MARINELLI, Giovanni

Enciclopedia Italiana (1934)

MARINELLI, Giovanni

Attilio Mori

Geografo, nato a Udine il 28 febbraio 1846, morto a Firenze il 2 maggio 1900. Friulano per discendenza paterna, cadorino per quella materna, ebbe comuni con quelle forti popolazioni montanare l'amore per le montagne natie che doveva indirizzarlo agli studî geografici. Compiuti nel ginnasio di Udine gli studî secondarî, passò a Padova a studiarvi matematiche, che presto abbandonò per seguire i corsi di giurisprudenza che avrebbero dovuto schiudergli la via ai pubblici impieghi. Ma a questi egli non si sentiva inclinato, mentre l'attirava l'insegnamento. Fu così che, compiuti gli studî universitarî, nel 1867 chiese di essere nominato assistente alla cattedra d'italiano, storia e geografia dell'Istituto tecnico fondato a Udine dopo l'annessione; e poi, conseguitane regolare abilitazione, poté occupare la cattedra di storia e geografia in quello stesso istituto. L'alpinismo che con tanto amore coltivava gli era mezzo efficace per quello studio sistematico dei monti friulani sotto l'aspetto topografico, storico e naturalistico, che doveva gradatamente condurlo a visioni più ampie nel vasto campo geografico. A ciò fu spinto anche dalla lettura degli scritti geografici di B. Malfatti, che lo misero in rapporto con il nuovo indirizzo che la geografia scientifica andava prendendo presso gli studiosi europei.

La sua preparazione nel campo scientifico apparve ormai tale che allorquando G. Dalla Vedova lasciò la cattedra da lui occupata nell'università di Padova, perché chiamato a occupare quella di Roma, indicò il M. a suo successore. Vinto il concorso bandito per quella cattedra, sempre continuando negl'intrapresi lavori topografici e alpinistici, rivolse allora la sua attività anche a ricerche e studî nel campo della storia, della geografia e della cartografia. Il III Congresso geografico internazionale tenuto a Venezia nel 1881 gli diede occasione d'allestire con la collaborazione d'altri studiosi quel monumentale Saggio di cartografia veneta offerto al congresso dall'Istituto veneto, che doveva schiudere agli studiosi il largo e fruttifero campo delle ricerche storiche sulla cartografia italiana. Poco dopo, la sua attività e l'autorità acquistatasi presso quanti ormai coltivavano gli studî geografici in Italia avevano nuovo e più vasto modo di affermarsi quando, sempre per suggerimento del Dalla Vedova, assunse la direzione di quella grandiosa opera geografica La Terra, in larga misura da lui stesso compilata, di cui non poté vedere ultimata la stampa, e che a mezzo secolo di distanza rimane ancora senza contrasto, come il Dalla Vedova lo definì, il più compiuto e più ricco tesoro nazionale del sapere geografico. Eletto deputato una prima volta nel 1890 (XVII legislatura) e nuovamente nelle legislature XVIII, XIX e XX, rinunziò al mandato perché compreso nel sorteggio dei professori; ma anche nell'esercizio del mandato politico, in occasioni svariate, si fece propugnatore degl'interessi geografici sia che riguardassero l'insegnamento, la carta d'Italia, il censimento, questioni coloniali, ecc. Ai primi del 1893, morto B. Malfatti, il M. era stato chiamato a succedergli nell'Istituto di studî superiori e in quello di scienze sociali e politiche di Firenze. La sua attività ebbe così campo di affermarsi sempre più largamente, sia col fondare e presiedere la Società di studî geografici e coloniali in cui volle trasformata l'antica sezione fiorentina della Società africana d'Italia, sia con l'assumere la direzione della Rivista geografica italiana, divenuta per suo merito efficace palestra aperta a quanti in Italia, maestri o esordienti, si occupavano di questi studî. M. era considerato ormai il capo della nuova scuola geografica italiana. Dell'alta stima e dell'affetto di cui godeva il M. ricevette pubblico e solenne riconoscimento nel III Congresso geografico italiano da lui organizzato e presieduto a Firenze nel 1898, celebrandosi le onoranze centenarie al Vespucci e al Toscanelli, e che fu l'ultimo segno della sua attività.

A parte la grande opera La Terra e il Saggio di cartografia veneta già ricordati, a parte altresì le Guide del Friuli allestite in collaborazione, il M. lasciò numerosi scritti riguardanti la geografia generale, la storia della geografia, la metodologia geografica e la geografia dell'Italia sparsi in atti accademici, riviste, ecc. (Un'ascensione al Canino: 23 luglio 1874, Udine 1874; Le stazioni meteoriche di Tolmezzo e di Pontebba nel 1874-75, Udine 1876; La geografia e i padri della Chiesa, Roma 1882; La superficie del regno d'Italia secondo i più recenti studî, Roma 1883; Saggio di altimetria della regione veneto orientale, Torino 1884; Una visita alle sorgenti del Livenza, ecc., Torino 1887; Le Alpi Carniche, Torino 1888; L'istituto geografico dell'università di Vienna e i suoi lavori, Roma 1891; L'ufficio idrografico della r. marina, Roma 1894, ecc.). A cura di colleghi e discepoli furono raccolti, postillati e pubblicati 2 volumi di Scritti minori di G. M., preceduti da un'estesa biografia e seguiti dalla bibliografia completa a cura di A. Mori (Firenze 1908-1920).