GIULIANI, Giulio Cesare

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 56 (2001)

GIULIANI, Giulio Cesare

Gloria Raimondi

Nacque a Viterbo nel 1882 da Tommaso e da Annunziata Proietti Palotta.

Conseguito il diploma di chimico e farmacista presso l'Università di Roma, dove si era iscritto nel 1900, iniziò a lavorare sempre a Roma, nella farmacia di famiglia in piazza Farnese. Nel frattempo frequentò lo studio di Eugenio Cisterna, pittore e decoratore genzanese attivo in tutta Europa, del quale, nel 1907, sposò la figlia Angelina.

Agli inizi del Novecento il G. fondò lo Studio vetrate Roma, specializzato in pittura a fuoco su vetro, con sede al n. 7 di lungotevere dei Vallati, che trasferì, nel 1909, nel rinascimentale palazzo di Guglielmo Della Porta in via Giulia, acquistato e affrescato da Cisterna, al quale si deve anche il disegno di alcune vetrate realizzate dal G., nel 1910, per l'appartamento di famiglia.

Le sperimentazioni tecniche e scientifiche, svolte nel laboratorio che occupava il piano terra dello studio, permisero al G. di raggiungere eccellenti risultati nella colorazione, nella doratura, nella patinatura e nelle diverse applicazioni pittoriche sulla superficie del vetro incolore o già colorato in pasta, acquistato direttamente in Germania, anche con il supporto di studi rigorosi sui fenomeni luminosi; tali ricerche egli sviluppò riservando una particolare attenzione ai principî di fisica ottica applicata alle caratteristiche del vetro. Alle attitudini scientifiche unì una sensibilissima vocazione artistica, che gli consentì di trasformare i caratteri costruttivi fondamentali della vetrata d'arte, armatura e piombatura, in elementi integranti dell'opera, da considerare e valutare attentamente già nella fase progettuale dello stesso cartone preparatorio.

Nel 1904, su cartoni del maestro, il G. realizzò le vetrate per la chiesa superiore del Corpus Domini a Milano. Nel 1906, per la chiesa di S. Gioacchino a Roma, eseguì le vetrate circolari raffiguranti i Simboli dell'eucarestia collocate sui matronei e nelle cappelle e quella con Quattro angeli che offrono gigli e rose alla Vergine posta nella cappella della Spagna.

Nello stesso anno realizzò le vetrate per la chiesa di S. Bartolomeo a Modena e, nel 1908, quelle per la chiesa del Carmelo a Piacenza.

A questo primo periodo di attività va riferita anche un'importante collaborazione con il maestro vetraio Cesare Picchiarini, insieme con il quale il G. eseguì, tra il 1904 e il 1909, alcuni lavori a Roma, tra cui: lo Stemma del cardinale A. Agliardi; i trentadue tondi con testine di angeli e stemmi per il collegio degli Angeli a Treviglio; e alcune vetrate in stile medievale (Tosti, p. 133). Nel 1907, con la vetrata intitolata a S. Francesco, prese parte al concorso nazionale promosso dal ministero della Pubblica Istruzione per le nuove vetrate della basilica di S. Paolo a Roma, che dovevano sostituire quelle distrutte dall'esplosione di una polveriera a Porta Portese avvenuta il 23 apr. 1891. Nel 1910 eseguì un'insolita finestra per appartamento realizzata con vetri colorati non dipinti. Molte furono anche le committenze ecclesiastiche e private; lo Studio Giuliani fornì vetrate per abitazioni, caffè, negozi, cinematografi, edicole funerarie e cappelle.

Elemento distintivo dell'attività dello Studio, specialmente nei primi decenni, fu l'uso preponderante della coloritura dei vetri per mezzo della pittura a fuoco, procedura che permetteva - attraverso elaborazioni tecniche diverse quali la grisaille, l'applicazione di smalti colorati e la placcatura - di ottenere effetti molto vicini a quelli della pittura. Un esempio di tale varietà tecnica è rappresentato dall'opera Diana (Roma, Studio vetrate d'arte Giuliani), eseguita nei primi anni Venti dal G., che interpretò il soggetto secondo un gusto marcatamente neorinascimentale, intervenendo sul vetro con un interessante condensato di tecniche differenti: pittura a fuoco, graffitura e grisaille.

Durante la prima guerra mondiale lo Studio Giuliani sospese la sua attività. Il G. infatti prese parte al conflitto come tenente farmacista volontario nel Cadore. Le commissioni ufficiali ripresero con nuova intensità nel 1920 con le vetrate del catino e del transetto per la chiesa romana di S. Camillo in via Piemonte, progettata nel 1910 dall'architetto Tullio Passarelli. Il G. intervenne anche in un altro edificio di Passarelli, la chiesa di S. Teresa in corso d'Italia a Roma dove, tra il 1920 e il 1933, eseguì diversi cicli di vetrate su disegni delle figlie Maria Letizia e Laura, anch'esse pittrici e decoratrici, e del suocero E. Cisterna. Tra il 1920 e il 1925 il laboratorio realizzò importanti lavori in Italia e all'estero (ospedale italiano e basilica del Monte Tabor a Gerusalemme, cattedrale di Reggio Calabria, Banca d'Italia ad Ancona, Banco di Sicilia a Roma) e partecipò alla I Mostra romana dell'agricoltura dell'industria e dell'arte applicata all'industria a villa Umberto I (1923), dove ottenne una medaglia d'argento. Ancora per la committenza privata realizzò vetrate per l'hotel Excelsior e il Grand Hotel, per alcuni edifici del quartiere Coppedè e per l'Istituto nazionale delle assicurazioni, che nel 1927 gli affidò l'esecuzione delle vetrate per il nuovo palazzo dell'ente in via Veneto a Roma. Allo stesso anno risale la prima vetrata, disegnata da Cisterna, del ciclo realizzato dal G., nell'atrio, nella sagrestia e nei locali annessi alla chiesa di S. Giuseppe al quartiere Trionfale di Roma, ispirato a episodi della vita del santo. A questa se ne aggiunsero altre firmate dal pittore monacense H. Mayer, tra il 1932 e il 1935, e dalle figlie, tra il 1953 e il 1971.

Nel 1929 il G. acquistò da Picchiarini il laboratorio di vetrate di piazza S. Salvatore in Lauro; con i materiali acquisì anche un cospicuo e interessantissimo nucleo di bozzetti e cartoni per vetrate ideati da Duilio Cambellotti, Umberto Bottazzi, Vittorio Grassi, Paolo Paschetto, artisti e decoratori, esponenti di spicco del modernismo romano. Molti di questi disegni, acquistati nel 1997 dal Comune di Roma, sono conservati presso il Museo della Casina delle civette in villa Torlonia.

La collaborazione tra artista e artigiano basata sul rispetto delle rispettive conoscenze e capacità fu il principio su cui il G. fondò e sviluppò la sua attività. La profonda cognizione storica e scientifica dei materiali e delle tecniche gli permise di diventare, oltre che un eccellente interprete creativo in ambito esecutivo, anche un referente di grande prestigio nel campo del restauro della vetrata artistica antica e moderna (v. a questo proposito il suo contributo sulla Collaborazione tra artista e artigiano nella lavorazione delle vetrate, in Cellini, I [1940], 3, pp. 39 s.).

Negli anni Trenta, alla partecipazione a esposizioni nazionali e estere (1934: Roma, Seconda Mostra internazionale d'arte sacra, e Tripoli, IX Fiera coloniale internazionale) si affiancarono nuove prestigiose commissioni quali le vetrate per Castel Sant'Angelo, per la cappella delle guardie svizzere nella Città del Vaticano e quelle per la chiesa di S. Saturnino (1934) a Roma. Nel 1935 il laboratorio eseguì le vetrate per la chiesa del Gesù, l'anno seguente quelle per S. Lorenzo in Damaso sempre a Roma e, nel 1937 a Spoleto, le vetrate per la chiesa di S. Domenico. Nel decennio successivo si susseguirono nuovi incarichi ufficiali tra i quali il ciclo per la finestratura dell'abside della cappella di S. Barbara nel sacrario del Museo dell'Arma del genio trasmissioni a Roma (1940), eseguito su cartone di Cambellotti. La complessa decorazione, accanto a episodi della vita di s. Barbara, illustrava le molteplici attività svolte dall'arma. Nel 1942, per lo scalone del palazzo delle Scienze all'EUR, oggi Museo nazionale preistorico etnografico L. Pigorini, su disegno del pittore e decoratore Giulio Rosso, realizzò la grande e suggestiva vetrata Elementi decorativi relativi all'astronomia. L'opera, rimasta nelle casse fino al 1987, è stata montata nel luogo originario di destinazione dallo Studio vetrate d'arte Giuliani, che ne ha curato anche il restauro, eseguito dalle stesse maestranze che la realizzarono.

Tra i molti interventi di restauro realizzati in seguito ai danni causati dai bombardamenti della seconda guerra mondiale si ricordano quelli nella chiesa di S. Teresa a Roma, nelle parrocchiali di Orte Scalo e di Zagarolo e nel santuario di S. Teresa ad Anzio.

Nel 1949 nella basilica di S. Eugenio, progettata dagli architetti Enrico Galeazzi e Mario Redini, realizzò oltre alle nove vetrate dei papi, i cui cartoni furono ideati dalle figlie Laura e Maria Letizia, anche le vetrate disegnate da L. Micheli Gigotti. Tra gli ultimi lavori eseguiti direttamente dal G. si ricordano le vetrate della cappella polacca nella S. Casa di Loreto (1950) e, a Viterbo, le vetrate nella chiesa della Quercia. Nel 1954, lo Studio attese a un altro impegnativo incarico nella chiesa di S. Giovanni Bosco al quartiere Tuscolano di Roma, dove, su disegno di numerosi artisti (tra cui Micheli Gigotti, L. Montanarini, V. Guzzi, M. Avenali), fu possibile realizzare vetrate innovative.

Alle tradizionali tecniche esecutive della legatura a piombo dei vetri dipinti con bistri vetrificabili a gran fuoco, alle lumeggiature d'oro, alle grisaglie e agli smalti colorati si affiancarono nuove soluzioni quali l'utilizzazione di dalles de verre, mattonelle di grosso spessore, lisce o scheggiate, legate con cemento o con resine epossidiche. Il montaggio di questi elementi, che consente lo sviluppo di superfici molto ampie, ha permesso allo Studio di realizzare numerose opere, inizialmente con il contributo delle sorelle Giuliani e in seguito con la partecipazione dei numerosi artisti che nel lavoro della bottega hanno trovato una valida intesa artistica e tecnica.

Il 25 febbr. 1954 la Camera di commercio, industria, artigianato, agricoltura assegnò allo Studio una medaglia d'oro per la sua attività; nello stesso anno, in occasione della Giornata dell'artigianato romano, la Confederazione generale dell'artigianato italiano premiò il G. con il diploma di anzianità artigiana. La stessa Confederazione, di cui il G. era stato tra i soci fondatori, l'8 maggio 1966 gli conferì un diploma alla memoria.

Il G. morì a Roma il 25 maggio 1954.

Dal matrimonio del G. con Angelina Cisterna nacquero Maria Letizia (Roma, 9 febbr. 1908 - 30 giugno 1985), Laura (Roma, 12 nov. 1909 - 1° apr. 1982) e Tommaso (Roma, 15 genn. 1914 - 10 luglio 1998).

Conseguito il diploma magistrale, le due sorelle si formarono inizialmente presso il laboratorio di famiglia dove ebbero modo di apprendere le diverse tecniche artistiche. Lo studio alla scuola libera del nudo all'Accademia di belle arti e all'Accademia di Francia, approfondito, tra il 1925 e il 1932, nella scuola privata di Giulia e Maria Biseo a palazzo Doria, completò la loro preparazione. Alle numerose collaborazioni con il nonno e con il padre (Jesi, chiesa nuova di S. Giuseppe; Roma, chiese di S. Bonaventura, S. Eugenio, S. Francesco a Ripa; Viterbo, S. Maria Regina Mundi, S. Lorenzo, S. Francesco) affiancarono una ricca e feconda attività di pittrici, che svolsero partecipando alle più importanti manifestazioni espositive romane degli anni Trenta e Quaranta e che continuò incessantemente fino agli anni Ottanta (I Mostra femminile di belle arti, 1934; Mostre del Sindacato di belle arti del Lazio; Mostra di belle arti ai Mercati Traianei, 1936; personali alla Casa d'arte Bragaglia; Quadriennali d'arte nazionale, dal 1939; XXII Esposizione biennale internazionale d'arte). Opere delle sorelle Giuliani figurano in diverse collezioni private. Alla morte del padre, le sorelle si dedicarono con maggiore interesse e continuità all'impegno nel laboratorio di vetrate, dipingendo pale d'altare (chiesa di St. Paul, MN, 1959) e realizzando importanti cicli di vetrate per edifici religiosi (chiesa del Centro di rieducazione giovanile di Casal del Marmo; S. Maria Regina Mundi, Roma; basilica di S. Francesco, Terni; S. Agostino, Rieti; santuario della Madonna dell'Arco, Napoli; basilica di S. Giorgio, La Valletta, Malta; chiesa della Sacra Famiglia, Cagliari; S. Teresa, Roma). L'opera delle due artiste è stata ricordata nel 1993 in una mostra antologica a Roma. Il figlio Tommaso, architetto, subentrato nella direzione del laboratorio alla morte del padre, nel 1965 trasferì l'attività nella nuova sede di via Garibaldi, da lui stesso ristrutturata per rispondere alle aumentate necessità funzionali del laboratorio. Qui, affiancato dal figlio, Giulio (Roma 23 sett. 1940 - 20 marzo 1998), continuò a lavorare, con la collaborazione delle sorelle e dei cognati, il pittore miniaturista e illustratore Pino Melis, marito di Maria Letizia, e l'architetto Mario Redini, marito di Laura.

Fonti E Bibl.: Roma, Archivio storico vetrate d'arte Giuliani; Concorso per i finestroni della basilica Ostiense in Roma, in Bollettino d'arte, II (1908), 9, pp. 356-360; I Mostra romana dell'industria, dell'agricoltura e dell'arte applicata, Roma 1923, pp. 84, 119; F. Clementi, La I Mostra romana dell'industria, dell'agricoltura e dell'arte applicata all'industria, in Roma, I (1923), 4, p. 250; C. Astolfi, Storia del convento e chiesa di S. Salvatore in Lauro oggi S. Maria di Loreto dei Marchigiani, Roma 1933, p. 74; La II Mostra internazionale d'arte sacra, Roma 1934, pp. 217, 221; Il Messaggero, 3 maggio 1939, p. 5; P. Scarpa, La nuova chiesa di Teresa del Bambin Gesù, ibid., 3 ag. 1939; Un corteo che da Roma ad Anzio trasporterà domani le reliquie di s. Teresina al nuovo santuario nazionale, in Il Giornale d'Italia, 5 ag. 1939; Dieci artigiani d'Italia insigniti di medaglia d'oro per la loro fedeltà al lavoro e al progresso economico, in L'Artigianato d'Italia, 10 apr. 1954; Ricordo di G.C. G. maestro della vetrata, in L'Artigianato d'Italia, 25 giugno 1954; Ricordo di G.C. G., in E.N.A.P.I.:notiziario mensile, V (1954), 4, p. 8; In onore di un celebre "maestro delle vetrate", in Il Messaggero, 24 maggio 1955; Ricordo di G.C. G., in Il Giornale d'Italia, 25 maggio 1955; G. Zander, Opere d'arte nelle antiche chiese d'Italia, in Fede e arte, 1957, n. 6, pp. 205, 211 s.; R.U. Montini, S. Teresa al corso d'Italia, Roma s.d., p. 61 fig. 16; A. Prandi, La basilica di S. Eugenio, Roma s.d., pp. 47, 49; M. Carreras Amato, Eugenio Cisterna pittore romano nel centenario della nascita, in Strenna dei romanisti, XXV (1963), pp. 115-121; C. Ceschi, Le chiese di Roma dagli inizi del Novecento al 1961, Rocca San Casciano 1963, p. 206; E. Zuppi - A. Fugardi, La luce che prega, in Osservatore della domenica, 9 febbr. 1969; L. Salerno - L. Spezzaferro - M. Tafuri, Via Giulia, Roma 1973, pp. 196 s.; Il colore-luce, in Il Tempo (Roma), 24 genn. 1974; M. Carreras Amato, Vetrate d'arte Giuliani, antica bottega artigiana, in Alma Roma, XX (1979), 5-6, pp. 30-39; D. Moretti, Cisterna,Eugenio, in Diz. biogr. degli Italiani, Roma 1982, pp. 27 s.; M.G. Buzzone, La cattedrale in casa, in L'Espresso, 22 apr. 1984, p. 178; Catalogo dell'artigianato italiano, a cura di E. Guagnini, Milano 1984, p. 137; A. D'Angelo, Quando famiglia vuol dire arte. I Giuliani: tre generazioni di vetrai dal liberty ad oggi, in La Bottega del restauro, I (1985), 2, pp. 18-21; E42. Utopia e scenario del regime, urbanistica, architettura, arte, decorazione (catal., Roma), II, Venezia 1987, pp. 412, 414; C. Turchetti, Il maestro vetratista: un mestiere antico quanto il mondo, in Il Corriere laziale, 28 luglio 1987, p. 3; R. Visco, Un tesoro di vetro, in Il Venerdì di Repubblica, 28 giugno 1990, pp. 98-102; F. Cosmelli, G.C. G., in Tra vetri e diamanti. La vetrata artistica a Roma, 1912-1925 (catal.), Roma 1992, pp. 106 s.; G. Giuliani, Tra luce e colore, tra trasparenze e misticismo: breve sosta nel regno della vetrata italiana, ibid., pp. 176-179; Vetrate romane del primo '900, in L'Osservatore romano, 2 febbr. 1992; Maria Letizia e Laura Giuliani. Opere 1925-1968 (catal.), Roma 1993; A.M. Petrosino, La scuola della vetrata artistica. La direzione di Cesare Picchiarini, in Roma moderna e contemporanea, III (1995), 2, p. 462; L. Epifania, La scuola della vetrata artistica: la direzione di Romeo Guarnieri (1929-1962), ibid., p. 479; M.G. Pirrone, La vetrata artistica a Roma tra le due guerre, tesi di laurea, Università degli studi di Roma La Sapienza, facoltà di architettura, a.a. 1995-96, p. 174; L'Istituto storico e di cultura dell'arma del genio. Guida illustrata…, Roma 1996, p. 24; A. Tosti, G.C. G., in Il Museo della Casina delle civette, Roma 1997, pp. 133-135, con bibl.; C. Giannuzzi, Quando l'arte diventa trasparente, in Il Tempo (Roma), 4 dic. 1998.

CATEGORIE