Lipsio, Giusto (fiammingo Joost Lips, latinizz. Iustus Lipsius)

Dizionario di filosofia (2009)

Lipsio, Giusto (fiammingo Joost Lips, latinizz. Iustus Lipsius)


Lipsio, Giusto

(fiammingo Joost Lips, latinizz. Iustus Lipsius) Umanista fiammingo (Overijssche, Bruxelles, 1547 - Lovanio 1606). Formatosi ad Ath presso i gesuiti, poi a Lovanio, L. si orientò subito verso la filologia pubblicando studi eruditi ed edizioni fondamentali (tra queste, le edizioni di Tacito, 1574; Valerio Massimo, 1585; Seneca, 1589-1605). Dopo essere stato a Roma, accettò in Germania una cattedra di latino nell’univ. luterana di Jena (1572-74); insegnò poi, per breve tempo, a Lovanio (1576), passò quindi all’univ. calvinista di Leida (1578). Questo fece pensare a una adesione al protestantesimo; si trattò invece di un esteriore accomodamento alle circostanze; infatti L., conciliatosi coi gesuiti, insegnò (dal 1592) storia a Lovanio. Complessa è la personalità di L. che, per la sua stessa erudizione e per l’influenza esercitata su di lui da Tacito e Seneca, si configura secondo un vago sincretismo di tipo erasmiano, ispirato da un universalismo stoicizzante. Tale atteggiamento si ripercuote nelle opere di carattere etico-politico: in partic. nel De constantia, (1584); e nei Politicorum sive civilis doctrinae libri sex (1589), sua opera principale dove, in forma più precettistica che sistematica, affronta alcuni dei principali problemi della polemica postmachiavellica e tacitiana; così per i rapporti tra politica e morale cerca nella «prudenza» una via alla loro conciliazione (giustificando l’astuzia e la frode «prudentemente» mescolate alla virtù), e, per il «tiranno», si dichiara disposto più a sopportare un regime dispotico che ad ammettere il diritto alla rivoluzione; si pronuncia anche contro la tolleranza religiosa, ma poi nega che si debbano perseguitare gli eretici. Accenni questi che indicano la vasta problematica, spesso solo empiricamente risolta, che caratterizza l’opera di L. politico e lo pongono come un tipico esponente dell’età della Controriforma. Tra le sue innumerevoli opere di erudizione e di storia, va ricordato anche il Tractatus ad historiam Romanam cognoscendam utilis (1592).

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