsa interpretazione del cognome vero (Husschin, equivalente a Hauschein "casetta", ricondotto falsamente a Haus "casa" e Schein "luce") o avere reagito su un cognome reale (Heuszgen, Hussgen) modificandolo. E umanistica fu in un primo periodo la formazione di E., studente a Heilbronn, Bologna, Heidelberg (1499), poi, dopo essere stato precatore dei figli dell'elettore palatino e predicatore, ancora studente a Tubinga, a Stoccarda col Reuchlin, di nuovo a Heidelberg: attività di latinista, grecista, ebraista, che ha il suo più fulgido momento nella collaborazione con Erasmo da Rotterdam, in Basilea, per l'edizione del Nuovo Testamento in greco (1515-16). Un secondo periodo comincia col dicembre del 1518, col trasferimento di E. in Augusta; ivi E. passa dall'influenza prevalente di Erasmo a quella di Lutero, attraverso gli scritti e il contatto con Melantone; ma la conversione fu lenta: il 23 aprile 1520 E., con grande scandalo dei circoli luterani, entrava nel convento di Altmünster. Le ragioni non sono chiare: forse vi cercava la quiete in cui lasciare che si risolvesse la sua crisi di coscienza: certo il trattato sulla confessione (1521) lo mostra già imbevuto di idee luterane; certo dal monastero egli uscì, al principio del 1522, con idee forse già più audaci dello stesso Lutero. Cappellano a Ebernburg presso Franz von Sickingen, il 17 novembre ritorna a Basilea.

Comincia cosi il terzo periodo dell'attività d'E., nella città agitata dalla lotta contro il potere del vescovo e da una prima disseminazione d'idee riformate. Duri i primi tempi: ostile l'università al nuovo insegnante, ostile Erasmo; ma alle prediche di E. in San Martino il popolo accorre; egli può parlare anche quando Farel viene espulso; la disputa di Baden (18 maggio-21 giugno 1526) lo mette in evidenza, benché giudicato sconfitto; quella di Berna gli procura l'amicizia di Zwingli, il cui influsso prevarrà sempre più su E. Il quale celebra la comunione sotto le due specie e fa cantare i salmi in tedesco; combatte gli anabattisti presentatisi anche a Basilea, e soprattutto i cattolici; con la sua parola incita il popolo a forzare la mano all'esitante consiglio finché i tumulti dell'8-10 febbraio 1529 dànno partita vinta alla causa della Riforma.

Di pari passo la sua azione e la sua fama si estendono, nell'aspra polemica contro Lutero intorno alla Cena: nel celebre trattato sull'eucaristia (De genuina verborum Domini: hoc est corpus meum etc., expositione, 1525) egli concorda con Zwingli nelle conclusioni, pur distinguendosi nella dimostrazione. Le parole del Cristo nello spezzare e distribuire il pane "Questo è il mio corpo" (Matteo, XXVI, 26; Marco, XIV, 22; Luca, XXII, 19; I Corinzî, XI, 24) sono da lui interpretate, non "questo significa il mio corpo", bensì "questa è l'immagine del mio corpo" (figura corporis). Agli avversarî, come Brenz e lo stess0 Lutero, egli oppone una serie di scritti ma, nei posteriori tentativi di conciliazione, cerca effettivamente l'unione anche se Berna e Zurigo sono di parere opposto.

Al riformatore di Basilea si rivolgono i Valdesi (1530); egli predica la riforma a Ulma, Memmingen e Biberach (1531); interpellato sullo scioglimento del matrimomo di Enrico VIII d'Inghilterra e Caterina d'Aragona, dà parere favorevole al re; discute senz'astio con Servet; combatte gli anabattisti. In città, deve lottare per conservare alla Chiesa il diritto di scomunicare, affidato dapprima ai pastori, poi a un'assemblea mista; predica la guerra, che conduce al disastro di Kappel. Vi sopravvisse appena, morendo il 24 novembre 1531. La moglie, da lui sposata nel 1528, si rimaritò con Capitone e con Bucer; le idee e la costituzione ecclesiastica gli sopravvissero in Basilea, dove le trovò poi Calvino.

Bibl.: Th. Burkhardt-Biedermann, Bonifatius Amerbach und die Reformation, Basilea 1894; id., Ûber Oek. Person u nd Wirksamkeit, in Theolog. Zeitschr. der Schweitz, X; id., Basels erst Reforme Mandat, in Anzeiger für Schweiz. Gesch. 1894; W. Hadorn, in Realencykl. f. protest. Theol. und Kirche, 3ª ed., XIV, Lipsia 1904, p. 286 segg.; E. Staehelin, Briefe und Akten zum Leben Oekolampads, I, Lipsia 1927; id., Das Buch der Basler Reformation zu ihrem 400 jähr.Jubiläum, Basilea 1929.

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