Andreotti, Giulio

Dizionario di Storia (2010)

Andreotti, Giulio


Politico (n. Roma 1919). Tra i fondatori della DC, fu delegato alla Consulta e deputato all’Assemblea costituente; è stato eletto alla Camera in tutte le consultazioni, dal 1948 al 1987; nel 1991 è stato nominato senatore a vita. Tra il 1972 e il 1992 è stato sette volte presidente del Consiglio. È stato più volte ministro in diversi dicasteri; come ministro degli Esteri, è stato particolarmente attento ai rapporti con il mondo arabo. Ha presieduto i governi di solidarietà nazionale dal luglio 1976 al genn. 1978 e dal 16 marzo 1978, giorno del rapimento di A. Moro, al genn. 1979. Indicato dalle dichiarazioni di alcuni esponenti mafiosi "pentiti" come referente politico di settori della mafia siciliana e ispiratore dell'omicidio del giornalista Carmine (Mino) Pecorelli, nel 1993 fu rinviato a giudizio nell'ambito di due procedimenti giudiziari. Il primo procedimento si è concluso nel 2004 con il verdetto della Cassazione che, confermando quello della Corte d'Appello, ha assolto A. dall'accusa di aver colluso con la mafia dopo il 1980 e ha prescritto il reato di associazione per delinquere contestatogli per fatti avvenuti prima di tale data. Nel processo Pecorelli la Cassazione nel 2003 ha annullato la sentenza della Corte d'Appello, assolvendo A. per non aver commesso il fatto.

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