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GENTILE, Giovanni

di Gaetano De Sanctis. - Enciclopedia Italiana - II Appendice (1948)
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GENTILE, Giovanni (XVI, p. 580)

Gaetano De Sanctis.

Il sistema filosofico dell'attualismo, costruito dal G. soprattutto nel ventennio fra il 1911 e il 1931, non è stato nei suoi scritti filosofici posteriori se non ribadito e, in qualche punto, precisato, onde non è qui il caso di riassumerlo.

È solo da notare che nei suoi scritti più recenti il G. sembra aprire nel suo rigido immanentismo un sia pur lieve spiraglio alla trascendenza. Ciò è stato avvertito da A. Carlini nel suo saggio Dall'immanenza alla trascendenza dell'atto in sé (in Giornale critico della filosofia italiana, XXVI, 1947 p. 95 segg.), e trova conferma, come il Carlini stesso nota, in qualche pagina dell'opera scritta dal G. verso il termine della vita e uscita postuma, Genesi e struttura della società, Firenze 1946. Questo, insieme con l'atteggiamento pratico di lui sempre più riguardoso verso la Chiesa cattolica e col suo discorso La mia religione, pubblicato nel 1943, ha dato luogo ad una interpretatio catholica del suo pensiero, presentata da P. Carabellese, Caitolicita dell'attualismo (nel vol. cit. del Giornale critico, p. 44 segg.). Ma mentre è dubbio se tale interpretazione sarebbe stata accettata dallo stesso G., non è dubbio invece che la cattolicità di cui parla il Carabellese è molto diversa da quella della Chiesa romana. D'altronde il G., come avverte egli stesso nel suo scritto postumo ed è implicito nella logica del suo sistema, considera come miti la risurrezione di Cristo e, nonché la risurrezione della carne, l'inferno, il paradiso, l'altra vita e l'immortalità dell'anima individuale. In altro campo si può rilevare l'insistenza del G., nei suoi ultimi scritti, sulle proprie tesi circa la storia che, risolvendo il passato nel presente, si pone fuori del tempo e dello spazio. Ciò implica che lo spazio e il tempo non siano se non creazioni o illusioni dell'attività del pensiero. Ma in contrasto con le profonde meditazioni antiche, moderne e modernissime di filosofi, di fisici e di matematici, intorno alla natura dello spazio e del tempo, manca negli scritti, i più recenti come i più antichi, del G. quell'esame approfondito circa la natura dell'uno e dell'altro e circa la stessa esigenza spazializzatrice e temporalizzatrice del pensiero che può sembrare elemento indispensabile alla dimostrazione della sua tesi.

L'attività che nel campo filosofico egli svolse con somma forza d'ingegno fino alla morte, come studioso e come docente universitario oltreché come direttore, dal 1920, del Giornale critico della filosofia italiana, non gli impedì di partecipare anche con pari energia a tutta la vita culturale italiana. Non è qui da tornare sulla sua opera di ministro della Educazione nazionale; fu presidente dell'Istituto italiano di studî germanici e dell'Istituto per il Medio ed Estremo Oriente; commissario per la Scuola normale superiore di Pisa, e poi direttore dal 1932, con breve interruzione, sino al luglio 1943, diede al vecchio istituto nuovo impulso, ammodernandone l'ordinamento e l'attrezzatura. In Pisa fondò anche e diresse la Domus Galileana. Fu inoltre commissario del Centro di studî manzoniani dal 1939 al 1944, membro della Commissione per la pubblicazione degli scritti di G. Mazzini e presidente di quella per l'edizione nazionale delle opere del Petrarca. Socio nazionale dei Lincei, accettò nel novembre 1943 la presidenza dell'Accademia d'Italia, che tenne sino alla morte, e ne preparò una riforma organica. Dal 1925 al 1943 dedicò tempo e forze all'Enciclopedia Italiana, di cui aveva fatto accogliere l'idea a G. Treccani, e ne fu il direttore scientifico e l'animatore. A tutte queste e ad altre iniziative di cultura partecipò non solo inspirando e organizzando il lavoro, ma anche contribuendovi con moltissimi scritti e discorsi ricchi di erudizione e di pensiero, su Dante, Petrarca, Leonardo, Vico, Leopardi, Manzoni, Mazzini e su gran parte degli uomini e dei problemi del Risorgimento italiano.

Nell'azione politica, da quando uscì dal Gran Consiglio del Fascismo nel 1929, non ebbe più parte notevole, né sembra che venisse mai consultato circa le ultime e più gravi deliberazioni del regime, come la politica razziale, l'alleanza con la Germania e le successive dichiarazioni di guerra. Di fronte alla campagna antisemita egli, con coraggio non frequente in quei tempi, celebrò pubblicamente il suo maestro nell'ateneo pisano, A. D'Ancona; privatamente continuò ad adoperarsi, come sempre, ad impedire o attenuare persecuzioni e condanne. Non rientrò nella vita politica attiva che nel momento del pericolo estremo per la patria, col suo discorso del Campidoglio del 24 giugno 1943. In questo discorso, che allora piacque anche ad antifascisti, la prima parte, che è una difesa delle opere compiute dal regime, deve essere considerata come una specie di lasciapassare per rendere possibile in quel momento la seconda, cioè l'esortazione agli Italiani di ogni fede a deporre lo spirito di fazione per la salvezza della patria comune; ma ne diminuiva indubbiamente l'efficacia. E del resto l'unione sacra - che era il significato e lo scopo del suo discorso - non poteva essere allora che un'utopia. Troppo profondo era l'abisso d'odio e il disprezzo che il regime aveva scavato fra sé e i suoi oppositori, troppa l'ingenerosità e l'ignoranza della tragica realtà in chi aveva allora la responsabilità e la possibilità delle grandi decisioni. La pubblicazione, seguita poco dopo, del discorso tenuto da Mussolini al direttorio del partito il 24 giugno, parve destinata ad approfondire quell'abisso e certo dimostrò, con le furibonde minacce di persecuzione e con l'incomprensione assoluta delle reali condizioni del paese, l'impossibilità di quell'unione e rese del tutto vano il nobile tentativo del Gentile. Seguirono il 25 luglio e l'8 settembre. Con quale animo il G. assistesse allo sfacelo dello stato e dell'esercito italiano, è espresso dal grido di dolore pubblicato nella Nuova Antologia di cui assunse appunto allora la direzione (Ripresa, nel fasc. del 1° gennaio 1944). Da Firenze, dove si era trasferito, aderì al governo fascista ricostituitosi a Salò. Questa decisione, intorno alla quale non spetta a noi dare giudizio, gli fu fatale. Condannato a morte da una cellula comunista dei GAP, egli fu ucciso per mano degli stessi componenti in Firenze il 15 aprile 1944.

Scritti principali dopo il 1931: Filosofia: Introduzione alla filosofia, Milano 1933 (Opere, VII); Memorie italiane e problemi della filosofia e della vita, Firenze 1936 (Opere, VIII); I fondamenti della filosofia del diritto, 2a ed. accr., Firenze 1937 (Opere, IX); Religione, in questa Encicl., XXIX, 1939, pp. 26-27; Introduzione a una nuova filosofia della storia e L'oggetto della storia, in Giorn. crit. d. filos. ital., 1937, pp. 81-93, 225-33, 305-18 e 393-407; Storicismo e storicismo, in Ann. d. Scuola Norm. sup., XI, 1942; La mia religione, Firenze 1943 (Bibliot. "Leonardo" XXIV); Genesi e struttura della società, Firenze 1946 (Opere, XVI). - Storia della filosofia: G. B. Vico: discorso commemorativo tenuto a Napoli (Celebrazioni campane, Urbino 1936, pp. 317-52), e poi Firenze 1936 (Bibliot. "Leonardo", III); Cartesio e Vico: relazione discussa nell'Accad. dei Lincei, in Rendiconti, cl. scienze mor., 1938, pp. 28-40; La filosofia italiana contemporanea, Due scritti, Firenze 1941 (Bibl. "Leonardo", XVIII); G. B. Vico, nel secondo centenario d. nascita, Commemorazione in Firenze, in Nuova Antologia del 1° aprile 1944. - Studî sul Rinascimento: Leonardo filosofo, in Enc. Ital., XX, 1933, pp. 894-95; Studi sul Rinascimento, 2a ed. Firenze 1936 (Opere, X); Il pensiero ital. nel Rinascimento, 3a ed. accr., Firenze 1940 (Opere, XI); Il pensiero di Leonardo, Firenze 1941 (Bibl. "Leonardo", XX); Il pensiero politico del Petrarca, in Nuova Antologia del 16 gennaio 1942. - Estetica e critica letteraria: Poesia e genio, in Giorn. crit., 1934, pp. 1-12; L'Arte, nello stesso Giorn., 1939, pp. 193-205; Poesia e filosofia di G. Leopardi, Firenze 1939 (Bibl. "Leonardo" IX); Il centro nazionale di studi Manzoniani, Discorso, in Annali Manzoniani, I, 1939: Il canto VI del Purgatorio, letto nella casa di Dante in Roma, Firenze 1940. - Storia del Risorgimento: Memorie italiane cit., Firenze 1936 (Opere, VIII); Dal Comitato naz. per la st. del Ris. all'Ist. stor. per la st. moderna e contemp., Relaz., Roma 1937; Gino Capponi e la cultura toscana del sec. XIX, 3a ed., Firenze 1942 (Opere, XIV); I profeti del Risorgimento, 3a ed. accr., Firenze 1944 (Opere, XV). - Problemi educativi: Scritti pedagogici: III, La riforma della scuola in Italia, 4ª ed. riv. e accr., Milano 1932 (Opere, V); La nuova Università ital. e il problema dei giovani. Discorso inaugurale degli studî all'università di Pisa, 1933-34, rist. in Memorie ital., cit., 1936.

Alle edizioni e collezioni curate o dirette dal G. sono da aggiungersi: le edizioni nazionali delle opere di R. Bonghi e di G. Pitrè (sul quale anche un saggio, G. P., Firenze 1940; Bibl. "Leonardo", XIV) la serie di Studi e testi della Scuola Normale sup. di Pisa (dal vol. XXX), la Nuova collezione di testi umanistici, in collaborazione con A. Mancini, Firenze 1937 e segg. La Fondazione per gli studî filosofici intitolata al suo nome prepara una bibliografia completa degli scritti, compilata da Vito A. Bellezza.

Bibl.: M. Moore Thompson, The educational philosophy of G. G., Los Angeles, California 1934; J. Baur, G. Gentiles Philosophie u. Pädagogik, Langensalza 1935; R. W. Holmes, The idealisme of G. G., New York 1937; S. Hessen, Die Pädagogik G. Gentiles, in Die Erziehung, IX (1934), 10-11; trad. ital., Roma 1940; B. Bianchi, Il problema religioso in G. G., Firenze 1940; F. L. Mueller, La pensée contemporaine en Italie et l'influence de Hegel, Ginevra 1941; L. Russo, La critica letteraria contemporanea, II, bari 1942; A. Bruers, Il cattolicesimo di G. G., Roma 1943; G. Bontadini, Dall'attualismo al problematicismo, Brescia 1947; M. Ciardo, Un fallito tentativo di riforma dell'hegelismo, Bari 1948; P. Carabellese, Necrologia in Ann. d. Università di Roma 1944-45, pp. 339-43; G. A. Biggini, Commemorazione, in Illustr. Ital., 30 aprile-7 maggio 1944; C. Candida, G. G., in Nuova Antologia, Milano, fasc. del i° gennaio 1945; scritti di F. Battaglia, G. Bontadini, P. Carabellese, A. Carlini, G. Chiavacci, V. Fazio Almayer, L. Firpo, E. Garin, L. Giusso, A. Jacobelli Isoldi, G. Maggiore, A. Massolo, F. Modica-Cannizzo, G. Radetti, G. Saitta, G. Solari, U. Spirito, G. Volpe, A. Volpicelli e di altri pubblicati in Giorn. crit. d. fil. ital., fasc. del 1947 e segg., raccolti mano a mano, a cura della Fondazione per gli studi filosofici, nella pubblicazione G. G. La vita e il pensiero, di cui è uscito, preceduto da Pagine di G. G., il vol. I, Firenze 1948; F. Pintor, in Giorn. stor. d. lett. ital., CXXV (1948), pp. 107-24; F. Antogoni, G.G. dalla filosofia alla tragedia, in Oggi, Milano, nn. 31-32, 1° e 8 agosto 1948.

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