GOFFREDO conte di Buglione, duca della Bassa Lorena

Enciclopedia Italiana (1933)

GOFFREDO conte di Buglione, duca della Bassa Lorena

Francesco Cognasso

Il suo nome è strettamente legato con le vicende della prima crociata: e capo, appunto, della crociata lo considerano la tradizione storica e la leggenda. Della sua vita prima del 1095 sappiamo poco. Nacque verso il 1060 da Eustachio II, conte di Boulogne, e da Ida, figlia di Goffredo II duca della Bassa Lorena (Paesi Bassi). Nel 1076 lo zio, Goffredo II di Lorena (v.), a cui Matilde di Canossa non aveva dato figlioli, riconobbe il giovane G. come erede; ma l'imperatore Enrico IV si oppose e incamerò il ducato, solo concedendo a G. la marca di Anversa con le contee di Verdun, Mosay, Stenay e Bouillon, dalla quale ultima sua residenza preferita G. ebbe forse il nome. Partecipò poi alla guerra civile di Germania, parteggiando per Enrico IV, e si distinse nella battaglia dell'Elster del 1080 e nella spedizione romana del 1083. Ne ebbe in ricompensa il ducato della Bassa Lorena. Poco sappiamo di G. negli anni seguenti: neppure della sua decisione di andare crociato. Leggendario è il suo pellegrinaggio anteriore al 1095 in Terra Santa. Solo nell'estate del 1096 egli partì per Gerusalemme con i fratelli Eustachio e Baldovino e un esercito che alcuni cronisti calcolano di 30.000 fanti e 10.000 cavalli, altri di 70.000 fanti e 10.000 cavalli: cifre eccessive. Per le spese della spedizione G. vendette, al prezzo di 7000 marchi, i castelli di Stenay e di Bouillon. Da quel che sappiamo sulle relazioni di G. con i re d'Ungheria e l'imperatore di Bisanzio, possiamo rilevare la sua prudenza e severità: a Costantinopoli, si trovò, forse per il suo legame feudale con Enrico IV, in aspro conflitto con l'imperatore Alessio, che esigeva da lui giuramento di fedeltà. Ma fatto il giuramento, vi si mantenne fedele. In Anatolia e in Siria, si distinse per energia e per valore, intervenendo come pacificatore nelle lotte fra Boemondo d'Altavilla e Raimondo di Tolosa. E tuttavia, non aveva nessuna funzione direttiva nella spedizione: il comando era di altri. Solo dopo l'occupazione di Tortosa G. si atteggia, per rivalità col conte di Tolosa, a capo del partito di quelli che volevano proseguire su Gerusalemme. Conquistata la città santa, il rifiuto di Raimondo di capeggiare la difesa, fece cadere la scelta su Goffredo di Buglione: e pare che allora si sia chiamato "difensore della chiesa di Gerusalemme". Leggenda posteriore è quella del rifiuto suo di chiamarsi re e portar la corona, dove il Cristo aveva portato la corona di spine. Nel 1099, nessuno pensava alla creazione di un regno in Palestina: sarebbe stata una violazione dei patti con l'imperatore bizantino e una mancanza nei riguardi dell'imperatore tedesco. Merito di G. fu la difesa di Gerusalemme contro l'attacco egiziano, e la vittoria di Ascalona. Morì a Gerusalemme il 18 luglio 1100. La tradizione lo esaltò e Dante la seguì, collocando Goffredo fra i principi saggi e giusti (Paradiso, XVIII, 47); ma gli storici moderni tendono a diminuirne l'importanza, il merito e la capacità.

Bibl.: A. Cauchil, Les querelles des investitures dans les diocèses de Liège et de Chambrai, Lovanio 1890-81; R. Röhricht, Die Deutschen im Heiligen Lande, Innsbruck 1891; C. N. Gabriel, Verdun au XIe siècle, Verdun 1892; Rigaud, Recherches sur les prémiers comtes de Boulogne, Parigi 1896; Breysig, Gottfried v. Bouillon vor den Kreuzzügen, in Westdeutsche Zeitschrift für Geschichte u. Kunst, XVII (1898); R. Röhricht, Geschichte des ersten Kreuzzuges, Innsbruck 1901; F. Chalandon, Histoire de la Première Croisade, Parigi 1925.