LONGO, Giovanni Leonardo

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 65 (2005)

LONGO, Giovanni Leonardo

Paolo Veneziani

Figlio di un Antonio, veneziano, nacque a Treviso verso la metà del XV secolo.

La sua attività si colloca all'interno dell'impetuoso sviluppo della tipografia nei primi decenni del Quattrocento, risultato di una passione collettiva in cui innumerevoli concorrenti inseguivano il successo, attratti da un miraggio di ricchezza. Parecchie di queste stamperie erano così piccole ed ebbero vita così breve, che le uniche tracce rimaste della loro esistenza sono due o tre edizioni di attribuzione incerta, spesso anche senza data.

In qualche modo più propizia fu l'attività di stampatore vagante del L., che affiancò le sue imprese editoriali alla più tranquilla carriera ecclesiastica, svolta con qualche successo sia pure di medio livello.

Era parroco della chiesa di S. Paolo a Vicenza quando, il 13 luglio 1476, stampò il suo primo libro, un'edizione dei Fioretti di s. Francesco (Indice generale degli incunaboli [= IGI], 4055) degna di attenzione per essere probabilmente l'editio princeps dell'opera: l'edizione IGI, 4053 (=4054 corretta in IGI, VI, p. 171) presenta il testo di un volgarizzamento della Legenda maior s. Francisci.

Il L. dovette incontrare qualche difficoltà nel procurarsi i caratteri di stampa; d'altronde il primo ostacolo, spesso insuperabile, che si presentava ai tipografi improvvisati, era costituito dall'acquisto o dalla preparazione dei caratteri, che richiedeva un alto livello di specializzazione e cospicui investimenti; egli fece appunto il curioso esperimento di impiegare per la stampa dei Fioretti due caratteri romani di corpo uguale, certamente perché la quantità che aveva a disposizione era estremamente limitata. I due caratteri, così come l'altro romano utilizzato in seguito, furono reperiti dal L. nella stessa Vicenza e derivavano sostanzialmente dal materiale tipografico rispettivamente di Leonhard Achates, "tipografo del Chrysoloras" (Gesamtkatalog der Wiegendrucke [=GW], 6696), e di Hermann Lichtenstein.

Nel 1477 il L. pubblicò, ancora a Vicenza, altre tre edizioni: un'orazione funebre di Guglielmo Pagello (IGI, 7143) e due opere di carattere devozionale in volgare: la Vita di Gesù Cristo e della Vergine Maria (IGI, 4282), del 20 marzo, e L'immortalità dell'anima di Giacomo Campora, del 31 marzo, quest'ultima per Bartolomeo Pigafetta (GW, 5950). È opinione comune che sia da attribuire al suo soggiorno vicentino anche la Tabula super magistrum Sententiarum (IGI, 9252), non datata, ma sottoscritta con le enigmatiche iniziali "S.M.P.Z.L.C.L.S." che sono state variamente interpretate - così come quelle, altrettanto enigmatiche, apparse in altre sue edizioni - senza raggiungere una soluzione univocamente accettabile, a parte il fatto che le lettere centrali ("P.Z.L.C.L.") dovevano stare per "Prete Zuan Leonardo Ca' Longo".

Nel luglio 1477 il L. scambiò il beneficio di S. Paolo a Vicenza con quello di S. Lorenzo a Torrebelvicino, di cui era parroco un "presbiter Baptista de Vincentia", e si trasferì nella piccola borgata vicina a Schio, presumibilmente con tutta l'attrezzatura tipografica.

La sua prima edizione, dopo la partenza da Vicenza, fu l'Officium Immaculatae Conceptionis (IGI, 6969), a cura di Leonardo Nogarolo, completato il 9 maggio 1478, ma non sottoscritto, seguito dalla Scala paradisi di s. Giovanni Climaco (IGI, 5214), del 19 sett. 1478 ("Questo libro fu facto in casa del Reverendo Misier prè Lunardo Longo rector de la giesa de Misier Sancto Lorenzo da Tore de bel Vesin"). Sicuramente dopo il 22 giugno stampò un Sallustio (IGI, 8539), non datato né sottoscritto che, essendo una ristampa dell'edizione veneziana di Filippo di Pietro, datata appunto 22 giugno 1478 (IGI, 8538), deve essere stato stampato successivamente. Un Memoriale di confessione gentile del servita Galvano da Padova (GW, 10489), anch'esso senza note di stampa, completa l'elenco delle sue pubblicazioni durante il soggiorno a Torrebelvicino.

Il L. rimase in questa località almeno fino al 1° genn. 1480, quando figura come attore in un documento notarile (e in altri numerosi documenti rogati nello stesso luogo agisce o viene semplicemente nominato a partire dal 13 genn. 1478). Il 10 sett. 1480 però aveva già lasciato Torrebelvicino, o almeno aveva rinunciato al suo incarico, perché l'arciprete di Schio Bonifacio Bencucci immetteva in possesso del beneficio parrocchiale di S. Lorenzo un nuovo parroco.

Il L. riappare un anno dopo a Trento, titolare della parrocchia di S. Maria, dove l'11 ag. 1481 stampò il Doctrinale di Alexandre de Villedieu (GW, 956), sottoscritto "S.M.P.L.Z.L.L.S.", seguito qualche mese dopo dalla Catinia di Sicco Polenton (IGI, 7948), completata il 28 marzo 1482 e sottoscritta "S.M.P.Z.L.C.L.S.".

Stabilitosi a Trento, il L. aveva fornito la sua stamperia di nuovi caratteri; anche in questo caso si trattava di materiali già usati da altri tipografi: un romano derivato da un carattere impiegato a Venezia da Giovanni da Colonia e da Johann Manthen, e un gotico derivato da quello usato nella stessa Trento da Albrecht Kunne.

L'attività di tipografo del L. sembra concludersi con un'edizione degli Epigrammata aliaque carmina in beatum Simonem di Giovanni Mattia Tiberino, completata il 5 sett. 1482 (IGI, 9644) e dedicata al principe vescovo Johannes Hinderbach: una delle numerose pubblicazioni che celebravano la leggenda del presunto martirio del beato Simonino.

L'introduzione della stampa a Trento, a opera di A. Kunne nel 1475, era dovuta d'altronde a una commissione di Hinderbach, preoccupato di esaltare l'istituzione del culto di Simonino e di giustificare il processo sommario e la condanna a morte degli ebrei, ingiustamente accusati del suo assassinio.

Appartiene allo stesso genere di pubblicazioni la Mors et apotheosis Simonis infantis novi martyris (IGI, 2375) di Giovanni Planza Rufinoni (Giovanni Calfurnio), stampata senza data, con il nuovo piccolo carattere gotico, e sottoscritta in questo caso semplicemente "Z.L.".

Quella del settembre 1482 è l'ultima notizia sul L., che dopo tale data non è più segnalato neanche in qualità di ecclesiastico. Si ignora la data della sua morte.

Fonti e Bibl.: L. Donati, Povertà di prototipografi vicentini, in Gutenberg-Jahrbuch, XLII (1967), pp. 98-101; U. Baroncelli, Divagazioni sulla stampa vicentina del sec. XV, in 1474. Le origini della stampa a Vicenza, [Vicenza 1975], pp. 100-102; G. Mantese, Le origini della stampa a Vicenza, ibid., pp. 54-61; L. Puttin, G.L. L. prototipografo di Torrebelvicino, in Nel 500° anniversario della stampa a Torrebelvicino (1478-1978), Torrebelvicino 1980, pp. 45-60; D.E. Rhodes, La tipografia nel secolo XV a Vicenza, Santorso e Torrebelvicino, Vicenza [1987], p. 9; A.M. Nuovo, L. (de Ca' Longo) G.L., in Lexikon des gesamten Buchwesens, IV, Stuttgart 1995, p. 603; Catalogue of books printed in the XVth century now in the British Museum, III, pp. 805s.; VII, pp. LXIII s., LXXIV, 1039 s., 1080; Gesamtkatalog der Wiegendrucke, nn. 956, 5950, 6696, 10489; Indice generale degli incunaboli delle biblioteche d'Italia, nn. 2375, 4053-4055, 4282, 5214, 6969, 7143, 7948, 8538 s., 9644, 9252; VI, p. 171.

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