Petrassi, Goffredo

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Musicista e compositore italiano (Zagarolo 1904 - Roma 2003). Socio dell'Akademie der Kunste di Berlino dal 1958 e della Académie Royale de Belgique dal 1965, a P. è stata conferita la laurea honoris causa dall'università di Bologna nel 1976; membro onorario delle maggiori istituzioni musicali del mondo, nel 1978 gli è stato assegnato il premio internazionale Feltrinelli dall'Accademia nazionale dei Lincei. Il raggiungimento di una completa maturità strumentale e corale ha consentito a P. di pervenire alla conquista di un linguaggio del tutto originale, caratterizzato da una straordinaria efficacia espressiva in cui si compendiano le istanze più significative del mondo contemporaneo.

Vita

Dopo la prima formazione musicale tra i pueri cantores di San Salvatore in Lauro a Roma, esperienza che avrebbe lasciato tracce importanti nella maturazione del suo percorso artistico, studiò composizione con A. Bustini e organo con R. Renzi e F. Germani privatamente e presso il Conservatorio di Santa Cecilia, dove si diplomò in composizione e in organo. Sovrintendente del teatro La Fenice di Venezia (1937-40), prof. (dal 1939) di composizione nel conservatorio di S. Cecilia in Roma, docente alla cattedra di perfezionamento dell'Accademia di Santa Cecilia (1960-1978), alla Chigiana di Siena, nonché al Mozarteum di Salisburgo e al Berkshire Music Center di Tanglewood negli Stati Uniti. Ricoprì anche la carica di presidente della Società internazionale di musica contemporanea (1954-56).

Opere

Insieme agli altri compositori della sua generazione, diede un contributo fondamentale allo sviluppo di un linguaggio musicale specificamente novecentesco, attraverso una personale, sofferta ricerca alla quale non abdicò mai. Con le tradizioni musicali, a partire da quelle, tanto importanti per l'Italia, del teatro lirico e della musica sacra, si aprì per P. un costante confronto dialettico, che egli estese a comprendere anche i repertori popolari e i cui esiti sono rilevabili in qualche misura nella musica per film. Il suo nome si affermò con la Partita (1932) e con il Concerto per orchestra n. 1 (1933), cui seguirono due ampie composizioni sinfonico-corali, Salmo IX (1934-36) e Magnificat (1939-40), e il madrigale drammatico Coro di morti (1940-41), opere queste in cui le esperienze tratte dalla musica di Stravinskij e Hindemith si fondono con uno spirito polifonico ricollegantesi alla musica delle basiliche romane. La sua successiva produzione, di uno stile più asciutto e ricercato, comprese fra l'altro i balletti La follia d'Orlando (1942-43) e Ritratto di Don Chisciotte (1945), le opere Il cordovano (1949) e Morte dell'aria (1950), la cantata Noche oscura (1951), i Concerti per orchestra n. 2, 3, 4, 5, 6, 7 e 8 (1951, 1953, 1954, 1955, 1957, 1964 e 1972), il Concerto per flauto e orchestra (1960), le composizioni da camera Quartetto (1956), Serenata (1958), Trio (1959), i Propos d'Alain per baritono e dodici strumenti (1960), Seconda serenata-trio (1962). Nei lavori successivi P. mostrò interesse per una rilettura dei testi dodecafonici, oltre a una personale attenzione agli sperimentalismi dell'avanguardia: Musica di ottoni e timpani (1963), Estri per quindici esecutori (1967), Ottetto di ottoni (1968), Beatitudines: testimonianza per M. L. King (1969), Elogio per un'ombra per violino solo (1971), Orationes Christi (1975), Poema per archi e trombe (1977-80), Sestina d'autunno (1981-82), Laudes creaturarum (1982). Considerato uno dei massimi compositori italiani del Novecento, P. diede al cinema, soprattutto nel periodo neorealista, un contributo quantitativamente limitato ma di grande rilievo per la qualità specifica delle sue colonne sonore. Collaborò con registi come Giuseppe De Santis, Pietro Nelli e Valerio Zurlini, introducendo anche la musica cinematografica nel quadro della propria ricerca linguistica, con una forte attenzione nei confronti dei repertori popolari italiani.

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