BELLUZZO, Giuseppe

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 8 (1966)

BELLUZZO, Giuseppe

Enzo Pozzato
Piero Melograni

Nacque a Verona il 25 nov. 1876 da Luigi e da Adelaide Francescatti, in una modestissima famiglia di operai. Il B. rimase ben presto privo del padre e s'impiegò come copista e commesso di studio di avvocati e notai, giovane d'ufficio in uno studio d'ingegneria ed anche legatore di libri. Continuò ugualmente a frequentare le scuole e, a sedici anni, conseguì la licenza di istituto tecnico, vincendo nello stesso tempo una borsa ministeriale di studio per il politecnico. Alla fine dei corsi universitari vinse la medaglia d'oro assegnata al miglior laureato del politecnico di Milano.

Nominato, dal 16 ott. 1910, ordinario di costruzioni di motori termici ed idraulici nell'allora istituto tecnico superiore di Milano, dal 16 nov. 1929 il B. fu trasferito alla Scuola d'ingegneria di Roma ed assegnato alla cattedra di costruzioni di macchine.

La sua attività scientifica si svolse sotto forma di memorie, monografie, conferenze, trattati e di una lunga serie di articoli su giornali e riviste tecniche. Suoi sono due classici trattati tradotti in francese e inglese che riscossero largo consenso: Le turbine a vapore ed a gas e La costruzione delle turbine a vapore. Gli stabilimenti Breda costruirono locomotive munite di turbine Belluzzo; tredici delle maggiori navi da guerra italiane furono dotate di turbine di questo tipo e così pure altre navi di marine straniere, tra cui quella russa.

Nel 1949 il B. ideò un motore in grado di triplicare l'autonomia degli aerei: un compressore inviava, ad una pressione che poteva variare - a seconda della potenza del motore - da 2 a 12 ata, la quantità di aria necessaria per la combustione. I prodotti della combustione si espandevano poi in una turbina dello stesso tipo di quelle a vapore, ma con speciali caratteristiche per resistere alle altissime temperature di esercizio. La potenza meccanica così generata poteva essere trasferita all'albero di un generatore elettrico o a quello di un asse portaelica. In relazione alla potenza sviluppata variavano i giri del motore che potevano essere, dalle grandi alle piccole potenze, da tremila a dodicimila giri al minuto primo. Il consumo, con particolari accorgimenti, poteva arrivare a meno di 200 grammi di nafta per cavallo ora. Tali accorgimenti riguardavano in particolar modo il raffreddamento degli organi della turbina. Il B. studiò motori di questo tipo per impianti fissi, con potenze da settemila a centoventimila cavalli, per la propulsione navale, con potenze da qualche centinaio a cinquantamila cavalli; ideò gruppi di tremila cavalli per locomotive turboelettriche, gruppi velocissimi da mille a tremila cavalli per la propulsione aerea.

Il B. morì il 21 maggio 1952.

Tra i lavori a lui dovuti citiamo, come particolarmente importanti, i seguenti: Alcune considerazioni sugli elementi geometrici e cinematici delle turbine assiali (in Il Politecnico, XVLIII [1900], pp. 100-115), in cui il B. definisce le condizioni di buon rendimento di una turbina assiale ad azione o reazione, in modo che la somma delle perdite, che si generano nel movimento dell'acqua attraverso i canali del distributore e della ruota mobile, sia minima. Vengono inoltre esaminate le cause che hanno provocato la fortuna delle turbine assiali. La parzializzazione delle turbine a reazione radiale centripete e miste (ibid., pp. 176-188, 206-211) è un vero e proprio compendio sulla progettazione delle turbine a reazione. In Le turbine a reazione miste od americane (ibid., pp. 327-338) sono chiariti i vantaggi caratteristici di questo tipo di turbine: numero elevato di giri e sviluppo di lavoro di molti cavalli con piccolo diametro della turbina, minor peso e maggior rendimento organico, piccola perdita per attrito dell'acqua lungo le pale del distributore e della ruota mobile, minor perdita per urto contro le pale della ruota mobile, piccola perdita per il cambiamento di direzione della traiettoria descritta dall'acqua nella ruota mobile, minore perdita per la velocità assoluta residua dell'acqua quando abbandona la ruota mobile. Tali vantaggi derivano dall'essere questo tipo di turbine miste, cioè ad introduzione radiale e scarico completamente assiale, con conseguenti grandi dimensioni delle pale rispetto al diametro, maggiore larghezza all'ingresso e specialmente all'uscita della ruota mobile, numero limitato di pale, spessore molto piccolo di esse nella ruota centrale. Ciò premesso, il B. indica come calcolare tali turbine ed in particolare fornisce una geniale costruzione grafica che elimina le difficoltà insite nel calcolo puramente analitico. Il B. definisce infine la Q-turbina: turbina costruita in modo da consumare, a qualunque numero di giri, lo stesso volume d'acqua e sviluppante (ad altezza di carico costante) un lavoro proporzionale unicamente al rendimento, funzione a sua volta, quest'ultimo, del numero dei giri. Nuovo otturatore per turbine a reazione radiali centripete e miste (ibid., pp. 692-694). Le turbine a vapore ed a gas (Milano 1905). La costruzione delle turbine a vapore (ibid. 1923). Le turbine idrauliche (Milano 1901), volume premiato al concorso Cavallini dello stesso anno. Le turbine a gas (in Il Politecnico, LV [1907], pp. 249-69), in cui il B. preconizza il prossimo avvento delle turbine a gas additando agli studiosi i problemi specifici ancora da risolvere, espone lo studio teorico di tali macchine e rende note alcune sue ricerche sperimentali, compiute nel 1906 in un piccolo impianto installato nell'officina Gadda. Alcune esperienze sulla resistenza d'attrito e l'effetto ventilante delle pale nella parte girante delle turbine a vapore (ibid., pp. 274-78). La calcolazione delle tenute a labirinto nelle turbine a vapore (ibid., pp. 545-48): in esso il B. espone un nuovo metodo grafico che permette una grande approssimazione nel calcolo del numero di labirinti necessari perché attraverso essi passi un peso di vapore assegnato ad ogni minuto secondo. Il metodo grafico del B., oltre a consentire una grande rapidità di calcolo, elimina anche i gravi difetti di impostazione insiti nel metodo puramente analitico. Le centrali termoelettriche ed il consumo di carbone (ibid., LVIII [1910], pp. 281-86). Gli impianti moderni di condensazione (ibid., pp. 193-205; 353-62; 545-54). Alcune esperienze sull'applicazione delle turbine a vapore sulle locomotive (ibid., pp. 161-166): dalle esperienze effettuate dal B. viene desunto che dall'applicazione derivano i seguenti vantaggi: possibilità di grandi velocità (maggiori che con le motrici a stantuffo), soppressione dei moti caratteristici delle motrici a stantuffo, economia di olio di lubrificazione e di combustibile, maggior durata della macchina e minori spese di manutenzione, nessun pericolo per l'effettuazione della manovra di contro-vapore, minor lavoro per i macchinisti. Le masse-volano nelle motrici a moto rotatorio (in Atti d. Associazione elettrotecnica ital., 5 nov. 1914, pp. 700-704). La organizzazione scientifica delle industrie meccaniche in Italia (in Atti d. Associazione per il progresso d. scienze, [1917], pp. 241-49). Il calcolo e la installazione delle moderne turbine idrauliche (Milano 1921). Sulle moderne turbine idrauliche ultra-veloci (in Atti d. Assoc. elettrotecnica ital., 15-25 ag. 1922, pp. 501-505). Le turbine a vapore applicate alla trazione (ibid., 25 giugno 1931, pp. 421-429). La pressione più conveniente nei moderni impianti a vapore (in L'energia elettrica, XVI [1939], 3, pp. 181-89). Considerazioni sulla utilizzazione dell'energia termica dei soffioni boraciferi di Larderello (ibid., XVI [1939], 11, pp. 785-88).

Accanto all'attività scientifica e didattica il B. svolse anche una rilevante attività politica. Durante la prima guerra mondiale, a Milano, fondò e diresse il Comitato per la resistenza interna, fu membro del Consiglio superiore di collaudo dei materiali di guerra e capo gruppo, per la parte industriale, dell'ufficio storiografico della mobilitazione: egli stesso progettò un tipo speciale di bombarda da 400 mm con 5 km di portata.

Nell'estate 1920, nel corso dell'agitazione degli operai metallurgici che portò all'occupazione delle fabbriche, Mussolini, sul Popolo d'Italia, giustificò il parziale accoglimento delle richieste operaie prendendo spunto da due articoli pubblicati proprio dal B. sul Dovere di Bellinzona, nei quali egli aveva valutato con sostanziale ottimismo le prospettive dell'industria metallurgica italiana. Seguì una precisazione del B. e un'ulteriore precisazione di Mussolini.

Ancora sul Popolo d'Italia, questa volta nel luglio 1922, apparve una lettera del B., che si opponeva al giudizio negativo espresso da Mussolini nei confronti del Parlamento e del paese. Secondo il B. il paese era migliore della Camera ed anche alla Camera si trovavano "uomini di carattere e fondamentalmente onesti"; torto di questi uomini era il restare divisi, ma proprio Mussolini, secondo il B., poteva agire positivamente per riunirli ed orientarli imponendo così al governo un nuovo programma. Mussolini replicò al B. con tono piuttosto brusco, ribadendo i suoi giudizi negativi tanto per la Camera quanto per il paese.

Nel 1924 il B. fu eletto per la prima volta deputato, nel cosiddetto "listone" composto da fascisti e da personalità favorevoli al governo Mussolini. Il 10 luglio 1925 fu chiamato da Mussolini a sostituire l'on. Nava come ministro dell'Economia nazionale, lo stesso giorno in cui G. Volpi di Misurata sostituì A. de' Stefani alle Finanze. Molti interpretarono queste sostituzioni come un successo degli ambienti finanziari ed industriali, rimasti sostanzialmente insoddisfatti dell'indirizzo "liberistico" voluto dal de' Stefani. In particolare la nomina del B. sarebbe stata suggerita dagli industriali elettrici, ai quali egli era in effetti molto legato. Nel 1926, tuttavia, discutendosi in Senato la rivalutazione della lira (la famosa "quota 90" imposta da Mussolini) proprio un industriale elettrico, il senatore E. Conti, polemizzò con il B. criticando quella rivalutazione. Durante il periodo trascorso al ministero della Economia nazionale il B. portò a compimento alcuni importanti trattati e accordi commerciali, fra cui quello con la Germania del 31 ott. 1925, disponendo inoltre numerosi provvedimenti per la "battaglia del grano", i combustibili, il regime forestale, ecc.

Il 9 luglio 1928, a tre anni esatti dalla loro nomina, tanto il Volpi quanto il B. lasciarono i rispettivi ministeri. Il B., tuttavia, rimase a far parte del governo sostituendo Pietro Fedele alla Pubblica Istruzione. Egli istituì la scuola secondaria di avviamento al lavoro e curò il riordinamento dell'istruzione professionale. Lasciò il ministero della Pubblica Istruzione nel settembre 1929, in occasione di uno di quei "cambi della guardia" ai quali Mussolini ricorreva sempre più frequentemente.

Nell'ottobre 1929 il B. fu nominato ministro di Stato. Rieletto deputato della lista unica fascista nel 1929, fu nominato senatore il 1° marzo 1934. Ebbe numerosi incarichi in organizzazioni professionali, istituti scientifici e in vari enti e società. Fu presidente della Soc. Ansaldo Cogne, della Cogne Girod, dell'Azienda elettrica del Comune di Milano, ecc.

Tra gli scritti politici dei B. si veda soprattutto il suo Economia fascista, Roma a. VI (una raccolta di discorsi con prefazione di Mussolini); nonché L'autarchia italiana vista da un ingegnere, Milano 1928 (antologia di suoi articoli). Si veda inoltre: Per il miglioramento della bilancia commerciale italiana, in Nuova Antologia, 16 sett. 1926, pp. 195-208; L'industria e l'Impero, in Rassegna economica dell'Africa ital., maggio 1938; la prefazione al volume di Mussolini, Il fascismo e l'Italia, pagine scelte dalle opere di Mussolini presentate ai giovani da S. E. Belluzzo, Roma s. d.

Per i rapporti che lo legavano alle industrie elettriche si veda, sempre del B., Le imprese idroelettriche, gli interessi dello Stato ed i problemi del dopoguerra, Conferenza tenuta al Collegio degli ingegneri ed architetti di Milano la sera del 25 maggio 1917, Milano s.d.

Fonti e Bibl.: Per l'attività scientifica del B. manca una bibl. specifica: unica fonte pertanto è il fascicolo personale presso il ministero della Pubblica Istruzione, Roma.

Per i rapporti con Mussolini nel 1920 e nel 1922 cfr. B. Mussolini, Opera omnia, a cura di E. e D. Susmel, XV, pp. 133-140; XVIII, pp. 268-271, nonché R. De Felice, Mussolini il rivoluzionario (1883-1920), Torino 1965, pp. 627 s.

Sulla sua attività di ministro fascista cfr. A. Mussolini, La lotta per la produzione (1925, III - 1931, X E. F.), Milano 1937, ad Indicem; U. Ojetti, I taccuini (1914-1943), Firenze 1954, ad Indicem; Y. De Begnac, Palazzo Venezia. Storia di un regime, Roma 1960, ad Indicem.

Sul significato che ebbe la nomina del B. a ministro dell'Economia nazionale cfr. F. Turati-A. Kuliscioff, Carteggio, VI, Torino 1959, p. 478; E. Scalfari, Storia segreta dell'industria elettrica, Bari 1963, p. 65.

L'incidente accaduto in Senato con il sen. Conti è sommariamente riassunto in E. Conti, Dal taccuino di un borghese, Cremona 1946, pp. 376 s.

Altre notizie in E. Rossi, I padroni del vapore, Bari 1955, p. 145; L. Salvatorelli-G. Mira, Storia d'Italia nel periodo fascista, Torino 1962, pp. 356, 384, 415, 543.

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