FERRI, Giuseppe

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 47 (1997)

FERRI, Giuseppe

Ferdinando Treggiari

Nacque a Norcia (Perugia) il 27 sett. 1908 da Giovanni Battista, magistrato, e da Iginia Sparviero. Di famiglia agiata, originaria di Fiastra (Macerata), compì gli studi ad Ancona presso il liceo "Rinaldini", conseguendo nel 1925 il diploma di maturità classica. Trasferitosi con la famiglia a Trieste, dove il padre era stato nominato presidente del tribunale, si iscrisse in quello stesso anno all'unico corso di laurea esistente presso la locale università degli studi economici e commerciali. Lì frequentò, fra gli altri, i corsi di diritto commerciale di A. Asquini, allievo di A. Rocco e primo rettore della università triestina.

L'incontro con l'Asquini sarà di "importanza decisiva" per la sua carriera scientifica ed accademica (A. Asquini giurista [1965], ora in Scritti giuridici, Napoli 1990, I, p. 80). Con l'Asquini il F. si laureò con lode in scienze economiche e commerciali nel 1929, discutendo una tesi su "La vendita con esclusiva", un tema nuovo per allora (Intervista sul diritto privato. Dieci domande di N. Irti, Padova 1988, p. 17, ora in Scritti giuridici, I, p. 64) e ancora privo di regolarnentazione legislativa, che dal F. verrà ripreso e sviluppato in due saggi pubblicati nel 1933 (Vendita con esclusiva [1933], e nota a Cass. 22 febbr. 1932 [1933]: entrambi ristampati postumi in Scritti in tema di vendita con esclusiva e di fusione delle società commerciali, Torino 1990).

Nel novembre del 1929 fu ammesso al quarto anno della facoltà di giurisprudenza di Camerino, dove seguì, fra gli altri, i corsi di S. Romano e di E. Ruffini, non privi, questi ultimi, di influenza sui suoi interessi e studi successivi intorno al problema della democrazia nelle società per azioni (La tutela delle minoranze nelle società per azioni [1932], ove è già originalmente elaborata la fortunata distinzione tra azionisti imprenditori ed azionisti risparmiatori; Eccesso di potere e tutela delle minoranze [1934]; La tutela dell'azionistain una prospettiva di riforma [1961], tutti ora in Scritti giuridici, III, 1, pp. 12-111, 190-205), che finiranno anche per ispirare le linee della riforma del diritto societario italiano nel 1974. Si laureò con lode in giurisprudenza nel giugno 1930 sotto la guida di R. Scheggi con una tesi su "La proprietà commerciale", riuscendo lo studente migliore del suo corso. Sempre seguendo il padre, in quegli anni nominato consigliere della Corte di cassazione, si trasferì a Roma, dove già nel 1931 divenne l'unico collaboratore dello studio legale di F. Vassalli. Iniziò anche a collaborare al Foro italiano, pubblicandovi nel 1932 il suo primo contributo (Responsabilità dell'unico socio di un'anonima [1932], nota a Cass. 23 nov. 1931, ora in Scritti giuridici, III,2, pp. 729-742), nel quale, costruendo il fenomeno della concentrazione delle azioni in un'unica mano, tracciava le linee della disciplina (responsabilità illimitata dell'unico azionista) sancita poi nel codice civile del 1942.

Prese anche a frequentare assiduamente l'ambiente della facoltà giuridica romana, prima sotto la guida di A. Arcangeli, poi sotto quella di A. Rocco, di cui divenne assistente volontario nel 1933. Nel novembre di quello stesso anno venne nominato professore incaricato di diritto commerciale e di diritto agrario nella facoltà di giurisprudenza dell'università di Urbino, dove insegnerà fino al 1936. Nel 1934-35 fu pure incaricato dell'insegnamento di diritto industriale presso l'Istituto di scienze sociali e politiche "Cesare Alfieri" di Firenze. Sempre nel 1934 venne abilitato alla libera docenza in diritto commerciale da una commissione presieduta da C. Vivante, caposcuola del diritto commerciale italiano. Nel 1936, anno in cui sposò Liana Lanzidei (dalla quale avrà nel 1938 l'unico figlio Giovanni Battista), pubblicò a Roma il libro su La fusione delle società commerciali (rist. anast. 1990, in Scritti in tema di vendita, cit.), che costituì il primo e riuscito tentativo di costruzione giuridica su base unitaria del fenomeno della concentrazione di imprese, anch'esso successivamente preso a modello per la disciplina del relativo istituto nel nuovo codice civile. L'anno seguente, dopo essere riuscito primo al concorso bandito dall'università di Cagliari, venne nominato professore straordinario di diritto commerciale nella facoltà di giurisprudenza di Macerata, dove insegnò per un biennio (1936-37 e 1937-38), tenendo contemporaneamente anche l'incarico di istituzioni di diritto privato.

Nel biennio successivo passò ad insegnare diritto commerciale a Padova, esordendo con una prolusione su "Gli enti pubblici di diritto commerciale" (poi pubblicata col titolo Lineamenti di una teoria degli enti commerciali [1941], ora in Scritti giuridici, III,1, pp.133-150). Promosso ordinario nell'aprile 1940, venne chiamato a ricoprire, ancora per un biennio (1940-41 e 1941-42), la cattedra di diritto commerciale nell'università di Pavia.

Nel 1940 - anno in cui diventò condirettore della rivista Diritto e pratica commerciale - pubblicòcon la UTET la prima edizione, fuori commercio, dell'ampio ed importante studio su I titoli di credito, destinato, dieci anni dopo, a codificazione compiuta della materia, ad essere inserito tra i volumi del Trattato di diritto civile italiano diretto da F. Vassalli (Torino 1950).

Il libro (che dava seguito a studi precedenti: si vedano in particolare La legittimazione all'esercizio del diritto cartolare [1935], La cambiale agraria [1937], ora in Scritti giuridici, II, pp. 5-48, 60-72; ma la riflessione avrà il suo punto d'arrivo nell'opera Le promesse unilaterali. I titoli di credito, compresa nel Trattato didiritto civile italiano, diretto da G. Grosso e F. Santoro Passarelli, Milano 1972) costituiva la limpida e acuta trattazione di una materia dogmaticamente ancora assai controversa.

Del "problema senza pace" (cosi lo definì l'Asquini) dei titoli di credito il F. dette una soluzione semplificata, rifiutando la teoria dominante del diritto cartolare autonomo e riducendo la funzione del titolo di credito a quella di strumento di circolazione del solo potere di legittimazione all'esercizio del diritto fondamentale. La sua costruzione, che ruotava intorno ad uno schema schiettamente civilistico, rivelando la sua solida teoria generale del diritto privato, sollevò un ampio dibattito nella dottrina del tempo (nonché la severa, ma smisurata reazione critica di W. Bigiavi, cui il F. replicò a tono: Progressi e regressi nella teoria dei titolidi credito [1951] ora in Scritti giuridici, II, pp.236-247), esercitando in seguito la sua influenza sulla codificazione della materia, cui il F. contribuì decisivamente con il suo fruttuoso apporto di ricerche e di idee.

Nell'ottobre 1939 era stato chiamato dal ministro di Grazia e Giustizia D. Grandi a far parte delle commissioni istituite per la nuova codificazione civile e commerciale. Nella prima fase della sua partecipazione ai lavori per la riforma dei codici fu uno dei membri più attivi del sottocomitato ministeriale incaricato di redigere il nuovo codice di commercio (il precedente codice era in vigore dal 1882). Il sottocomitato, presieduto dall'Asquini (strenuo sostenitore, almeno fino all'ottobre del 1940, dell'"impostazione autonoma del codice di commercio": cfr. Roma, Arch. centrale dello Stato, Min. Grazia e Giustizia, Gabinetto, b.22, f. 42, sf. 5, ff. 98 ss.; A. Asquini, Dieci anni dopo l'abrogazione del codice di commercio, in Scritti giuridici in onore della CEDAM, I,Padova 1953, pp. 370 s. e nn. 8, 11), portò a termine nel giugno 1940, dopo appena sette mesi di lavoro, il progetto del nuovo codice. Il F., insieme a G. C. Frè, fu relatore per la parte generale del progetto e per quella relativa alle società commerciali (rispettivamente materia del I e del II libro del progetto di codice), ma collaborò intensamente con l'Asquini nell'opera di coordinamento delle varie parti della nuova legislazione commerciale, partecipando incisivamente, in particolare, alla riforma della normativa sui titoli di credito (IV libro del progetto di codice). I lavori di revisione del progetto, sollecitati dalle osservazioni e dai pareri pervenuti nell'estate successiva ed avviati dal sottocomitato già nel settembre 1940, furono però presto interrotti.

Nel dicembre di quello stesso anno giunse infatti la decisione, ispirata dal Vassalli, di rinunciare ad un separato codice di commercio e di fondere, nell'unico codice civile, l'intero diritto delle obbligazioni e dell'impresa, quest'ultimo destinato ad essere raccolto in un nuovo libro (il quinto) del codice civile. A quel punto, e fino al compimento della codificazione civile (aprile 1942), la collaborazione del F. ai lavori dei due nuovi sottocomitati appositamente istituiti si concentrò nella stesura del nuovo libro del codice civile, "del lavoro" (inizialmente denominato "dell'impresa e del lavoro") - un libro, come affermerà lo stesso F. (Revisione del codice e autonomia del diritto commerciale [1945], ora in Scritti giuridici, I, p. 28), "costruito a tavolino", la cui gestazione fu essenzialmente il risultato dell'accorpamento di titoli del progetto del codice di commercio e del progetto del libro delle obbligazioni, già definito sin dall'aprile del 1940 - e nella conseguente e coordinata risistemazione della materia del libro (IV) "delle obbligazioni".

La "svolta" del dicembre del 1940, che determinò la soppressione del codice di commercio e suscitò per questo l'immediata protesta di una larga corrente di commercialisti (ma anche voci favorevoli persino all'abolizione dello stesso insegnamento universitario del diritto commerciale), fu dal F. sempre e ragionevolmente difesa.

Sulla questione dell'autonomia scientifica del diritto commerciale, che alcuni anni dopo la promulgazione del codice unico ancora divideva la scienza commercialistica in "autonomisti" e "fusionisti", il F. tornerà con un penetrante e persuasivo giro d'orizzonte dei profili più discussi della questione (Revisione del codice e autonomia del diritto commerciale, cit.), insistendo ancora sulla "valorizzazione massima" che la scienza commercialistica aveva tratto dalla nuova codificazione. La sua polemica si rivolse anche contro i più intemperanti, quando divenne attuale il problema, "squisitamente politico", dell'alternativa fra defascistizzazione dei codici o loro abrogazione. Il suo netto favore per il mantenimento in vigore dei codici - "naturalmente con i necessari ritocchi ed emendamenti" e la necessaria espunzione delle "inserzioni politiche" (La riforma dei codici [1945], poi in Scritti giuridici, I, pp. 20 s.) - non si ridusse mai all'autodifesa dell'opera personalmente compiuta. Esso poggiava invece sulla convinzione, condivisa in quegli stessi anni da P. Calamandrei e dal Vassalli, della assoluta asimmetricità tra il contenuto tecnico dei codici e l'ambiente politico nel quale essi furono realizzati, oltre che sulla constatazione del fallimento del tentativo di trasfondere nel codice civile l'ideologia corporativa (Del codice civile, della codificazione e di altre cose meno commendevoli [1944-46], ora in Scritti giuridici, I,pp. 29-35, in polemica con L. Mossa). Chi ne reclamava l'abrogazione mostrava dunque di non saper distinguere "quello che al fascismo non è appartenuto", inconsapevolmente attribuendo al fascismo stesso una "ricchezza e novità d'idee che non ha mai avuto" (False apparenze di novità nella legislazione civile, in Meridiano, 15 apr. 1945,in polemica con G. Stolfi).

Dall'impegno politico diretto il F. si tenne sempre lontano. Prese la tessera del Partito nazionale fascista (PNF) già nel 1926, quand'era studente universitario a Trieste, ma fu sempre politicamente inattivo. Dopo l'8 sett. del 1943, il F., rientrato a Fiastra con la famiglia i fratelli e l'anziano padre (all'epoca primo presidente della corte d'appello di Napoli; nel marzo 1944 verrà collocato a riposo dalla Repubblica sociale italiana per non aver accettato il trasferimento presso la neoistituita Corte di cassazione di Brescia), si unì ai partigiani del Maceratese e lì costituì, con il fratello Antonio, ingegnere e maggiore dell'aeronautica italiana, una banda partigiana indipendente (il gruppo "Fiastra"). Nel marzo 1944, in conseguenza dei rastrellamenti dei nazifascisti - durante i quali la sua casa di Fiastra fu incendiata e distrutta - la banda si riorganizzò insieme agli altri gruppi di combattenti della zona sotto l'unico comando della brigata "Spartaco", della cui giunta militare, avente compiti di coordinamento con l'azione di altre due brigate operanti in Umbria, fu membro il Ferri. Successivamente, l'assetto organico della formazione fu modificato e il F. fu messo a capo del I battaglione della brigata, comandata dal fratello. Il 1º luglio del 1944 gli uomini della formazione partigiana dei fratelli Ferri - già segnalatasi nei mesi precedenti per numero, disciplina e combattività - parteciparono decisivamente alla liberazione di Camerino, precedendo le truppe dell'8ª armata inglese. Quel giorno stesso al F. fu affidata l'amministrazione provvisoria della città e, con essa, il compito di decidere (benevolmente, come fece) la sorte dei prigionieri fascisti, tra i quali figurava anche il giurista E. Betti.

A guerra finita il F. tornò alla sua professione di avvocato e all'insegnamento universitario. Dall'ottobre 1942 era stato trasferito alla cattedra di istituzioni di diritto privato nell'università di Pisa, che terrà fino al 1955. Nel lungo periodo pisano il F. arricchì la sua produzione scientifica di numerosi studi (tra cui l'opera Delle imprese commerciali e delle altre imprese soggette a registrazione, nel Commentario del codice civile, a cura di A. Scialoja, Bologna-Roma 1943) e pubblicò due importanti manuali giuridici.

Il primo ebbe purtroppo una circolazione ristretta alla cerchia degli studenti del suo corso universitario, per i quali fu scritto, ed è tuttora poco noto: si tratta delle dispense litografate di Istituzioni di diritto privato, pubblicate a cura della facoltà di giurisprudenza di Pisa una prima volta nel 1946 (cfr. Scritti giuridici, I, p. XXXV) e poi ristampate per gli anni accademici successivi.

La sua seconda e più importante opera didattica è invece il Manuale di diritto commerciale (Ied. Torino 1950): il primo, completo manuale di diritto commerciale del dopo-unificazione e il più diffuso della seconda metà del secolo XX, giunto, com'è, nel 1996 alla sua decima edizione.

Pur salvando la specialità del fenomeno regolato dal codice, il F. si riaffermò contrario all'idea di un sistema autonomo del diritto commerciale, ribadendo (come ripeterà con uguale serenità e consapevolezza nella voce Diritto commerciale, in Enciclopedia deldiritto, XII, Milano 1964, p. 925, ora in Scritti giuridici, I, p. 46) che ormai il diritto commerciale "è un sistema di norme che si inserisce nel sistema del diritto civile" (Manuale, cit., pp. VII s., 10 ss.). Coerentemente all'ottica del codice, con il suo Manuale il F. abbandonò gli schemi espositivi tradizionali, aggregando l'intera materia attorno alla nozione d'impresa, in cui ravvisò l'essenza del fenomeno dell'intermediazione, scisso nei due fondamentali aspetti dell'attività professionale organizzata dell'imprenditore e dei suoi mezzi materiali, l'azienda.

Nel 1955 ebbe inizio il trentennio del suo insegnamento romano, cominciato quell'anno dalla cattedra di diritto commerciale nella facoltà di economia e commercio e proseguito, a partire dal 1960, dalla stessa cattedra nella facoltà di giurisprudenza, resasi vacante dopo la morte di T. Ascarelli. Nella prima facoltà il F. fu anche incaricato dell'insegnamento di istituzioni di diritto privato (1955-56) e di quello di diritto bancario all'interno del corso di specializzazione in discipline bancarie (1956-1961); nella facoltà di giurisprudenza tenne inoltre l'incarico di diritto industriale (1959-1963).

Intensificò gli studi di diritto societario con numerosi interventi (poi raccolti nei due cospicui tomi del terzo volume dei suoi Scritti giuridici), dedicando entrambe le prolusioni d'esordio nelle due facoltà romane ai temi della riforma del diritto azionario (I problemi attuali delle società per azioni [1955] e La tuteladell'azionista in una prospettiva di riforma, cit.). Nel 1955 pubblicò, ancora per il Commentario del codice civile, curato da A. Scialoja e G. Branca, il volume Delle società (Bologna-Roma 1955), commento alla normativa codicistica in tema di società di persone. Del 1971 è la poderosa sintesi Le società, redatta secondo un antico voto fatto al maestro Vassalli (scomparso nel 1955, pochi giorni dopo la prematura morte della moglie del F.) ed inserita nel suo Trattato di diritto civile italiano (X, 3,Torino 1971); l'imponente trattazione si basa sulla distinzione tipologica tra le due categorie fondamentali delle società non personificate e delle società personificate, in dissenso con l'impostazione tradizionale della materia. Data infine al 1987 la lunga voce Società per azioni, edita nell'Enciclopedia giuridica (XXIX,Roma 1993, eanche in Scritti giuridici, III, 1, pp. 366-470).

Dal 1963, insieme con R. Nicolò, il F. era stato intanto associato dall'Asquini e da S. Satta nella direzione della Rivista del diritto commerciale e del diritto generale delle obbligazioni. Dopo la morte dell'Asquini (1972), ne divenne il primo direttore fino alla sua scomparsa. Nei decenni del suo insegnamento romano, durante i quali formò "la più numerosa e la più agguerrita scuola italiana del diritto commerciale" della seconda metà del Novecento (G. Oppo), la sua autorità accademica e scientifica crebbe notevolmente, procurandogli numerosi riconoscimenti: la laurea honoris causa conferitagli nel 1967 dall'università di Lovanio; il diploma e la medaglia d'oro dei benemeriti della scuola e dell'arte, a lui attribuiti nel 1972; la nomina, nel 1982, a socio corrispondente della classe di scienze morali, storiche e filologiche dell'Accademia nazionale dei Lincei; infine, il titolo di professore emerito di diritto commerciale, attribuitogli all'unanimità dalla facoltà di giurisprudenza dell'università di Roma "La Sapienza" nel 1984, pochi mesi dopo la definitiva cessazione della sua attività accademica.

Il F. morì a Roma il 10 sett. 1988.

I suoi scritti di minor mole sono stati raccolti nei quattro tomi (oltre tremila pagine) dei già citati Scritti giuridici, Napoli 1990 (I: Scritti in tema d'impresa e di vario diritto; II: Scritti in tema di titoli di credito, diritto bancario e diritto delle assicurazioni; III,1-2: Scritti giuridici in tema di società).

Fonti e Bibl.: Ricordi autobiografici si traggono in particolare da G. Ferri, Diritto commerciale, in Cinquanta anni di esperienza giuridica in Italia, Milano 1982, pp. 77-94; Id., Intervista sul diritto privato. Dieci domande di N. Irti, Padova 1988, pp. 17-30 (poi in Scritti giuridici, I, pp. 52-70). Al F. è dedicato il volume collettaneo Problemi attuali dell'impresa in crisi. Studi offerti dai colleghi dell'università "La Sapienza" di Roma e dagli allievi in onore di G. F., Padova 1983. Per la carriera studentesca ed accademica: Camerino, Università degli studi, Archivio storico, Registro carriera studenti, fasc. Ferri Giuseppe (anche per il precedente periodo di studi triestino); Annuario dell'Università di Camerino. 1930-31, p. 266; Roma, Archivio centrale dello Stato, Libere docenze, IIIversamento (1930-1950), busta 205, fasc. Ferri Giuseppe; Roma, Università degli Studi "La Sapienza", Arch. storico, Personale, fasc. Ferri Giuseppe di Giovanni Battista (A.S. 4932); Annuario del Ministero dell'Educazione nazionale, anni 1934 e ss., ad Ind.; Bollettino ufficiale del Ministero dell'Educazione nazionale, pt. II, 1º nov. 1934, n. 44, p. 3105; 8 apr. 1937, n. 14, p. 869; 25 luglio 1940, n. 30, pp. 2475 s.; Annuario della Accademia nazionale dei Lincei, CCCXC(1993), p. 33.

Documenti relativi alla partecipazione del F. ai lavori delle commissioni ministeriali per la codificazione commerciale e civile sono in Arch. centrale dello Stato, Ministero di Grazia e Giustizia, Gabinetto, busta 22, fasc. 42, sottofasc. 5 (cfr. in particolare i riferimenti al contributo del F. contenuti nella relazione - ff. 98-108 - di A. Asquini, presidente del comitato per lo studio delle riforme del codice di commercio, nonché i verbali dattiloscritti delle riunioni del settembre 1940 per la revisione del progetto ministeriale di codice di commercio) e 7 (ff. 301-316); busta 30, fasc. 48, sottofasc. 1 e fasc. 49; busta 20 (contiene un carteggio relativo alla concessione al F. di un'onorificenza per la collaborazione ai lavori per la nuova codificazione civile); cfr. inoltre: Ministero di Grazia e Giustizia, Atti della sottocommissione delle Assemblee legislative per il codice di commercio, Roma 1940, p. 16; Id., Lavori preparatori del codice civile (anni 1939-1941). Progetti preliminari del libro delle obbligazioni, del codice di commercio e del libro del lavoro, 5 voll., Roma 1942; P. Greco, Il diritto commerciale fra l'autonomia e la fusione, in Riv. d. dir. comm. ...,XLV (1945), pp. 7 s.; F. Vassalli, Motivi e caratteri della codificazione civile, in Studi giuridici, III,Milano 1960, p. 607; A. Asquini, Codice di commercio, in Enc. del diritto, VII, Milano 1960, p. 253; Id., Dal codice di commercio del 1865 al libro del lavoro del codice civile del 1942, in Riv. d. dir. comm. ...,LXV (1967), pp. 6 s.; M. Piccialuti Caprioli, Documenti d'archivio sulla codificazione del 1942, in Per Francesco Calasso. Studi degli allievi, Roma 1978, p. 572; R. Teti, Codice civile e regime fascista. Sull'unificazione del diritto privato, Milano 1990, ad Ind.; G. B. Ferri, Alla ricerca dell'imprenditore agricolo e del tempo perduto a ricercarlo dove non si trovava, in Quad. fiorentini per la storia d. pens. giur. mod., XXI (1992), pp. 369 ss.

Una nutrita documentazione inedita sulla sua attività di combattente partigiano, contenente anche una relazione scritta dal F. a Camerino il 12 luglio 1944, pochi giorni dopo la liberazione di quella città, è conservata presso l'Istituto storico della Resistenza e dell'età contemporanea "Mario Morbiducci" di Macerata, in particolare nel fasc. intestato alla brigata "Spartaco". Denso di riferimenti all'attività della banda Ferri è inoltre un lungo memoriale inedito, scritto dal F. il 18 ottobre 1944 e conservato in Arch. centrale dello Stato, Ministero di Grazia e Giustizia, Magistrati, IIIversamento, fasc. Ferri Giovanni Battista (n. 66926), tra gli atti del procedimento di epurazione cui venne sottoposto il padre. Altri riferimenti in V. Penjakoff ("Popski"), Corsari in jeep, Milano 1951, pp. 464-477; M. Salvadori, La Resistenza nell'Anconetano e nel Piceno, Roma 1962, pp. 312-318; G. Mari, Guerriglia sull'Appennino. La Resistenza nelle Marche, Urbino 1975, pp. 263 ss., 328; Tolentino e la Resistenza nel Maceratese, Tolentino 1966, pp. 189 ss., 205, 248-251, 304; G. Vassalli, La Resistenza sull'Appennino e il CNL di Roma, ibid., pp. 267-271; Resistenza e Liberazione nelle Marche. Atti del I Convegno di studio nel XXV della Liberazione, Urbino 1973, p. 340; A. Pantanetti, Il Gruppo Bande Nicolò e la liberazione di Macerata, Urbino 1973, pp. 93, 165, 168 s.; G. Ramadori, G. F.: comandante partigiano, in Foro romano, XL(1989), pp. 36 s.; G. Vassalli, Ricordo di G. F.,in Riv. d. dir. comm.,XC (1992), 1, pp. 1-6; N. Dawidoff, The catcher was a spy. The mysterious life of Moe Berg, New York 1994, p. 185.

Tra le recensioni più significative alle opere giuridiche del F. vedi: A. Asquini, in Riv. d. dir. comm...,XLVIII (1950), 1, pp. 339-341; P. Greco, ibid., pp. 433 ss.; F. Carnelutti, in Riv. di dir. processuale, V(1950), 1, p. 179; W. Bigiavi, in Riv. trim. di dir. e proc. civ., V (1951), 1, pp. 439-454; F. Messineo, in Banca borsa e titoli di credito, XIV(1951), 1, pp. 196-198; T. Ascarelli, ibid., pp. 198-202.

Per l'analisi della sua opera scientifica, per altre notizie biografiche e contributi commemorativi vedi: B. Libonati, Sistema e riforme nell'opera di G. F., (1984), in G. Ferri, Scritti giuridici, I,pp. XXIII-XXXIII; P. Rescigno, Ricordo di G. F., (1989), ibid., pp. XIII- XXII; G. Vassalli, Ricordo di G. F., cit.; A. Venditti, Gli "Scritti giuridici" di G. F., in Diritto e giurisprudenza, CVI (1991), pp. 707-715; G. Gandolfi, G. F. e i suoi "Scritti giuridici", in Riv. trim. di dir. e proc. civ., XLVIII (1994), pp. 975-992; G. Minervini, La legislazione bancaria negli scritti di G. F., in Rassegna economica, LV (1991), pp. 421-425. È inoltre in preparazione un volume curato dagli allievi, che raccoglie scritti, inediti e non, di C. Angelici, G. Auletta, R. Franceschelli, G. Gandolfi, B. Libonati, G. Minervini, G. Oppo, G. Ramadori, P. Rescigno, G. Vassalli, A. Venditti, F. Treggiari e la ripubblicazione dell'articolo del F., False apparenze di novità nella legislazione civile, già apparso nel quindicinale romano Meridiano, I,15 apr. 1945.

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