POLENI, Giovanni

Enciclopedia Italiana (1935)

POLENI, Giovanni

Giuseppe ALBENGA

Matematico e ingegnere, nato a Venezia il 23 agosto 1685, morto nel novembre 1761 in Padova. Destinato agli studî di giurisprudenza, li abbandonò ben presto per dedicarsi all'architettura civile e militare, nella quale ebbe maestro Giuseppe Marcati, alla fisica, all'astronomia e alle matematiche. Le prime sue ricerche riguardarono il barometro e il termometro e la loro costruzione, le macchine calcolatrici, l'applicazione della geometria, e in particolare di un teorema di G. Bernoulli, alla gnomonica. Dei suoi risultati diede conto in un volume dal titolo: Miscellanea (Venezia 1709) che gli meritò, a soli 26 anni, la cattedra di astronomia e meteore all'università di Padova. Nel 1715 passò alla cattedra di fisica, continuando ad occuparsi ancora di astronomia e pubblicando molte sue osservazioni, e dando nel tempo stesso attiva opera agli studî idraulici. Risultato di questi furono i volumi: De motu aquae mixto (1717) con applicazione delle sue teorie all'estuario veneto, e De castellis (1718) con interessanti osservazioni sulle derivazioni di acque, sul moto di esse nei fiumi e sulla loro pressione dinamica. La fama acquistatagli da queste opere gli procurò numerosi incarichi relativi a questioni di acque e in particolare a ripari di sponde e a protezione di spiagge. Nel 1719 succedette a Nicola Bernoulli nella cattedra di matematica e iniziò il corso con una notevole prolusione, edita col titolo De mathesis in rebus physicis utilitate (1720). Diede quindi un'accurata edizione del De Aqueductibus di Frontino, arricchito di un erudito commento (1722) e pubblicò poi (1729) un Epistolarum mathematicarum Fasciculus, dove sono trattati problemi di matematica, di astronomia, d'idraulica e di fisica. Si occupò quindi dei problemi sollevati in qu̇ell'epoca in seguito all'istituzione della congregazione del calendario ordinata da Clemente XI (1731-34) e poi di navigazione; pubblicò su questo argomento: Qual sia la miglior maniera di misurare in mare il cammino di un vascello (1734); Sopra la miglior figura che possa darsi alle ancore (1737); Intorno alla miglior costruzione dell'argano rispetto a tutti gli usi ai quali si applica in una nave. Negli anni seguenti il P. scrisse alcune memorie di archeologia, tra le quali importantissime le Exercitationes Vitruvianae (1739) Intanto, nel 1738, era stato chiamato alla cattedra di filosofia esperimentale, allora fondata nell'università di Padova. Nel 1743 si volle il suo parere sui restauri alla cupola di S. Pietro in Roma: ne venne il libro Memorie istoriche della gran cupola del Tempio Vaticano (1748).

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