CARLINO, Giovanni Giacomo

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 20 (1977)

CARLINO, Giovanni Giacomo

Alfredo Cioni

Non è stata, sino ad oggi, rinvenuta alcuna carta d'archivio che abbia lasciato qualche testimonianza sulla sua vita privata; se ne ignorano di conseguenza l'origine, gli anni di nascita, di morte e la sua discendenza. Le notizie certe sull'attività del C. ci sono fornite solo dalle sue edizioni e dalle sue stampe. I bibliografi, dal più antico (Giustiniani, 1793) ai moderni: G. Fumagalli (1905), G. Bresciano (1919) e F. Ascarelli, (1953) sono discordi nell'assegnare al C. gli anni di inizio e di cessazione dell'attività. Le indagini compiute nelle maggiori biblioteche di Napoli hanno condotto a segnarne i limiti tra il 1579 e il 1615. Ma le ricerche non si possono ritenere ancora complete e ulteriori ritrovamenti potranno condurre a conclusioni diverse.

Il nome del C. compare per la prima volta nell'edizione de Ligran benefici della gloriosissima Madre d'Iddio di Nicolò Malnepote, pubblicata "in Napoli per Giovan Giacomo Carlino Stampatore di M. Horatio Salviani. MDLXXIX". Certamente da questo colophon (del resto un po' ambiguo) G. Bresciano concluse che il C. aveva iniziato la sua arte presso il Salviani, opinione ribadita da F. Ascarelli. L'interpretazione della non chiara sottoscrizione data dai citati bibliografi: "Carlino proto di Orazio Salviani" sembra più ragionevole dell'altra possibile: "Carlino stampatore per conto di Orazio Salviani". Infatti se già nel 1579 il C. avesse avuto bottega, come si spiegherebbe il fatto che sino al 1592 il suo nome non s'incontra più in nessuna stampa? Ed ancora: tutte le edizioni del C. (quando era in società col Pace) nel biennio 1592-1593 sono affidate proprio alla stamperia del Salviani. Resta tuttavia ancora ignota la sua attività dal 1579 al 1592, quando lo si trova in società con Antonio Pace, libraio napoletano. Si può congetturare che il C. abbia trascorso quegli anni in parte come dipendente del Salviani ed in parte - lasciato quel tipografo - come libraio, fin quando trovò nell'altro libraio Antonio Pace un fornitore di fondi per svolgere assieme una notevole attività editoriale.

Sono del 1592 (e non del 1593, come in Giustiniani) varie edizioni sottoscritte: "Ex officina Horatij Salviani appresso G. G. Carlino e A. Pace"; non si hanno elementi per stabilire quale di queste edizioni sia la prima né si può nulla decidere circa la loro successione cronologica. Queste edizioni sociali del 1592 sono: il trattato Delle Imprese diGiulio Cesare Capaccio; Φυτοβάσανος sive plantarum aliquot historia. Piscium aliquot historia, di Fabio Colonna, testo di grande importanza scientifica ed anche notevole esempio di abilità tipografica: è un in, 4º, illustrato con 84 tavole rappresentanti piante e pesci. Ed ancora: IlCapece overo le riprensioni di Pier Antonio Corsuto: è un'opera polemica contro Leonardo Salviati; Vita Divae Euphrosinae Virginis et Martyris di Pasquale Verro; Tractatus de magistratibus Regni Neapolitani di Giovan Francesco De Leonardis. Nel 1593 (sempre stampata dal Salviani) compare, datata da Vico Equense, Dell'Opere spirituali parte seconda di Paolo Regio instancabile scrittore agiografico e di varia erudizione ecclesiastica; la prima parte delle opere era stata stampata in Vico da altro stampatore lo stesso anno 1593. Ancora affidata al Salviani nel 1593 è l'edizione delle Grandezze del Verbo ristrette nei misteri del rosario di G. Domenico Montefusco; Cornelio Vitignano, Genealogia di casa d'Austria;Giovan Battista Della Porta, De refractione optices parte Libri novem, ed altre. Nel biennio 1593-94, oltreché per proprio conto, il C. e il Pace furono editori di alcune opere a richiesta dei padri della Compagnia di Gesù i quali, già da anni, andavano componendo e facendo pubblicare libri utili alla Controriforma o necessari ai loro collegi del Regno (esportandone anche a Roma) giovandosi di vari tipografi napoletani quali Giuseppe Cacchi, G. B. Cappello, O. Salviani e più spesso Tarquinio Longo. Ai due soci affidarono l'edizione di varie operette di Luca Pinelli, Libretto d'immagini e brevi meditazioni sopra la vita della Santissima Vergine Maria; Libretto d'imagini sopra alcuni misteri della vita e passione di Cristo; Libretti d'imagini sopra i quattro novissimi dell'huomo (1594); di Giulio Fazio, Trattato utile della mortificazione de le nostre passioni e affetti disordinati (1594); sono tutti piccoli in-8º stampati da Orazio Salviani. Nello stesso anno i due pubblicarono diverse opere, tra le quali: Scipione Capece, De principiis rerum (replica dell'edizione di Venezia, per i figli di Aldo, 1546); Aristophanes, Plutus, edizione assai bella stampata dal Salviani nel testo originale con la versione in latino; Carlo Noci, La Cinthia, favola boscareccia.

Sul finire del 1594 il C. e il Pace decisero di ampliare la loro azienda e di completarla impiantando una bottega da tipografo che presto fornirono di varie serie di caratteri tondi e corsivi, di capilettere ornati, di fregi tipografici ed anche di matrici "a getto" per partiture musicali; la nuova tipografia fu subito assai attiva, la carta usata era buona, la correzione dei testi si può dire - per i tempi - corretta. Sembra - salvo migliori ricerche - che il loro primo prodotto sia stato pubblicato a Vico Equense e fu La espositione dell'Hinno Dies irae, dies illa di Marino Langella. Seguirono, dal 1595 al 1599, opere di vario argomento, tutte stampate in Napoli; tra queste si citano: Cornelio Vitignano, Cronica del Regno di Napoli (1595); Bartolomeo Crescenzio, Nautica mediterranea (1595); Cataldo Antonio Mannarino, Glorie di guerrieri e d'amanti. Poema eroico (1596); Stanislaus Rescius, De atheismis et phalarismis evangelicorum (1596); Cataldo Antonio Mannarino, Canzone al cardinal Alfonso Gesualdo (1596); Sebastiano de Ajello, Breve discorso intorno ai catarri (1597); Michele Zappulla, Sommario delle cose storiche dei Regni di Roma Gierusalemme e Napoli (1598). Per i gesuiti stamparono la Dottrina cristiana alla quale nuouamente sono aggiunte molte lodi spirituali (1598). Sempre del 1598 ci resta un'altra loro edizione datata da Vico Equense: Paolo Minerva, De neomeniis Salomonis perpetuis Libri II, cuiseguì: Vincenzo Aurino dell'Aquila, Del corso dei mortali;datata da Napoli è una bella partitura musicale divisa in più parti per i Madrigali a cinque voci di Scipione Dentice (1598), della quale ci è pervenuta la sola partitura del tenore (Napoli, Biblioteca del conservatorio di S. Pietro a Majella). Nello stesso anno stamparono per conto di T. Costo la Vita del gran pontefice Innocenzio quarto di Paolo Pansa; nel 1599 pubblicarono, per conto di P. Venturini, La genealogia di Casa d'Austria, e di Cornelio Vitignano, Vera genealogia e discendenza della prosapia d'Austria, cui seguì l'Oratio in obitu Philippi II Hispaniarum regis di Giulio Cesare Capaccio.

La società cessò col finire del secolo; rimasto solo, il C. continuò tutte le attività già sociali ma con ritmo minore. Nel 1600 - in occasione del giubileo - pubblicò un'operetta di Decio Caracciolo, Convocatio universalis ad Urbem anno Iubilei 1600 con - a parte - la sua versione in italiano dal titolo Invito a tutte le nazioni per l'acquisto del giubileo dell'anno 1600.Nel 1601 stampò il trattato musicale del napoletano Scipione Cerreto, Della prattica musicale vocale et strumentale.Nel 1602, in società occasionale col Vitali, pubblicò Gli apologi colle dicerie morali di Giulio Cesare Capaccio (replicato nel 1607 per suo conto esclusivo). Nello stesso anno diede a stampa una partitura per Motectorum quinque, sex et octo vocum cum quibusdam rithmis, in fine quinque vocibus decantandis, l. primus, di Giovan Maria Trabaci da Monte Pelusio, organista della Regia Cappella napoletana (ce ne resta la sola prima parte, conservata nella Bibl. dei gerolamini di Napoli. F. Testi, La musica ital. nel Seicento, II, Milano 1972, p. 297 n. 7, menziona "altri libri musicali di edizione filippina" stampati dal C., che, come questo recavano "l'impesa della Madonna della Vallicella"). difficile stabilire quanti libri musicali abbia pubblicato il C.; è probabile che non ce ne sia pervenuta che una piccola parte, giacché i rimasti sono noti per esemplari unici; per la musica profana vedi in E. Vogel (Bibl. der gedruckten weltl. Vocalmusik Italiens, II, ad Ind., pp.521, 532). Inoltre: Rocco Rodio, Regole di musica sotto brevissime risposte ad alcuni dubbi propostigli da un cavaliere intorno alle varie opinioni de' contrappuntisti con la dimostratione de tutti i canoni sopra il canto fermo con li contrappunti doppi e rivoltati e loro regole. Aggiuntavi un'altra breve dimostratione de' dodici tuoni regolari, finti e trasportati. Et di nuovo da Don Giovanni Battista Olifanti aggiuntovi untrattato di Proportione necessario a detto libro, ristampato "In Napoli per G. G. Carlino e Costantino Vitale 1609" (Bologna, Bibl. del liceo musicale).

Nel 1611 il C. si trasferì temporaneamente nel castello di Gesualdo, chiamatovi da Carlo Gesualdo principe di Venosa, appassionato musicologo, per stamparvi partiture di due libri di Madrigali a cinque voci composti dal celebre madrigalista; ne restano (conservati nella Bibl. del conservatorio di S. Pietro a Majella) Basso Libro quinto (4º, pp. 31) e Canto Libro sesto (4º, pp. 23), un libro di responsori: Responsoria et alia ad officium Hebdomadae Sanctae spectantia (cfr. La Musica, Enc. Stor., II, pp.562-66, anche per altre ediz. per il Gesualdo, a Napoli). Si conosce del 1614 la stampa del Secondo libro de Villanelle a tre, a quattro et a cinque con alcune a modo di dialoghi di Francesco Lambardi, che era organista della R. Cappella di Napoli. Di questa partitura resta il solo Libro di canto e tenore conservato nella Bibl. della Accademia filarmonica di Bologna.

Il C. pubblicò nel 1602 una raccolta di ritratti intagliati in legno (abbastanza rozzamente) col titolo: Effigie di tutti i re che han dominato il Regno di Napoli cominciando da Ruggiero I il Normanno insino ad oggi [Filippo II] cavate da pitture antiche e marmi che si veggono per Napoli ed altrove;questa raccolta è oggi assai rara. Assieme a Costantino Vitale pubblicò nel 1604 De Vico Garganico Apulorum oppido Caroli Pincti Elegia;ancora col Vitali stampò La fisiognomia naturale di Giov. Battista Della Porta, mentre per suo conto esclusivo diede a stampa tra il 1606 e il 1613 opere di vario genere, quali: Angelo Ingegneri, Contra l'alchimia e gli alchimisti (1606); Giovan Maria Bernardo da Cosenza, La zotica, commedia (1607); Giulio Cesare Capaccio, De Neapolitana historia (1609); Michele Zappulla, Sommario storico dei Regni di Cina, Giappone, Egitto e Soria (1609); Giovan Maria Bernardo da Cosenza, Rime e orazioni spirituali (1611). Nel 1613 si portò a Tricarico, chiamatovi dal vescovo Roberto Roberti per stampare una sua opera, Vita con le apparenze di miracoli della veneranda serva di Dio suor Francesca Vecchioni da Viterbo;è un in-4º di pp. 540 ed è il sololibro stampato a Tricarico sino ai nostri giorni. L'ultima edizione del C. sino ad oggi nota è quella rappresentata dal Tractatus proeminentiae indebitae torturae ex eccessibus in ea di Francesco Carabba (1615).

Dopo l'anno 1615 null'altro si conosce del Carlino. Il giudizio complessivo della sua attività come editore e come tipografo gli è favorevole, sopratutto in considerazione dei tempi e delle ostilità politiche e religiose che rendevano assai precaria - quando non era addirittura pericolosa - l'attività degli editori, dei tipografi e persino dei librai. Il C. seppe, con prudente e saggia condotta, evitare le sanzioni, pur mantenendo costante - se non abbondante - la sua produzione di libri buoni, utili alla cultura e sempre dignitosamente stampati.

Bibl.: N. Toppi, Biblioteca napoletana, Napoli 1678, p. 130; L. Giustiniani, Saggio crit. sulla tipografia del Regno di Napoli, Napoli 1793, pp. 151, 155, 158, 166; C. Tosi, Fac-simili di alcune imprese di stampatori ital. dei secc. XV e XVI, Milano 1856, n. XXV; Boll. dell'Associaz. dei musicologi italiani, II-III (1910), p. 19;G. Bresciano, Le marche dei tipografi napoletani, in Boll. del bibliofilo, I(1919), p. 149; Mostra bibliogr. musicale, Bologna 1929, nn. 105, 117, 158; F. Ascarelli, La tipografia cinquecentina ital., Firenze 1953, pp. 26, 30, 35 s.; J. G. Th. Graesse, Trésor de livres rares et précieux, Milano 1958, II, pp. 230, 579; IV, pp. 92, 523; V, pp. 57, 147, 417, 522; VI, pp.93, 376; VII, pp. 57, 75, 79, 154, 199, 227; Catalogo della Bibl. Minieri-Riccio, Napoli 1965, I, n. 1002; II, nn. 465 s.; P. Manzi, La stampa in Italia e particolarmente nel Regno di Napoli, in Accademie e Biblioteche d'Italia, XXXIX(1971), pp. 304, 311; Id., La tipogr. napol. del 1500. Annali di G. G. C.…, Firenze 1975; G. Fumagalli, Lexicon typogr. Italiae, Florence 1905, pp. 173, 257, 435, 519;M. E. Cosenza, Biogr. and Bibl. Dict.… Ital. printers…, Boston 1968, pp. 151 s., 272.

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