ARGAN, Giulio Carlo

Enciclopedia Italiana - V Appendice (1991)

ARGAN, Giulio Carlo

Rosalba Zuccaro

(App. III, I, p. 126)

Storico e critico d'arte. Nel 1959 succede a L. Venturi quale professore di Storia dell'arte moderna all'università di Roma. Nello stesso anno riceve ex aequo con C. Brandi il premio Feltrinelli per la critica d'arte dell'Accademia Nazionale dei Lincei, di cui diviene socio nazionale nel 1982. Componente del Consiglio comunale di Roma quale indipendente nelle liste del Partito comunista, è sindaco della città dal 1976 al 1979; nel 1983 è eletto per il PCI senatore della Repubblica. Direttore di sezione dell'Enciclopedia Universale dell'Arte, promossa dall'Istituto per la collaborazione culturale sotto gli auspici della Fondazione Giorgio Cini, dirige la rivista Storia dell'arte da lui fondata nel 1969. Presidente di sezione del Consiglio superiore delle belle arti, è nominato poi presidente internazionale del CIHA (Comité International d'Histoire de l'Art).

Allievo di L. Venturi, con il quale si laurea in Lettere a Torino nel 1930, attento alla sua lezione culturale dialetticamente recepita nel fecondo clima filosofico-letterario dell'ambiente torinese, è attratto dalla proposta di un'architettura razionalista espressa da E. Persico e G. Pagano, confluita nella rivista Casabella. La matrice idealistico-crociana della sua formazione si volge in un razionalismo concreto e integrale, originato dal criticismo illuminista e teso al raccordo della sfera creativa con quella storica, sociale e produttiva attraverso una coerente e progressiva meditazione soprattutto sugli scritti di Marx, A. Gramsci, M. Heidegger, E. Husserl e J.-P. Sartre. I suoi interessi di studioso, dediti a conoscere il corso di un pensiero formulato in immagini e a restituirlo razionalizzato mediante il processo critico, insistono su di un ampio arco cronologico, dal Medioevo al contemporaneo, coinvolgendo diverse aree geografiche e settori: architettura, urbanistica, pittura, scultura, design. Essi, alimentati da un assiduo impegno nella politica culturale e da una professionalità responsabile della tutela del patrimonio artistico, sono sottesi da una costante riflessione metodologica, atta a inserire l'opera d'arte, una volta rilevata la logica che ne ha mosso fenomenologicamente l'intenzionalità, nel presente assoluto della coscienza e a orientare un progetto per il futuro. L'ideologia della ragione, quale severa disciplina mentale che configura il reale, sostanzia il suo essere soggetto storico attivo: nella sua diretta partecipazione al dibattito teorico e operativo A. analizza la crisi dell'arte come ''scienza europea'' nel venir meno dei processi di pensiero e delle tecniche alla base del rapporto soggetto-oggetto. Egli denuncia, quindi, la morte dell'arte nelle manifestazioni che negano la cosciente elaborazione di un valore e che rifiutano il giudizio critico. Nella prima metà degli anni Sessanta è assertore dello sperimentalismo ottico-cinetico, gestaltico, quale lucida ricerca fondata sulla percezione che strutturando dati visivi, reali e illusori, apre la via a una nuova opzione di autenticità logica nella sua progettualità articolata in funzione sociale e criticamente educativa.

Paradigmatico della sua ideologia e del suo metodo è il volume Walter Gropius e la Bauhaus (19512), rigorosa valutazione del nuovo, globale mito europeo fondato sulla ragione dal macrocosmo della città al microcosmo dei caratteri tipografici.

Tra le opere pubblicate dopo il 1955 si segnalano: Fra Angelico (1955; trad. it., 1965); Brunelleschi (1955); Botticelli (1957; trad. it., 1965); Salvezza e caduta nell'arte moderna (1964); L'Europa delle capitali (1964); Progetto e destino (1965); Capogrossi (1967); Storia dell'arte italiana (3 voll., 1968); La storia dell'arte, in Storia dell'arte, i (1969), pp. 5-36; The Renaissance city (1969); Studi e note dal Bramante al Canova (1970); L'arte moderna 1770-1970 (1970); Henry Moore (1972); Libera (1975); Die Kunst des 20. Jahrhunderts 1880-1940, in Propyläen Kunstgeschichte, vol. 12 (1977); Intervista sulla fabbrica dell'arte, a cura di T. Trini (1980); Storia dell'arte come storia della città (1983). Suoi saggi e articoli sono inoltre raccolti a cura di B. Contardi in Occasioni di critica (1981); Da Hogarth a Picasso. L'arte moderna in Europa (1983); Classico anticlassico. Il Rinascimento da Brunelleschi a Bruegel (1984); Immagine e persuasione. Saggi sul Barocco (1986).

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