ALDROVANDINI, Giuseppe

Enciclopedia Italiana (1929)

ALDROVANDINI, Giuseppe

Francesco Vatielli

Musicista compositore nato a Bologna nell'anno 1673. Anch'egli, come la maggior parte dei maestri dell'epoca suoi conterranei, uscì dalla scuola di Giacomo Antonio Perti, scuola che fu il maggior vivaio dei compositori di Bologna fioriti nei primi decennî del secolo decimottavo. Nel 1695 fu eletto membro dell'Accademia filarmonica, della quale divenne principe nel 1702. Fu pure al servizio della Cappella del duca di Mantova e dell'Accademia dello Spirito Santo a Ferrara. Le sue composizioni di genere sacro, profano, teatrale e strumentale sono numerosissime, e per grande parte rimangono tuttora inedite. Si trovano a stampa: Armonia sacra, mottetti a 2 e 3 voci con o senza violini (Bologna 1701); Concerti sacri (ibid. 1703); Cantate a voce sola (ibid. 1701); Concerti a due, violino, violoncello e tiorba (ibid. 1703); Sonate a tre (ibid. 1706), oltre ad alcuni altri pezzi raccolti in antologie dell'epoca. Gli archivî di Bologna, di Bruxelles, di Dresda conservano molte sue musiche manoscritte, tra le quali, importantissime, le sue Sonate e Sinfonie con tromba. L'A. è autore infine di 6 oratorî e di 14 opere teatrali, una delle quali su testo in dialetto bolognese. Come operista, godette di grande rinomanza, ma, nonostante la sua fervida attività, trascorse la sua vita nella più squallida miseria, e perché mal compensato per le sue fatiche, e perché, secondo la testimonianza d'un cronista bolognese, "viveva viziosamente e di continuo all'osteria senza decoro". Tragica fu la sua fine: la sera del 9 febbraio del 1707, mentre usciva ubbriaco da una bettola, cadde nel vicino canale e annegò. Egli era ritenuto "il primo virtuoso d'Italia". La musica dell'A. è notevole per facilità d'inventiva melodica e per spigliatezza di stile: ma per la fretta con cui componeva i suoi lavori si riscontra spesso in lui sciatteria di dettato e vuoto formalismo.

Bibl.: A. Bonaventura, Saggio storico del teatro mus. italiano, Livorno 1913, pp. 95, 157, 179.

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