BOCCE, giuoco delle

Enciclopedia Italiana (1930)

BOCCE, giuoco delle


Il giuoco delle bocce ha origini indubbiamente popolari, e, con ogni probabilità, esso venne affermandosi dapprima in Italia o in Francia. La sua semplicità, la possibilità di praticarlo anche su terreno non specialmente preparato, le sue cartteristiche di esercizio all'aria aperta gli hanno creato un favore straordinario in tutta l'Italia e nel Sud della Francia, ove esso è però particolarmente praticato da Italiani immigrati.

Gli strumenti del giuoco sono sei od otto bocce o palle di legno (quebracho americano od olivo) o di gomma indurita, del diametro di cm. 10½ a 13, e un boccino o pallino, del diametro di cm. 5 a 7. Questo, lanciato dal giocatore designato dalla sorte, rotola e si arresta a una certa distanza (dai 14 ai 30 metri circa) dal segno o luogo donde è stato gettato. Lo stesso giocatore cerca quindi di far accostare una boccia il più possibile al pallino, e a questo scopo fa due passi dal segno, si curva per meglio imprimere alla palla l'impulso necessario, e sul secondo passo l'avvia verso la meta. Il primo giocatore avversario (o, eventualmente, l'unico) tira a sua volta a punto cercando di avvicinare una boccia al pallino più di quanto abbia fatto l'altro.

Se a un certo momento uno degli avversari giudica pressoché impossibile superare con l'accostamento della boccia il punto fatto dall'avversario, può raffare o bocciare per tentar di risolvere a proprio favore le sorti della partita. Nel primo caso egli fa rotolare con veemenza la sua boccia in direzione di quella avversaria, per colpirla e rimuoverla dal posto che occupa; nel secondo la boccia scagliata in aria, compie un arco più o meno teso rispetto al suolo: la boccia avversaria, se colpita, è in tal caso messa quasi sempre fuori giuoco dalla violenza del colpo, e nei casi più favorevoli è sostituita nel posto che occupava dall'altra. Il raffatore può fare due passi, e fermarsi solo sul primo dello slancio; il bocciatore fa tre passi, e non sosta su alcuno di essi.

Gettate dai varî giocatori le bocce, si attribuiscono i punti (uno per boccia) a quelle, di una sola parte, più vicine al pallino. In alcune regioni tre bocce accostate valgono sei punti, e quattro, otto punti. La partita prosegue, in genere, sino ai dodici punti, ma il limite può variare per comune accordo.

Il giuoco delle bocce solo da pochi decennî è divenuto un vero e proprio sport e, come tale, regolato da precise norme tecniche e disciplinato secondo i metodi in uso presso le società sportive. L'inizio d'una organizzazione bocciofila in Italia può fissarsi al 14 novembre 1897: in tal giorno si riunirono infatti, a Rivoli, i rappresentanti di circa quindici società piemontesi. Fu deciso allora di indire un congresso per l'anno successivo, in occasione dell'Esposizione di Torino; e dal congresso ebbe origine l'Unione bocciofila piemontese. Questa formulò uno statuto dell'ente e un regolamento tecnico del giuoco, accrescendosi, dopo alcun tempo, per l'adesione delle società liguri, e divenendo l'Unione bocciofila italiana, la quale a sua volta sviluppò la sua organizzazione, creando un certo numero di comitati regionali.

In Piemonte ebbe pure vita, per quattro anni, una Federazione italiana dissidente (il dissenso fu causato da una diversa valutazione del carattere sportivo del giuoco da parte dei due enti). Ma il Comitato Olimpionico Nazionale riuscì a fondere le due società in una sola associazione nazionale denominata Bocciofila italiana. Questa ha emanato, il 1° aprile 1926, un nuovo regolamento ufficiale del giuoco, che consta di 58 articoli. I comitati regionali da essa costituiti sono sei, con un complesso di 176 societa affiliate. A queste bisogna aggiungere le altre molte non affiliate, specialmente di Lombardia, Emilia e Toscana. In Puglia esiste un'Unione bocciofila salentina.

Nell'ultimo inquadramento dello sport nazionale italiano, la Bocciofila italiana è stata sottratta alla disciplina del Comitato Olimpionico Nazionale Italiano e passata all'Opera Nazionale Dopolavoro. Con ciò si è voluto riaffermare il carattere popolare di questo giuoco tipicamente paesano. L'O. N. D. ha uniformato, a mezzo di apposito regolamento, il sistema di giuoco, accentuando la distinzione tra puntatori e bocciatori, in modo che entrambe queste categorie di giocatori possano meglio esplicare le loro attitudini. Sempre a iniziativa dell'O. N. D. si tenta di addivenire alla costituzione di un'associazione bocciofila internazionale, cui si era già rivolta l'attenzione dei partecipanti al torneo di Parigi del 1927.

Bibl.: A. Rizzetti, Il giuoco delle boccie, polimetro in 5 canti, Torino 1893; G. Franceschi, Giuochi sportivi, 3ª ed., Milano 1922; J. Gelli, Biliardo, bagattella e giuoco alle bocce, 4ª ed., Milano 1924.

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