Leóne, Giovanni

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Giurista e uomo politico italiano (Napoli 1908 - Roma 2001). Deputato democristiano alla Costituente e alla Camera dal 1948, dal 1955 al 1963 ne fu presidente. Nel 1963 e nel 1968 presiedette due governi monocolore democristiani. Senatore a vita dal 1967, nel 1971 fu eletto presidente della Repubblica. Si dimise nel 1978, in seguito a una pressante campagna di stampa  che lo accusava di essere coinvolto in una vicenda di tangenti.

Vita e attività

Professore (1936) di procedura penale nell'università di Messina, ha insegnato successivamente a Bari, a Napoli e (dal 1956) a Roma.  L. esordì nell'attività politica nel 1944 tra le file della Democrazia cristiana. Deputato alla Costituente, diede un rilevante contributo alla elaborazione della Costituzione specie come relatore del titolo concernente la magistratura e la corte costituzionale. Deputato alla Camera dal 1948, dal 1955 al 1963 ne fu presidente, rinnovandone il regolamento. Dal giugno al novembre 1963 e poi dal giugno al novembre 1968 presiedette governi monocolore democristiani.  Ha poi fatto parte attivamente della Commissione giustizia del Senato, lavorando in particolare alla legge di riforma del codice penale. Nominato senatore a vita nel 1967, il 24 dic. 1971 fu eletto presidente della Repubblica. Svolse il suo mandato in un periodo particolarmente complesso, tanto da essere costretto (per la prima volta nella storia della Repubblica) a sciogliere anticipatamente il parlamento nel 1972 e nel 1976. Negli ultimi tempi del suo mandato, L. fu più volte oggetto di campagne di stampa che lo indicavano come compromesso con lo scandalo della Lockheed (l'azienda aerospaziale USA che pagò tangenti per assicurarsi forniture all'aeronautica italiana) e in altre operazioni economiche e finanziarie. Varie forze politiche, preoccupate che le accuse, sebbene prive di prove dirette, mettessero in crisi la credibilità della figura del presidente della Repubblica, insistettero allora perché L. si dimettesse. Respingendo le accuse con un messaggio al paese, L. lasciò la presidenza il 15 giugno 1978.

Opere

Oltre a numerosi articoli e monografie, scrisse opere sul reato abituale, continuato e permanente, sul sistema delle impugnazioni penali, sul reato aberrante; è inoltre autore di un Commento al codice di procedura penale (in collab. con altri studiosi) e di un Trattato di diritto processuale penale (3 voll., 1961). A testimonianza della sua attività di governo, rimangono le memorie Cinque mesi a Palazzo Chigi (1964).

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